On the road nel Salento per la bellezza dei libri/ PAOLA BISCONTI SI RACCONTA

| 31 Maggio 2014 | 0 Comments

(Rdl) Si è appena conclusa l’esperienza di “Pianissimo”, il giro del Salento, a bordo di  un furgone, durato otto giorni, per promuovere il piacere della lettura.

La consideriamo un’iniziativa nobile, concreta e spontanea, per la diffusione della cultura popolare. Per questo motivo, abbiamo chiesto a Paola Bisconti, che l’ha organizzata, di parlarci della sua esperienza. Con le foto di Cristian Tondo, quello che segue  è il suo racconto in esclusiva, di cui la ringraziamo: come è nata l’avventura, che cosa significa, con chi l’ha condivisa…E con un po’ della sua vita.

Quello che sto per raccontarvi è un capitolo della mia vita che potrebbe non interessare a nessuno se non fosse per il fatto che riguarda tutti. Era l’estate dei miei 12 anni, quella in cui tutto cambiò. No! Non solo perché conobbi l’uomo che è diventato mio marito, ma soprattutto perché non trascorse giorno senza che leggessi 10, 20, 30 pagine di un libro. Fu – a tutti gli effetti – la stagione dell’amore.

Tanto quanto mangiare, bere, dormire, anche l’azione del leggere era diventata un’esigenza, un bisogno al quale corpo e mente non potevano più sottrarsi. Da allora niente e nessuno mi ha separato dai libri – e neanche da quell’uomo che è diventato mio marito.

Arrivarono gli anni del liceo e come per magia iniziai a ricevere ottimi voti nelle materie letterarie. Stimolata per giunta da una professoressa amante della lettura, noi alunne eravamo costantemente nutrite dai libri  come fossero pane quotidiano. Una volta diplomata pensai fosse arrivato il momento di realizzare quel sogno nel cassetto, tenuto lì ben custodito.

Decidere di aprire una libreria in un piccolo paese come Cavallino, avviare un’attività commerciale senza avere alcuna esperienza alle spalle e per giunta nel settore culturale significava andare incontro ad un vero e proprio suicidio. Almeno questo era quello che pensavano gli altri, io ero – e lo sono ancora – determinata, entusiasta, ottimista. Ma si sa … l’affitto, le bollette e tutto il resto non si possono certo pagare con i buoni sentimenti. Così a malincuore abbandonai ogni pianificazione convinta che mai più sarei riuscita a risollevarmi da quell’amara delusione.

L’introito ricavato da lavori, lavoretti, impiegucci rimarginò la ferita aperta del mio cuore che soffriva ancora per la prima vera sconfitta presentatami dalla vita. Rinunciare all’apertura di una libreria significava perdere l’occasione di offrire a un’intera comunità la possibilità di ritrovarsi in un luogo che non fosse il bar della piazza dove la massima offerta di socializzazione era giocare a carte; di incontrarsi in un luogo alternativo alla biblioteca dove poter studiare magari con un sottofondo musicale; di poter vivere un luogo inteso come crogiuolo di energie, creatività, entusiasmi giovanili e non.

Con i piedi di piombo attraversai le strade che il destino aveva scritto per me, percorsi con impegno e dedizione tragitti che colmarono quel dispiacere grazie alle meravigliose esperienze professionali che mi hanno permesso di raggiungere piccoli e grandi traguardi, tutti appuntati nel libro della mia vita.

Diventai così giornalista riuscendo con mia profonda soddisfazione e con non poco sacrificio ad operare nel settore culturale.

Ed è stato mentre svolgevo il mio lavoro che sono venuta a conoscenza di un progetto che ho sempre definito tanto semplice quanto rivoluzionario.

Si chiama “Little Free Library”, il movimento culturale americano che nell’arco di pochi mesi è diventato internazionale approdando anche in Italia. L’iniziativa consiste nell’installare piccole casette di legno in ville, parchi e piazze contenenti dei libri che possono essere presi in prestito da chiunque. Adulti e bambini, infatti, hanno la possibilità di tenere con sé il testo che ritiene più interessante, leggerlo e riportarlo indietro senza alcuna scadenza temporale.

Valutando l’idea a dir poco eccezionale mi sono armata di sano ottimismo e ho ragionato sulla possibilità di proporla nel mio paese. Lo stesso nel quale anni prima avrei voluto aprire una libreria. Questa volta però nonostante gli avvertimenti del tipo “Ma tu davvero credi che tutti potranno apprezzare la proposta?” oppure “I vandali la distruggerebbero subito” e ancora “Di certo nessuno riporterà i libri indietro”.

Questa volta però a differenza della precedente esperienza ho voluto far di testa mia e con tenacia ho seguito l’iter che mi ha permesso di realizzare ciò che oggi è una felice realtà. Sostenuta economicamente dall’amministrazione comunale di Cavallino che ha coperto le spese del materiale e coadiuvata dall’appoggio dell’uomo conosciuto nell’estate dei miei 12 anni che è poi diventato mio marito, ho portato a compimento il sogno di una vita. 

