Perché le giornate di ieri e di oggi sono state di importanza storica

| 10 Settembre 2013 | 0 Comments

LE ARMI DI OBAMA PER LA GUERRA E LE NOSTRE PER LA PACE

(Rdl) La giornata di ieri, la cui eco, chiarissima, amplificata dai mass media vecchi e nuovi, si è propagata fino ad oggi, con ulteriori novità, è stata importantissima per tutta una serie di ragioni, che proverò qui di seguito a sintetizzare, pur nella loro complessità e, come detto, nella loro straordinaria importanza.

Anzi, considero quanto avvenuto ieri di rilevanza storica, perché scorgo, alzando appena un po’ il piano di osservazione, fenomeni di portata epocale.

Per questo desidero condividerlo in primo luogo con tutti voi di leccecronaca.it

Vi sono grato dell’attenzione e ancora di più sarò di eventuali vostri rilievi e contributi.

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Il rinnovamento avviato da papa Francesco a una Chiesa in crisi di identità, piena di contraddizioni e gravata da colpe vecchi e nuove, è meritorio, mi fa pensare a quel movimento di vera e propria rigenerazione avviato da quel santo del quale porta non a caso il nome, che scosse tutta quanta l’Europa ottocento anni fa. In pochi mesi ha chiamato e richiamato al confronto, all’umiltà, alla purezza, alla povertà.

Sono processi lunghi, che si misurano con i decenni e non con i mesi, ma di cui vediamo già i primi frutti, per esempio allo Ior, la Banca vaticana, tanto per semplificare, da dove il marcio comincia ad esondare e a depurarsi, e non soltanto in termini finanziari, ma pure di rapporti con la politica, come dimostrato i contatti documentati giovedì scorso da La Repubblica fra i vertici dell’istituto e alcuni esponenti che chiedevano “dritte” su che fare, in primis l’agente di collegamento fra Pdl e Ior l’allora sottosegretario Alfredo Mantovano; pure per la guerra fra bande di potere e fazioni di interessi interne alla Chiesa, su cui indagò e riferì al precedente pontefice il Cardinale leccese Salvatore De Giorgi con esiti talmente allarmanti, da contribuire a spingerlo alle – a questo punto davvero benedette, visto il suo successore – dimissioni.

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In questo contesto dell’attualità, quanto avvenuto ieri e, di conseguenza, oggi, viaggia verso l’inquadramento storico. E infatti, non per la prima volta, ma per la prima volta in simili proporzioni di quantità, in simili precisioni di indicazioni e in simili modalità di attuazione, l’evento per la pace ha coinvolto tutto quanto il mondo e, grazie anche all’ausilio dei nuovi mass – media, ha incontrato l’adesione concreta e operativa di milioni di persone semplici e pure, anche di tantissimi non credenti, come me, ma di buona volontà, come io stesso qui in questo spazio insieme a molti di voi siamo stati testimoni, oltre che noi stessi protagonisti.

Hanno pregato insieme uomini e donne di tutte le fedi, superando concretamente divisioni anacronistiche, comunque intolleranze assurde, che già fin troppo orrori hanno prodotto nel corso dei secoli, perché se ne aggiungano in loro nome degli altri, come purtroppo continua ad avvenire.

Bellissimi anche i metodi di lotta selezionati e adoperati: la non violenza certo, in particolare il digiuno, il silenzio, la meditazione(la preghiera), che mi sembrano, come dimostrato dalla Storia, i più efficaci a raggiungere obiettivi concreti e precisi.

Ma c’è dell’altro, c’è di più, c’è molto di più, per quanto non lo abbiamo capito i nostri governanti asserviti al potere, in primis il nostro governo bi-letta.

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Parlando e scrivendo ieri con tanti, in colloquio col mondo tramite questi preziosi nuovi mezzi di comunicazione, mi venivano da taluni avanzate perplessità che del resto ben condivido anche io, a proposito del pacifismo della Chiesa, quel pacifismo all’acqua di rose, generico e inconcludente, formale e vacuo, con cui si sono levati fino ad ora appelli per lo più isolati, passati nel tritacarne mediatico dell’informazione senza rilievo, per quanto autorevoli, come atto dovuto, senza conseguenze.

Ieri e ieri per la prima volta, no, tutt’altro.

Allora, intanto, c’è stata la partecipazione, la condivisione operativa, la collaborazione su scala planetaria dall’eco fortissima di cui ho detto. Ma c’è di più.

Ieri, nel corso della lunga serata mondiale fra gli uomini di buona volontà, il Papa non si è limitato ad evidenziare che la guerra non è mai una soluzione, ma, sia pur con la cautela per un compito che non gli compete, ha avanzato “la” soluzione, accennando con sufficiente chiarezza alla possibilità di schierare un contingente internazionale che si frapponga fra le due fazioni in lotta in Siria, eviti altri massacri e piano piano riporti la civile convivenza e la scelta democratica del popolo con i voti, non con le armi. Un po’ quello che è avvenuto in Libano sotto l’egida dell’ Onu, quando l’ Onu sa essere autorevole e rispettato, ma soprattutto giusto, come oramai avviene di rado.

