RUBANO CAVI IN RAME, MA SULLA STRADA LASCIANO SOLCHI CHE PORTANO FINO AL COVO: RECUPERATI 3 KM DI CAVI IN RAME

| 4 Aprile 2014 | 0 Comments

La notte del  1 aprile scorso, ignoti si sono introdotti all’interno di un impianto di pannelli fotovoltaici a Borgagne di Melendugno.

Nonostante l’allarme dell’impianto sia scattato più volte, i ladri sono riusciti a dissimulare un avaria al sistema eludendo i controlli, e quindi sono riusciti ad asportare circa 3 km di cavi di rame.

La stessa mattina, a seguito della denuncia del legale rappresentante e del sopralluogo effettuato dai Carabinieri della Stazione di Melendugno, sono partite nell’immediatezza le indagini.

L’attenzione degli investigatori, affiancati poi da personale dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Lecce, si è diretta immediatamente verso uno strano particolare: lungo la strada che portava all’impianto, sono stati notati dei vistosi solchi recenti che avevano “sbriciolato” la strada.

Seguendo questo strano ed insolito segno, percorrendo un tragitto articolato, i carabinieri sono giunti fino ad un casolare recintato nel comune di Torchiarolo.

All’interno del recinto, i carabinieri hanno scorto un furgone bianco, che sull’asse posteriore presentava un cerchione consumato, quasi certamente a causa dello sfregamento con la strada; nel cassone dello stesso, si scorgevano numerosi cavi di rame già tagliato.

Si trattava quindi proprio della refurtiva sottratta quella stessa notte dall’impianto di Borgagne, ed il cerchione consumato era quello che aveva lasciato i solchi nella strada.

Quindi i carabinieri hanno proceduto all’immediata perquisizione della tenuta e del furgone, ed a bordo di quest’ultimo, oltre ai visibili cavi di rame, hanno rinvenuto anche alcune cesoie, utilizzate proprio per tranciare i cavi originari.

Il proprietario del casolare, A.C., 37enne del posto, cercava di smarcarsi dalla vicenda, dicendo di aver preso in affitto quella tenuta da poco tempo e di non saperne nulla del rame.

Rintracciato poi anche l’utilizzatore del furgone, P.D., 46enne brindisino, costui ha provato a giustificarsi dicendo di aver solo trasportato quel carico, di cui ne ignorava la provenienza, poiché era stato pagato per farlo da un soggetto a lui sconosciuto, di aver forato lungo il tragitto, e di aver quindi chiesto all’amico proprietario del casolare di poter lasciare momentaneamente lì il furgone, in attesa di cambiare la ruota.

Le versioni dei due uomini sono apparse ai carabinieri abbastanza goffe ed inverosimili, per cui A.C. è stato denunciato a piede libero per “favoreggiamento”, mentre P.D. è stato denunciato a piede libero per “ricettazione”.

La refurtiva del valore di 50.000 euro circa, ormai però inutilizzabile per il suo scopo originario, è tornata comunque ai legittimi proprietari. E le indagini proseguono per far luce sul reale svolgimento dell’azione delittuosa e sulla eventuale presenza di altri complici.

 

Category: Cronaca

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