L’8 maggio 2013 sono state inaugurate insieme agli alunni dell’Istituto Comprensivo L. Da Vinci di Cavallino, ben cinque mini biblioteche – su ognuna delle quali è

affissa una targhetta con un numero di matricola che consente di visualizzarle sulla Google Maps -. In quella felice circostanza sono stati raccolti oltre duecento libri donati dagli alunni dei plessi di Cavallino e Castromediano. Questa generosità è stata solo una delle tante dimostrazioni di entusiasmo da parte dei miei concittadini che a dispetto di ogni convinzione hanno saputo accogliere l’iniziativa con  gioia.

Nonostante la prima notte siano state semi distrutte due casette per mezzo di alcuni incivili che come zombi brancolano nel buio dell’ignoranza, io e mio marito abbiamo riparato le mini biblioteche e ricollocate in zone molto più controllate. Ora le casette sono diventate un punto di ritrovo per le famiglie, i bambini usufruiscono del servizio con un entusiasmo indescrivibile, i genitori consultano i testi riordinandoli come se fosse la propria libreria. Sono stati in molti a consegnarmi dei libri da posizionare all’interno delle varie casette, sono stata contattata dalle case editrici così come dai librai che con una generosità inverosimile hanno messo a disposizione numerosi volumi per contribuire a tenere costantemente rifornite le mini biblioteche. Gli organi di informazione si sono soffermati sul caso mettendo in risalto un progetto che contribuisce a valorizzare il libro inteso come strumento di socializzazione, dialogo, condivisione. Con la “Little Free Library” ci siamo resi conto che tutto ciò è possibile e finalmente ho potuto dire a me stessa di essere riuscita a realizzare un sogno che credevo fosse stato infranto da un pessimismo che abbrutiva una realtà forse non così deleteria come molti si ostinano a vedere.

Sulla scia di queste riflessioni, sempre grazie al mio mestiere, ho conosciuto una persona che forse – anzi senza ombra di dubbio – in un modo più avventuroso del mio ha deciso di portare i libri lì dove si legge molto poco.

Lui è Filippo Nicosia e a bordo di Leggiu, un Fiat 900 Panorama, la scorsa estate ha attraversato la Sicilia. Il suo progetto si chiama “Pianissimo, libri sulla strada” e altro non è che una libreria itinerante perché se le persone non vanno dai libri, sono i libri ad andare dalle persone. Il trentenne siciliano ha inventato un nuovo modo di offrire la cultura, andando nelle piazze, incontrando la gente e offrendo l’opportunità di confrontarsi attraverso un dialogo che può scaturire dal brano di un libro.

Mi sembrava quindi che Pianissimo riproponesse in una versione meno statica ciò che io avevo elaborato con le mini biblioteche, con una differenza sostanziale però … con la Little Free Library i libri si prendono in prestito, da Filippo invece i libri si comprano. Bisognava così soffermarsi su alcune considerazioni che pensavamo fossero scontate ma che poi in realtà non lo erano. Il primo vero valore da attribuire al libro è anzitutto quello economico. Ecco allora che due modi di diffondere la cultura e promuovere la lettura si sono incontrati. E’ così che è nato il tour nel Salento di Pianissimo svoltosi nella settimana che ha preceduto il primo anniversario della “Little Free Library” di Cavallino.

Otto intense giornate trascorse insieme a Filippo Nicosia e a Chiara Baffa mi hanno consentito di fare un viaggio nel viaggio. Con loro ho
attraversato paesi e città del nostro amato sud e ho potuto osservarli da una prospettiva diversa cogliendo ciò che fino ad allora non ero riuscita a notare. Siamo stati a Lecce, nel cuore della Grecìa Salentina, abbiamo incontrato gli alunni delle scuole e ricevuto una calorosa accoglienza da parte delle amministrazioni comunali. È stato un tour intenso che si è concluso con la festa del primo anniversario delle mini biblioteche nel parco della Casina Vernazza a Cavallino dove i bambini hanno partecipato alle letture ad alta voce eseguite da Filippo e insieme a me hanno ricordato i momenti dell’inaugurazione avvenuta lo scorso anno per poi festeggiare la ricorrenza con un rinfresco offerto da un panificio del paese.

Ho ancora negli occhi i volti di tutti coloro che si sono avvicinati a “Leggiu” con aria incuriosita, di certo un po’ divertiti nel vedere quella graziosa libreria ambulante ammaccata dalla ruggine, ma così affascinante.

Termina quindi il mio racconto forse troppo lungo ma mi auguro non altrettanto tedioso. “Pianissimo” è ritornato in Sicilia dove continua a svolgere la sua missione come del resto faccio io nel mio Salento, seppur in modo differente.

L’augurio più sincero che possa fare a chi pazientemente è riuscito ad arrivare alla fine di questo articolo – e anche a chi si è fermato al decimo rigo – è quello di lasciarvi sorprendere dalla meraviglia della lettura e da tutto ciò che può scaturire dalla bellezza di un libro.

Paola Bisconti

 

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Category: Costume e società

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