ALLA SCOPERTA DELL’ITALIA DI SERIE C

| 20 Settembre 2012 | 0 Comments

TREVISO: 23 SETTEMBRE 2012

di Un italiano Vero

Dopo i Cunesi al rhum, il calendario porta a gustare il radicchio, la verdura rossa pregiata usata per il risotto, che con polenta e faraona sono i piatti tipici di Treviso.

Poco sopra Venezia, ancora tutta quanta in pianura, fredda d’inverno, senza caldo assillante d’estate, per via dei canali che la percorrono per intero, Treviso ha una dimensione tipicamente provinciale, di quella provincia del ceto medio emergente negli anni Sessanta e Settanta, bonario e intraprendente, devoto quanto pettegolo.

Se non di persona, l’avrete vista senz’altro in uno dei capolavori della commedia all’italiana, “Signore e signori”, di Pietro Germi, che racconta dei pettegolezzi da bar e dei tradimenti extraconiugali che ne ravvivano la vita lenta e tranquilla.

Tutta di bellezza rinascimentale, molti edifici storici restaurati, portici e, appunto, canali d’acqua fluviale, con la piazza dei Signori centro unico e di gravità permanente.

Siamo nel mitico Nord – est che nei decenni passati come un motore potente trainava l’economia fatta di piccole imprese, per lo più a conduzione famigliare, capaci di assicurare lavoro e sviluppo, e che più di tutto in quelli più recenti patisce la crisi della globalizzazione e delle tasse e imposte: non a caso Forza Italia e Lega Nord qui la fanno da padroni, anche se oggi devono fronteggiare uno scontento diffuso, e palpabile nella vita quotidiana, che preannuncia, qui più che altrove, prossimi sconvolgimenti socio – economici, prima ancora che politici.

Al calcio a Treviso sono disaffezionati ormai, dopo una breve stagione che fece conoscere addirittura la serie A, salvo poi fallimenti sportivi e amministrativi, che portarono la squadra, in lenta risalita nelle ultime due stagioni, addirittura in serie D.

Lo stadio piccolo, anche se adeguato alle nuove norme, ha un nome impossibile, dedicato a un pilota motociclista di origini locali, anche se lombardo d’adozione, Omobono Tenni, famoso nella prima metà del Novecento.

Una visita completa all’intera città si fa in un paio d’ore, comunque c’è poco da capire, e da ricordare.

( 2 – continua – il precedente articolo è stato pubblicato per il 9 settembre )

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Category: Costume e società

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