RASSEGNA MENSILE DI NOVITA’ LIBRARIE a cura di Mario Bozzi Sentieri

| 31 Maggio 2013 | 0 Comments

giugno 2013 – I Libri di leccecronaca.it

 POLITICA

Marco Della Luna, Traditori al Governo – Artefici, complici e strategie della nostra rovina (Arianna Editrice, pagg. 95, Euro 4,80)

Fin dagli anni Settanta gli  italiani sono stati abituati a pagare per l’incompetenza e gli errori inspiegabili di governi, economisti e manager bancari fallimentari. Perfino la crisi che ci attanaglia dall’entrata nell’Euro è presentata dai mass media e da tanti “esperti” con toni fatalistici: ci sono stati errori ma non ci sono colpe, ci sono state scelte discutibili ma non ci sono responsabilità. E il disastro, come sempre, non era prevedibile. Ma è davvero così?

Secondo Marco Della Luna se analizziamo la storia economica dagli anni Settanta ad oggi, scopriamo una cosa sconcertante: quella serie di apparenti passi falsi economico-finanziari in realtà è un percorso programmato. Non è una sfortunata serie di fatalità o errori, ma una strategia definita, attuata metodicamente per un fine preciso: destabilizzare per creare emergenze che giustificano a loro volta altre misure destabilizzanti, sempre a svantaggio dei cittadini contribuenti.Risultato? L’Italia crolla mentre Germania, Francia, USA traggono solo vantaggi da un sistema tanto perverso da sembrare studiato a tavolino.

 

 POLITICA

 Geminello Alvi,  La Confederazione italiana (Marsilio, pagg. 384, Euro 22,00)

Da quando Giacomo Leopardi le dedicò il Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani, la “natura” di questo popolo senza patria e senza nazione si è rivelata come un nodo di problemi irresolubili, un groviglio inestricabile. L’Italia è ormai per definizione un paese “diverso” (anormale) e questa diversità è accettata e subita come un destino, o al più affrontata con amputazioni o metamorfosi (federalismo, secessioni, rivoluzioni), tanto che divenne ricorrente il sogno di “fare” gli italiani che non ci sono, o che come sono non sono abbastanza identificabili da essere una nazione.

Geminello Alvi, a conclusione di un bizzarro viaggio attraverso la Russia postcomunista, torna sull’annosa questione con la sapienza di sterminate letture, dalle quali strizza suggerimenti e significati con sobrietà e parsimonia, ma anche con straordinaria intelligenza rabdomantica e con disincantata ingenuità e innocenza, che gli consente di vedere le cose come sinora nessuno le aveva mai colte.
Il risultato è un libro imprevedibile e a tratti irriverente, che ci parla di un’Italia diversa da tutte le altre che ci sono state descritte e raccontate, della quale si può appassionarsi sino a innamorarsene, ma si può anche sorridere con indulgenza e si può persino immaginarne un destino affatto diverso da quello che intanto sta vivendo.

 

Autori Vari, Italia, potenza globale ?  Il ruolo internazionale dell’Italia oggi  (Fuoco Edizioni, pagg. 206, Euro 13,00)

 

Il libro si occupa di investigare le attuali direttrici della politica estera italiana, esponendone i punti di forza e di debolezza in sei capitoli. La trattazione prevede un doppio canale, geografico e settoriale: sono state analizzate le caratteristiche dei rapporti politici e commerciali dell’Italia in quattro aree (Estremo Oriente, Balcani, Mediterraneo, Stati Uniti) nonché il concetto di interesse nazionale e l’importanza dell’approvvigionamento energetico. Il filo rosso che collega l’intera opera è rappresentato da un approccio originale alle relazioni tra l’Italia, l’Unione europea e gli altri partner continentali in un contesto di competizione globale. Pur partendo da solide convinzioni europeiste, gli autori desiderano rimarcare la persistente divergenza di interessi in merito ad alcuni aspetti sostanziali della politica estera. Al contempo, però, sono stati evidenziati i punti sui quali un’azione sinergica dei vari attori europei possa essere fruttuosa per tutti, dando vita ad una strategia win-win (mentre in altri casi si tratta di un gioco a somma zero tra i Paesi europei, nel quale al rafforzamento di un soggetto corrisponde l’indebolimento di un altro).



