VASTA OPERAZIONE ANTIMAFIA / COLPITO IL CUORE DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SALENTINA: VENTIDUE PESONE ARRESTATE DAI CARABINIERI E BENI BLOCCATI PER OLTRE 800MILA EURO

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Una vasta operazione antimafia ha scosso alle prime luci dell’alba il territorio leccese, dove i Carabinieri del Comando Provinciale hanno portato a termine una complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, culminata con l’arresto di ventidue persone e il sequestro preventivo di beni per un valore superiore agli ottocentomila euro. Il provvedimento cautelare, composto complessivamente da ventitré misure, non è stato totalmente eseguito soltanto per il decesso di uno dei destinatari. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale di Lecce.
L’imponente dispositivo messo in campo ha visto impiegati oltre cento militari, affiancati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, dalle unità cinofile di Bari, dal 6° Nucleo Elicotteri di Bari-Palese e da personale specializzato dell’11° Reggimento “Puglia”. Le accuse contestate agli indagati sono numerose e gravi: associazione mafiosa, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, rapine, lesioni, usura, estorsioni, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivi, oltre a condotte finalizzate ad aggirare misure restrittive, il tutto aggravato dall’impiego del metodo mafioso. L’inchiesta ha inoltre messo in luce il coinvolgimento attivo di alcune donne, stabili referenti nella gestione delle piazze di spaccio.

Il lavoro investigativo è iniziato con la cattura di Sergio Notaro, elemento di spicco della criminalità locale e già condannato anni fa nel primo maxi-processo contro la Sacra Corona Unita. L’uomo, ricercato per una lunga serie di reati commessi nel passato, venne rintracciato in una dependance nelle campagne di Melendugno, dove viveva nascosto. Proprio da quella cattura è scaturita l’operazione denominata “Escape”, che ha permesso di far emergere la rete di complicità che aveva assistito la sua latitanza, oltre alla struttura interna delle frange mafiose operanti tra Campi Salentina e Squinzano.
L’attività investigativa ha poi svelato l’esistenza di un sistema ramificato, composto da più gruppi criminali attivi nello spaccio di droga nelle aree di Campi Salentina, Novoli, Trepuzzi e Casarano. I proventi del traffico venivano puntualmente raccolti dai referenti dei clan e destinati sia al mantenimento dei detenuti sia al sostegno delle loro famiglie, oltre che alle altre attività illecite del sodalizio.
Durante la latitanza di Notaro, la gestione operativa del gruppo era finita nelle mani del figlio, incaricato di riscuotere denaro e coordinare estorsioni, usura e traffico di stupefacenti. Le indagini hanno evidenziato l’applicazione di tassi di interesse usurari impressionanti, pari al 10% mensile, e il ricorso sistematico alla violenza per recuperare i crediti. Gli stessi investigatori hanno individuato diverse basi operative utilizzate per confezionare la droga, alcune delle quali mascherate da esercizi commerciali, come una sala giochi di Novoli diventata punto nevralgico dello smercio. In questo locale, considerato quartier generale di una delle cellule, veniva gestita anche la distribuzione della cocaina, con il coinvolgimento diretto dei titolari e dei loro familiari.
Nel corso dell’indagine, i Carabinieri hanno effettuato numerosi interventi e sequestri per un totale di circa settanta chilogrammi di sostanze stupefacenti tra cocaina, marijuana e hashish. Tra gli episodi più rilevanti figurano l’arresto di due cittadini albanesi sorpresi con trenta chilogrammi di droga e un maxi-sequestro avvenuto a Racale, dove tre pregiudicati erano in possesso di oltre trenta chilogrammi di sostanze.

È emersa anche la disponibilità di un vero arsenale: pistole, fucili modificati, munizioni di vario calibro e perfino un ordigno esplosivo artigianale di considerevole potenza. In un episodio verificatosi all’interno della sala giochi di Novoli, due affiliati avevano esploso diversi colpi contro un complice, in quello che appare un regolamento di conti interno legato alla gestione della droga.
Le indagini hanno inoltre permesso di ricostruire nei dettagli la violenta rapina subita nel 2019 da un noto avvocato penalista di Trepuzzi. Gli inquirenti hanno identificato uno dei presunti responsabili, oggi raggiunto da una misura cautelare in carcere. Si tratta di un episodio particolarmente grave: tre individui incappucciati e armati avevano atteso la vittima fuori dalla propria abitazione, costringendola con minacce e violenze ad aprire la cassaforte. In casa erano presenti la moglie e i due figli minorenni, tenuti sotto la minaccia delle armi fino alla fuga dei malviventi.
L’operazione rappresenta un colpo durissimo ai gruppi mafiosi attivi nel territorio, frutto di un lavoro approfondito e costante che ha permesso di scardinare assetti interni, flussi economici e capacità operative della criminalità organizzata locale. L’intervento odierno, reso possibile dal continuo coordinamento tra Autorità Giudiziaria e Arma dei Carabinieri, contribuisce a rafforzare la sicurezza della collettività e restituisce fiducia nella presenza dello Stato sul territorio.
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