LECCE, CONTROLLI A TAPPETO SUI POSSESSORI DI ARMI: RITIRI E DENUNCE

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Prosegue l’attività di vigilanza della Questura di Lecce sul fronte della detenzione di armi. L’Ufficio Porto d’Armi, insieme alle squadre amministrative dei Commissariati di Galatina, Nardò, Gallipoli, Otranto e Taurisano, sta portando avanti un’azione costante di monitoraggio per verificare che i titolari rispettino le prescrizioni di legge e mantengano i requisiti psicofisici previsti.
In Italia, infatti, il porto d’armi è un’eccezione concessa dall’Autorità di Pubblica Sicurezza e non un diritto. Per questo motivo, ogni cinque anni, i possessori devono presentare la certificazione medica rilasciata da strutture sanitarie competenti. In caso di mancata presentazione, il Prefetto può disporre il divieto di detenere le armi denunciate.
La campagna di verifiche, che si muove con finalità di prevenzione, serve non solo a tutelare l’ordine pubblico ma anche a intervenire tempestivamente in situazioni delicate, come conflitti familiari, problematiche psicologiche o litigi di vicinato. In tali casi, le armi possono essere ritirate in via cautelare per scongiurare possibili rischi.
Dall’inizio dell’anno sono stati controllati 577 detentori: 150 armi sono state consegnate per la rottamazione, 268 risultano già distrutte, mentre 81 sono state sequestrate in via precauzionale. Sono state inoltre emesse 229 diffide a regolarizzare la documentazione, 38 dinieghi per nuove licenze o rinnovi e 28 revoche di porto d’armi. Non sono mancati i procedimenti penali: quattro persone sono state deferite all’autorità giudiziaria per detenzione illegale e mancata denuncia.
Un’attenzione particolare è rivolta anche agli eredi che, al momento della morte di un familiare, si trovano in casa armi e munizioni senza autorizzazioni valide. In questi casi, è obbligatorio comunicare la circostanza alla Questura, ai Commissariati o ai Carabinieri. Gli eredi possono scegliere se cedere le armi a un’armeria autorizzata o procedere con la rottamazione, formalizzando l’eventuale rinuncia.
L’attività, pur poco visibile, rappresenta un presidio fondamentale di sicurezza per la collettività e ribadisce l’importanza di un controllo rigoroso su chi detiene strumenti potenzialmente letali.
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