NEL MONDO

 

Rodolfo Casadei, Tribolati, ma non schiacciati. Storie di persecuzione, fede e speranza  (Lindau, pagg. 144, Euro 14,50).

 

Dei cristiani perseguitati si parla sempre come di vittime, e raramente come di testimoni: si sottolinea la violenza e l’ingiustizia di cui sono oggetto più della fede con cui affrontano la prova e della carità che hanno verso i loro persecutori.
Rodolfo Casadei racconta il coraggio degli oppressi e come abbiano saputo trarre il bene dal male, con storie poco note o del tutto sconosciute, che prendono forma pagina dopo pagina e ci permettono di incontrare grandi figure umane. Gli iracheni che hanno testimoniato Cristo durante l’eccidio nella chiesa siro-cattolica di Baghdad e hanno cercato di convertire i terroristi che li tenevano in ostaggio; la vedova del Presidente della Commissione Giustizia e Pace di Juba (torturato e fatto sparire dai servizi segreti di Khartoum) che promuove i diritti delle donne sud-sudanesi che si trovano nelle sue stesse condizioni; la giornalista cristiana libanese May Chidiac sopravvissuta alla bomba che l’ha mutilata, divenuta segno di contraddizione tanto per Hezbollah quanto per la Chiesa maronita; i mujaheddin iraniani che hanno conosciuto il cristianesimo e si sono convertiti mentre erano prigionieri degli americani e del nuovo governo iracheno; i cristiani iracheni che tornano nel loro paese mentre tanti continuano a fuggire e quelli rapiti che hanno rifiutato di cambiare religione; l’arcivescovo di Mosul monsignor Paulos Faraj Rahho, rimasto al suo posto nonostante ripetute minacce e morto durante il sequestro, e il suo successore monsignor Amel Nona che si camuffa per poter dire Messa in certe parti della città; Margaret Orech, la donna cristiana ugandese alla quale i guerriglieri di Joseph Kony hanno portato via una gamba e tanti affetti, divenuta ambasciatrice internazionale delle vittime delle mine antiuomo; suor Rachele Fassera che ha fatto conoscere al mondo il dramma dei minori rapiti dalla guerriglia nord-ugandese dopo l’assalto alla sua scuola ad Aboke. Insomma, lo spettacolo della santità: là dove abbonda il peccato, sovrabbonda la Grazia.

 

 

 

ECONOMIA

 

Giuseppe Giaccio, La decrescita – Un mito post- capitalista (Diana Edizioni, pagg. 160, Euro 12,00)

 

La decrescita è una corrente di pensiero che propone la fine del modello turbo-capitalista mediante una riduzione controllata,selettiva e razionale della produzione industriale e dei consumi superflui. L’idolatria del profitto e della accumulazione delle merci ha partorito il dominio finanziario tecnico/totalitario con i mostri dell’inquinamento ambientale, della devastazione dei territori e della diseguaglianza economica. Una mega/macchina che cozza irrimediabilmente con i limiti della natura, di cui l’esaurimento imminente delle fonti fossili di energia è l’aspetto più evidente. Per i teorici della decrescita bisogna immaginare una nuova etica economica che valorizzi la sobrietà, il risparmio energetico e le biodiversità nel quadro di un modello sociale ed istituzionale compatibile con la sostenibilità ecologica, la giustizia sociale e l’autogoverno democratico dei territori.
Un cambio di paradigma per un mondo post-capitalista. Il lavoro di Giuseppe Giaccio analizza le diverse versioni e filiazioni intellettuali che si richiamano alla decrescita nonché  le problematicità teorico/politiche ancora irrisolte dai suoi promotori e sostenitori.

