TRICASE: FRATELLI “IN ERBA” ARRESTATI IN FLAGRANZA
FERRAMOSCA Andrea e Michele due fratelli di Tricase, per detenzione ai fini di spaccio di marijuana sono stati arrestati.
La notte scorsa, durante un posto di controllo nel Comune di Miggiano i militari della Stazione di Specchia procedevano al controllo di una fiat punto condotta da Ferramosca Andrea con a bordo un marocchino anch’egli di Tricase; Ferramosca, già noto alle forze dell’ordine, si mostrava immediatamente agitato e i carabinieri decidevano di procedere alla perquisizione del veicolo. Dopo gli avvisi di rito, forse preso dall’agitazione, il passeggero consegnava spontaneamente ai militari una bustina contenente circa tre grammi di marijuana che aveva occultato nei pantaloni. Successivamente durante la perquisizione dell’autovettura, all’interno della scatola dello sterzo, veniva rinvenuto un involucro contenente circa 18 grammi di marijuana e la somma contante di euro 180 ritenuta provento dell’attività illecita di “spaccio”. La perquisizione veniva allora estesa anche all’abitazione del Ferramosca in Tricase; giunti sul posto i militari della Stazione di Specchia coadiuvati dai colleghi del NOR – aliquota Operativa prendevano immediatamente posizione innanzi casa e vicino ai garage nella disponibilità del tricasino. Appena giunti nei pressi del box auto i carabinieri scorgevano Ferramosca Michele che, alla presenza di altri ragazzi, poggiato su un tavolino era intento a confezionare dosi di marijuana pesandola con un bilancino di precisione. Visto ciò i militari fermavano immediatamente i presenti e procedevano alla perquisizione del locale ove venivano rinvenuti circa 80 grammi di marijuana e varie banconote per un totale di circa 100 euro anche esse ritenute il provento dell’attività illecita di spaccio. Constatato ciò i militari procedevano alla perquisizione personale dei presenti e rinvenivano nelle tasche di uno di questi circa un gramo di marijuana identica nel confezionamento di quella rinvenuta ai due fratelli Ferramosca, e verosimilmente acquistata proprio dagli stessi. I due venivano così tratti in arresto e tradotti presso l’abitazione in regime degli arresti domiciliari.
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