MUSSOLINI LA PIRA E IL BURATTINO

| 30 Aprile 2014 | 0 Comments

Riceviamo e pubblichiamo.

“Per Mussolini ho sempre avuto un sentimento di affetto, direi di venerazione. Lo ricordo bene il giorno in cui lo vidi e gli parlai. Si era nel maggio del ’37 e io facevo parte del gruppo dei professori universitari ricevuto da Mussolini a Roma. Io avevo la camicia nera, l’ho indossata soltanto tre volte. E le dico che se Mussolini non avesse fatto le leggi contro gli ebrei, oggi sarebbe il capo d’Europa, un buon capo. Vuol sapere una cosa strana, la più strana della mia vita? Dopo che Mussolini morì, io continuai a sognarlo ogni notte, per molto tempo, per lunghissimo tempo. Ci parlavamo e io lo vedevo sofferente, ma sereno. La grazia gli è passata vicino quando era in vita e lo ha toccato, lo ha toccato”.

Non sono le affermazioni di qualche combattente della Rsi, di qualche docente universitario epurato dalla democrazia resistenziale.
A pronunciarle è stato il “sindaco santo” di Firenze, quel Giorgio La Pira sulla cui tomba il burattino si precipitò a pregare non appena eletto sindaco della stessa città. Contestato, irriso, sbeffeggiato, il democristiano La Pira dimostrò comunque un’onestà intellettuale che manca oggi ai suoi successori. Chissà se il burattino era a conoscenza della venerazione del sindaco santo nei confronti del Duce.

Inutile illudersi che ne fossero a conoscenza i giornalisti di servizio che da sempre attorniano il burattino. Tanto, anche se l’avessero saputo, si sarebbero ben guardati dal divulgare le dichiarazioni di La Pira. Quanto all’attuale centrodestra e destra, per scoprire La Pira occorrerebbe la fatica di leggere, di studiare. La storia, questa sconosciuta. Meglio andare avanti con prese di distanza in prima persona, con abiure, con la negazione di se stessi.
Sperando che siano gli altri a concedere qualche spazio, a gettare qualche osso per far contenti i cagnetti della finta opposizione. Incapaci di grandi pensieri, si rifugiano nella banalità del quotidiano. Senza idee, senza progetti, senza programmi. Stare bravi e puntare a qualche strapuntino. Servire il padrone di turno, abbaiando ogni tanto per far capire di essere ancora vivi, e attendere fiduciosi qualche concessione. Evitando di rendere omaggio alla tomba del Duce, ovviamente. Ma ignorando persino chi fosse La Pira a cui rende omaggio il burattino.

Paolo Camaiora

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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