 

 

TEMPI MODERNI

 

Alain de Benoist, Famiglia e società (Controcorrente, pagg. 222, Euro 20,00)

 

Memoria e continuità della famiglia. Enea abbandona Troia in fiamme, colpita al cuore dall’inganno, con sulle spalle il padre Anchise e accanto a sé, stretto sulle ginocchia il figlioletto. E’ la famiglia eroica, simbolo della discendenza e della tradizione, fondamento dell’identità in divenire. La loro non è una fuga, ma la ricerca di una nuova patria ove fondare un Impero. Ma adesso la famiglia è soggetta a disgregazione e diversificazione. E in questo libro Alain de Benoist affronta le grandi questioni della coesione sociale, della persistenza di valori della parentalità, di identità di genere, dell’affievolimento dei legami, della resistenza alla decomposizione dei ruoli e alla deriva dell’individualismo narcisista. In questo la famiglia resta comunque una delle strutture intermedie indispensabili per costruire un ponte tra l’individuo e il sociale.

 

STORIA

Luca Negri, Il ritorno del Guerin Meschino. Appunti per comprendere il nuovo Medioevo   (Lindau, pagg. 120, Euro 13,00) 

 

Il vivace Il personaggio del Guerin Meschino attraversa la storia e la cultura dell’Europa. Nel Medioevo ebbe una popolarità enorme e fu il protagonista di molte narrazioni dei trovatori. Per dirla con Evola, incarnò l’anima medievale e il suo «sforzo di conoscere sé stessa». Le avventure del Guerin Meschino sono quanto di più fantasioso la cultura medievale occidentale abbia prodotto, ma rappresentano anche uno spunto (un po’ serio, un po’ ironico) per confrontarsi con il pensiero di filosofi, scrittori e storici che hanno letto l’età moderna con uno spirito fortemente critico e in qualche caso decisamente sovversivo rispetto all’opinione dominante. Tra essi Tolstoj, Dostoevskij, Spengler, Chesterton, Jünger, Drieu La Rochelle, Tolkien, Florenskij, Berdjaev, Guénon, Evola, Zolla, Alvi. Spaziando dalla filosofia alla religione, dall’economia alla letteratura, Negri propone un’originale riflessione sul razionalismo asfittico della modernità, sull’eredità illuminista, sulle sue derive materialistiche ed egualitaristiche, sulla rinascita di una nuova consapevolezza cristiana e, più in generale, su una rinnovata sensibilità alla dimensione del mistero come via di conoscenza.

 

 

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Jonathan Clements, La storia segreta dei samurai (Newton Compton, pagg. 323, Euro 16,00

 

I samurai sono l’incarnazione della tradizione marziale giapponese: eroi senza paura, che seguono il rigido codice del bushido e preferiscono affrontare una terribile morte per harakiri piuttosto che conoscere il disonore della sconfitta. Eppure pochi sanno che in origine i samurai erano umili soldati di frontiera e guardie del corpo di ricchi signori, e solo nel corso dei secoli hanno acquisito sempre più potere, fino a diventare la classe dominante del Paese del Sol Levante, spesso più autorevole persino di shogun e imperatori. Un potere fondato sulla tattica militare, sull’estetica della guerra, sulla ferrea disciplina, su un’etica severa, ma anche su insospettabili intrighi di corte e su vendette sanguinose e spietate. In questo libro, Jonathan Clements – basandosi sui resoconti dell’epoca e su famose opere della tradizione letteraria giapponese – descrive le battaglie più avvincenti, le armi segrete e i personaggi che hanno reso immortale, e famosa in tutto il mondo, la figura del samurai.

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Arthur Koestler, Mito e realtà della Russia Sovietica (Italia Storica, pagg. 71, Euro 12,00)

 

Per molti decenni l’esaltazione incondiszionata del “Mito” della Rivoluzione Russa del ’17, quello dell’Unione Sovietica e dei sistemi comunisti in generale sono entrati a fare parte della “buona” coscienza collettiva di milioni di individui convinti della giustezza della “lotta di classe” marxista e dei metodi adottati in molti paesi per applicarla. Questa febbre di massa che per circa settant’anni, dal 1917 al 1989, ha imperversato in Europa e nel mondo, e presente tuttora, è stata favorita ed aggravata dall’atteggiamento di una vasta porzione di intellettuali che attraverso le loro opere e le loro esternazioni hanno contribuito a mantenere in vita il mito del più drammatico e fallimentare espermento culturale, politico e socio-economico dell’evo contemporaneo. Una delle poche voci di intellettuali liberi che criticarono questo mito, sfatandolo e denunciando le ingiustizie, le disuguaglianze, l’assenza di diritti e i veri e propri crimini della Russia sovietica fu l’autore di questo saggio.