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A proposito, parlando e scrivendo fra i miei referenti internazionali, leggendo e documentandomi, credo di avere un quadro chiaro di quanto è avvenuto in Siria, dove c’è un regime eletto democraticamente, che assicura stabilità e per quanto possibile prosperità al suo popolo, ma che non è sotto il controllo economico, finanziario e militare della superpotenza imperialista americana, e per questo finito sotto le sue mire egemoniche, con l’obiettivo di distruggerlo.

Pensate un po’, per favore: gli oppositori di Bashar Al Assad sono fazioni retrograde dell’ Islam finanziate da alcuni paesi Arabi “amici” dell’ Occidente, che però usano quelli che l’ Occidente considera in altri scenari terroristi di Al Qaeda, oltre a mercenari prezzolati, raccattati da ogni dove, e che l’America, distruggendo il regime del legittimo presidente Assad, porterebbe al potere in Siria: un po’ come è avvenuto in Afghanistan, dove, come è noto, il tanto temuto Osama Bin Laden, fu pagato, allevato e coccolato dagli Americani, prima che si rivoltasse contro di loro.

Quanto alle sedicenti ragioni umanitarie…Ma per favore! Ammesso e non concesso che le abbia usate Assad – ma a me risulta l’esatto contrario – parlano gli Americani contro le armi chimiche! Come se le armi chimiche fossero più brutte delle due bombe atomiche che essi unici nella Storia hanno lanciato per di più inutilmente contro gli abitanti inermi di Hiroshima e Nagasaki! O delle bombe al napalm con cui hanno bruciato le foreste del Vietnam e i loro abitanti! O, tanto per venire ad anni più recenti, dei proiettili all’uranio arricchito con cui hanno ucciso – e per gli effetti procrastinati nel tempo- continuano ad uccidere in Jugoslavia, in Iraq, in Afghanistan, in Libia e come ora vogliono fare in Siria, e, insieme alla Siria, con l’ Iran(e anzi io credo che il secondo, ma più importante obiettivo americano, dopo la Siria, soltanto di facciata, sia proprio la distruzione del regime iraniano).

Poi, non se ne più di questi usa sceriffo del mondo, di questi interventi umanitari che sconvolgono milioni di vita e, in nome della sedicente democrazia, portano lutti e distruzioni, in realtà soltanto per obiettivi economici, finanziari e geopolitici. Basta! ***

Ecco, per ritornare a quanto è avvenuto ieri e nella giornata di oggi.

Per la prima volta, il papa ha parlato dei mercanti di armi e ha individuato in essi i veri responsabili delle guerre. Più chiaro di così!!

Questo concetto si trova in tutti gli scritti di Ezra Pound, il quale ben conosceva i suoi connazionali, e ben capì che i presidenti – tutti: democratici o repubblicani che siano – negli Stati Uniti d’America sono eletti con il contributo in primo luogo delle industrie di armamenti e dei mercanti di morte, e se vince l’uno, o l’altro, cambia al massimo il tipo di armi usate, in relazione all’eletto appoggiato da questa fabbrica di missili, o quella azienda di bombe. Ecco, devono usarle, le armi, devono “consumarle” e basta solo trovare, o inventare il pretesto, da buoni servi dei mercanti e dei banchieri.

Si parva licet componere magnis, in tutte le mie riflessioni che da anni vado scrivendo per promuovere quello che a me sembra l’obiettivo principale di tutti noi testimoni del tempo, per le giovani generazioni, e cioè costruire la cultura della pace, il punto di partenza è appunto, secondo la lezione poundiana, che i responsabili della guerra sono i mercanti di armi e gli speculatori finanziari.

Ora per la prima volta l’ha detto a chiare lettere il Sommo Pontefice, e scusate se è poco.

Come non è poco l’isolamento politico che le giornate di ieri e di oggi hanno prodotto in Barac Obama.

Faccia un passo indietro, a questo punto! Non abbia paura di avere coraggio! Meriti nei fatti quel premio Nobel per la pace che gli assegnarono in maniera incomprensibile, più che vergognosa!

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Staremo a vedere che cosa succederà. Ma dopo le giornate di ieri e di oggi, sappiamo ora di essere in tanti, a volere la pace, a volerla concretamente in nome della giustizia sociale e dell’autodeterminazione dei popoli, ad avere tanti alleati anche così prestigiosi e soprattutto ad avere anche noi le armi efficacissime dei nuovi mass media, della non violenza, della meditazione, del confronto, della condivisione.

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Category: Costume e società

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