INTERVISTA A GIORGIA MADDAMMA

| 2 Settembre 2013 | 0 Comments

INTERVISTA A GIORGIA MADDAMMA, danzatrice in prestigiose Compagnie in Italia e all’estero, insegnante di danza ad Essen per la Compagnia di Pina Bausch e coreografa con l’Associazione Koreoproject

A Giorgia Maddamma, che abbiamo già incontrato per il progetto europeo PLOTS un paio d’anni fa, chiediamo ora che cosa l’ha spinta alla temeraria impresa a cui si accinge.

Quello che stiamo cercando di fare a Lecce è un primo passo, qualcosa per creare i presupposti per un lavoro di alta formazione nella danza contemporanea, con tutte le sue sfaccettature e i suoi stili differenti.

In che cosa questo impegno sta in relazione con il tuo lavoro di insegnante ad Essen?

Abbiamo cercato di sintetizzare qui in due settimane il piano di lezioni che la Folkwang propone normalmente per tutto l’anno accademico, con una forte accentuazione della formazione in danza contemporanea, il cui studio è in Italia ancora carente e arretrato.

Nel mondo europeo della danza gli stili, gli approcci, i maestri sono diversi, anche parecchio. Come pensate di avvicinare gli allievi ad un mondo così complesso e articolato?

Le tecniche e gli stili di danza che si insegnano alla Folkwang permettono ai danzatori di acquisire una conoscenza così approfondita della danza, della sua pratica e della sua storia, delle sue origini come delle sua più avanzate esperienze. Tanto che quella che viene sviluppata non è solo la capacità tecnica e professionale di prim’ordine, ma insieme si è attenti a promuovere negli allievi quella “culturale”, quella di saper scegliere la direzione che più si avvicina al proprio personale modo di esprimersi.

Quale dunque il vostro obiettivo con il Campus, il vostro “sogno”?

Vorremmo riuscire a costruire qui a Lecce una sede stabile per lo studio della danza, una istituzione a livello universitario – come già avviene in Europa – che dia la possibilità a tutti i giovani di talento della nostra terra di avere un futuro, di seguire le loro passioni e i loro sogni, anche senza dover lasciare il proprio paese. Così questa può essere l’occasione per esaltare il lavoro che le tante, tantissime scuole di danza locali già fanno con gli allievi più giovani. A questi ragazzi e ragazze il Campus vuole dare la possibilità di studiare la danza al massimo livello, in contatto con le più affermate istituzioni ed le più avanzate esperienze a livello europeo.

Permettimi un’ultima domanda, legata al comune interesse per le arti performative. Il Tanztheater tedesco è stato un forte stimolo, persino un modello per molti, per danzatori e teatranti, per artisti visivi e cineasti, per studiosi di scienze umane e di storia dello spettacolo. Come vedi la danza di domani, che prospettive immagini?

Vedo lo svilupparsi di quello a cui accennavi. Un rapporto tra le diverse arti, performative e non, un proficuo confronto e scambio con le scienze umane, con l’antropologia, con la storia dello spettacolo. Cultura e arte sono inscindibili, così come la “poesia” della danza si nutre di suggestioni e di rimandi alle altre arti, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative e plastiche. Ecco, vorremmo che il Campus fosse un tassello anche per questa importante ed esaltante ricerca.

 

Category: Costume e società

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