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David Greentree, Caccia a Tito (Goriziana, pagg. 127, Euro 16,00)

Il 25 maggio 1944, 800 uomini appartenenti al 500° battaglione paracadutisti SS furono lanciati su Drvar, una città oltre le linee nemiche nella Bosnia nord-occidentale. L’obiettivo dell’operazione, detta in codice Rösselsprung (“mossa del cavaliere”), era quello di catturare vivo o morto il maresciallo Tito nel suo rifugio sulle montagne, con un audace assalto condotto per mezzo di alianti che avrebbero sbarcato nell’area una forza di paracadutisti, il cui compito sarebbe stato resistere fino all’arrivo, il giorno seguente, delle forze di terra per completare la missione. Ma Tito riuscì a fuggire dal suo nascondiglio, mentre i paracadutisti subivano il violento contrattacco dei partigiani. Completo di rare fotografie, mappe e illustrazioni originali, il libro racconta la storia dell’incursione e analizza gli errori tattici e informativi che determinarono l’insuccesso dei paracadutisti

 

STORIA DELLE DESTRE

 

Massimiliano Capra Casadio, Storia della nuova destra – La rivoluzione metapolitica dalla Francia all’Italia (1974-2000), (Clueb, pagg. 296, Euro 26,00)

 

Negli anni Settanta, all’interno delle formazioni giovanili del MSI, prese lentamente vita una corrente politica che s’ispirava alla Nouvelle Droite francese, e ne importò metodi e contenuti, intrattenendo con essa rapporti di scambio e collaborazione tanto che, in ambito storiografico e politologico, si può legittimamente parlare di una Nuova Destra italiana come entità culturale indipendente e come soggetto politico. Questo saggio si propone di ricostruire la storia di un filone di pensiero che, sull’onda della riflessione operata in Francia dal gruppo di Alain de Benoist, tentò di ripensare, rielaborare e, per diversi aspetti, rivoluzionare il tradizionale impianto politico della categoria della destra, cercando di dare corpo ad una filosofia politica che può definirsi come un’innovativa forma di conservatorismo, o meglio di rivoluzione conservatrice.

 

                                                                        ***

 

Stefano Angelucci Marino, Fascistelli  (Il Cerchio, pagg. 86, Euro 10,00)

 

Fascistelli racconta dal di dentro in maniera impietosa – come mai è stato fatto finora – l’ultima generazione (quella dei primi anni ’90) dei ragazzi di provincia che hanno militato nel MSI, riuscendo a farci rivivere i pensieri, le scelte, gli scontri, le contraddizioni, le speranze e le disillusioni di quei tanti giovani che hanno provato a sfidare il mondo facendo politica nell’unico posto dove all’epoca era “proibito” stazionare a destra.

                                                                       

 

CHIESA CATTOLICA

 

Stefano Fontana, Il Concilio restituito alla Chiesa. Dieci domande sul Vaticano II, (La Fontana di Siloe, pagg. 191, Euro  18.00).

 

Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo “Anno del Concilio” pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti. Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito? Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un “sentiero” che porti in salvo il nostro semplice fedele. Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo «Anno del Concilio» pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti.
Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito?
Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un «sentiero» che porti in salvo il nostro semplice fedele.Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo «Anno del Concilio» pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti.
Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito?
Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un «sentiero» che porti in salvo il nostro semplice fedele.Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo «Anno del Concilio» pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti.
Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito?
Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un «sentiero» che porti in salvo il nostro semplice fedele.Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo «Anno del Concilio» pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti.
Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito?
Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un «sentiero» che porti in salvo il nostro semplice fedele.Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo «Anno del Concilio» pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti.
Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito?
Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un «sentiero» che porti in salvo il nostro semplice fedele.Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo «Anno del Concilio» pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti.
Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito?
Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un «sentiero» che porti in salvo il nostro semplice fedele.Sul Concilio Vaticano II gli esperti si accapigliano. Questo «Anno del Concilio» pare confermare le diverse posizioni piuttosto che farle convergere in unità. Sembra che si tratti di una interminabile disputa accademica per gli addetti ai lavori. Invece, comprendere cosa è veramente stato il Concilio è importante per ogni fedele e per tutta la Chiesa. Con una incertezza così grande alle spalle è difficile procedere spediti.
Questo libro non è scritto nell’ottica di un addetto ai lavori, ma dal punto di vista di un semplice fedele della Chiesa cattolica. Egli si fa delle domande molto semplici a cui vuole dare delle risposte altrettanto semplici e chiare. Esiste veramente un problema Concilio? Che rapporto c’è tra il Concilio e gli anni ’60? Il carattere pastorale del Concilio è la soluzione o il problema? Il Concilio ha detto qualcosa di nuovo? Ha detto qualcosa di sbagliato? Se il Vaticano II afferma sulla libertà religiosa cose diverse dal Sillabo di Pio IX a quale dei due bisogna dare ascolto? Cosa vuol dire interpretare il Concilio e chi lo deve fare? Il Sommo Pontefice dovrebbe chiarire definitivamente cosa è stato il Concilio con un documento apposito?
Gli esperti talvolta ingarbugliano le cose e l’impressione finale è spesso quella di un labirinto. Ma, vagliando con pazienza le diverse opinioni e leggendo con attenzione i documenti conciliari, è possibile individuare un «sentiero» che porti in salvo il nostro semplice fedele.

 

 

 

CLASSICI

 

Carl Schmitt, L’unità del mondo (PGreco, pagg. 174, Euro 14,00)

“Il problema dell’unità del mondo è un problema di autointerpretazione storica dell’uomo”. In questa affermazione di Carl schmitt si riassume efficacemente il nodo problematico analizzato nelle pagine di questo testo fondamentale. Il processo di unificazione del mondo, quelle dinamiche di interconnessione a livello planetario di fenomeni economici, sociali, politici che vanno sotto il nome di “globalizzazione”, non possono essere adeguatamente interpretate se non ponendole in relazione con una riflessione sulla complessa evoluzione storica umana. Ripercorrere le tappe che hanno condotto, negli ultimi decenni, a quella che ormai da più punti di vista è etichettata come l’epoca della globalizzazione, significa allora, nello stesso tempo, interrogarsi sul senso della storia, sulle forze elementari che ne governano e indirizzano il corso.

 

 

SPIRITUALITA’

 

Aelredo di Rievaulx, L’amicizia spirituale & Gesù a dodici anni (Ares, pagg. 192, Euro 13,00)

 

Aelredo di Rievaulx (1110-1167), monaco cisterciense inglese, è «uno degli umanisti più delicati del suo secolo» (H. De Lubac). La sua opera si colloca nell’alveo della «teologia monastica», che non mira a «conoscere» (scire) i misteri indagandoli razionalmente, bensì a «vivere» e «gustare» (sapere) l’esperienza dell’amore divino, anelando a congiungersi misticamente a Cristo, vera sapienza («l’amore stesso è conoscenza»). Nell’Autore essa diviene una «teologia della relazione», in cui prendono reciprocamente senso l’amore di Dio, di sé e del prossimo. «Il nostro Aelredo è quasi un altro Bernardo», suonava un detto dei cisterciensi del suo tempo, e ciò basta a darcene la statura. L’amicizia spirituale è la sua opera più famosa, unica nel suo genere nel Medioevo monastico, scritta in forma di vivace dialogo. Emerge dall’esperienza vissuta, illuminata dagli studi, e rivela ancor oggi la sua attualità. Secondo l’Autore, è presente nell’uomo una naturale vocazione all’amore, di cui l’amicizia, non quella carnale e mondana, emotiva e utilitaristica, ma quella spirituale, fondata sulla virtù, rappresenta l’eccellenza: ponendo in Cristo la sua origine e il suo fine diviene un’esperienza dell’amore di Dio e «un’anticipazione della beatitudine celeste». Aelredo ha esaltato il valore dell’amicizia anche all’interno della vita claustrale, superando la diffidenza di tutta la tradizione monastica, che la considerava un elemento di disturbo perché capace di creare piccole isole all’interno della comunità.
Gesù a dodici anni è un breve trattato di meditazione «affettiva» sull’episodio dello smarrimento e ritrovamento di Gesù a Gerusalemme dopo tre giorni (Lc 2, 42-52), di cui offre un’interessante interpretazione letterale, allegorica e morale: i luoghi dell’infanzia di Gesù corrispondono alle tappe di perfezionamento spirituale che l’anima del fedele deve percorrere per restaurare la propria immagine divina, secondo cui è stato creato. La sensibilità e la delicatezza con cui l’Autore tratta la materia ne fecero un’opera molto amata nel Medioevo, che circolò fino al Settecento sotto il nome di san Bernardo, indice dell’alta considerazione riscossa.

 

                                                                       

 

 

TRADIZIONE

 

Kathleen Taylor, Sir John Woodroffe Tantra e Bengala – Un’anima indiana in un corpo europeo? (Settimo Sigillo, pagg. 488, Euro 32,50)

 

Lavorando a stretto contatto con i suoi mentori bengalesi, specialmente con il suo amico A.B. Ghose, Sir John Woodroffe divenne l’orientalista Arthur Avalon, pseudonimo con cui egli si rese famoso per i suoi studi tantrici agli inizi del XX secolo. Universalmente conosciuto per Il Potere del Serpente, il libro che introdusse il kunxalinī yoga in Occidente, Avalon cambiò l’immagine del Tantra da quella di un disprezzato culto magico e orgiastico in quella di una raffinata filosofia che accrebbe molto il prestigio del pensiero indù nelle successive generazioni di occidentali. Questo studio biografico si divide in due parti. La prima si concentra sull’identità sociale di Woodroffe a Calcutta messa sullo sfondo del colonialismo e nazionalismo, il contesto culturale in cui egli ‘era’ Arthur Avalon. In modo assai insolito per qualcuno dalla posizione elevata sotto l’Impero Britannico, il giudice dell’Alta Corte inglese Woodroffe assimilò il mondo degli intellettuali bengalesi del suo tempo tra i quali egli era molto popolare: i suoi ammiratori furono attratti dal suo nazionalismo indiano, a cui facevano da importante complemento i suoi studi sul tantrismo e la sua presunta preparazione scientifica in questo campo. Tuttavia fu Ghose, l’amico di Woodroffe, ad essere la fonte principale della conoscenza dei testi in cui lo studioso “orientalista” appariva essere così versato: la seconda parte di questo saggio analizza il personale rapporto di Avalon con il sanscrito e i testi indiani, e rileva il suo frequente ricorrere a fonti secondarie, a Ghose e ad altri eruditi indiani; infine, si esaminano i motivi apologetici con cui Woodroffe e i suoi collaboratori resero il Tantra prima accettabile poi alla moda.

 

FILOSOFIA

Gianfranco Morra, Il cane di Zarathustra – Tutto Nietzsche per tutti  (Ares, pagg. 528, Euro 22,00)

La figura del «cane» che nel profondo silenzio della notte ulula e trema suscitando pietà esprime, in Così parlò Zarathustra, il «dolore» di Nietzsche e anche, secondo Romano Guardini, l’orrore che promana dalla dottrina dell’eterno ritorno, il messaggio che non esiste nulla se non il mondo finito.
Nietzsche, sostiene Gianfranco Morra in questo magistrale saggio, è acuto nel descrivere l’uomo decadente della modernità, ma si rivela incapace di un progetto positivo di recupero: distrugge ogni fondamento della civiltà europea e cristiana, trovandosi poi del tutto privo di ogni criterio di ricostruzione che non sia quello soggettivo del gioco e dell’arte o, peggio, quello oggettivo della selezione e dell’allevamento. Morra sostiene la necessità di «andare “oltre” Nietzsche, nel senso che dobbiamo riflettere a fondo sulla perentorietà della sua critica, ma in nessun modo “con” Nietzsche, nel senso che nulla del suo progetto di recupero appare sensato o realizzabile».
Il volume è arricchito da un’ampia antologia dalle opere del filosofo tedesco, la cui scrittura aforistica, allusiva e spesso enigmatica mantiene una forte carica suggestiva. In appendice è illustrata l’enorme influenza che la filosofia di Nietzsche ha esercitato ed esercita sulla cultura contemporanea, nella letteratura, nell’arte, nella musica, nel cinema.

IMMAGINI

Fabio Massimo Manini (a cura di),  Karle Thole – Pittore di fantascienza (Fondazione Rosellini, pagg. 184, Euro 35,00)

 

Fuori dall’ambito degli appassionati di fantascienza e  degli  acquirenti più o meno regolari della rivista “Urania”,  Karel  Thole è stato quasi ignorato e, pur vantando  un gran numero di mostre soprattutto all’estero, la modesta bibliografia italiana a lui dedicata ne  costituisce purtroppo una prova. A colmare questo vuoto ha pensato la Fondazione Rosellini per la  letteratura popolare con un volume dedicato all’artista olandese. Stampato in carta lucida e con  riproduzioni ad alta definizione cromatica, il volume è ordinabile presso il sito della Fondazione  (www.fondazionerosellini.it), o scrivendo a info@fondazionerosellini.it, e fa seguito ad un analogo lavoro, pubblicato nel 2010, dedicato ad altri due illustratori di storie fantascientifiche: Caesar &  Jacono, che lavorarono con Urania fino al 1962. Vengono qui antologizzate, in rigoroso ordine  cronologico, tutte le copertine realizzate da Thole per “Urania” con l’aggiunta di quelle disegnate per  le altre collane affini. Completano il tutto i saggi di Gianni Brunoro, Giulio C. Cuccolini, Giuseppe  Festino (notevole illustratore che sottolinea nel suo saggio, a più riprese, l’incessante  sperimentazione tecnica praticata da Thole), Giuseppe Lippi (l’attuale direttore di “Urania”), autore  anche di una lunga intervista a Thole qui puntualmente riportata, Franco Spiritelli, Carlo Fruttero e  Franco Lucentini. Di questi ultimi si ripubblica la divertente descrizione del funzionamento delle  commissioni a Thole, un testo che comparve originariamente come introduzione al volume “Manuale dell’ignoto” (a cura di Fruttero & Lucentini, 1981), uno dei pochi consistenti omaggi  italiani all’artista olandese, quantomeno in virtù della maggiore circolazione garantita da un editore come Mondadori.

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Alberto Sulpizi e Pietro Cappellari, Carabinieri in Africa Orientale – Immagini da un Impero (Herald Editore, pagg. 100, Euro 25)

Non solo una storia raccontata ma, soprattutto, un storia da vedere. Si tratta, infatti, di un vero e proprio album fotografico della conquista dell’Abissinia vista con gli occhi di un giovane Ufficiale dell’Arma. Il Prof. Sulpizi è riuscito a salvare un gruppo di foto degli anni 1936-1938 destinate alla distruzione e dall’incontro con il  Dott. Cappellari è nata l’idea di pubblicare un libro che ripercorresse quella storia dimenticata che fu l’impresa d’Etiopia, cercando, attraverso le immagini di vita quotidiana, di riscoprire quei valori che animarono milioni d’Italiani in quegli anni di passione patriottica. Si tratta di foto inedite dall’alto valore storico e anche antropologico, che ci dipingono un terra affascinante, misteriosa, romantica e ci raccontano della vita di quei giovani soldati che “fecero l’impresa”. L’opera è un omaggio al valore del soldato italiano, ma anche alle orgogliose popolazioni abissine e all’Africa Orientale, terra dai legami indissolubili con l’Italia. In quegli anni, la Nazione italiana riuscì ad adempiere i postulati del Risorgimento, esercitare cioè un “primato”, compiere una “missione”.

 

 

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