GIOVANNI SICILIANO, SIMONA MANCA E ANTONIO GABELLONE: ESERCIZI DI STILE SULLE AUTO DEI POTENTI VERGOGNOSAMENTE PARCHEGGIATE NEL CORTILE DEI CELESTINI

| 30 Gennaio 2015 | 4 Comments

(g.p.)  ______  Oggi in redazione sono arrivati tre comunicati politici, e una segnalazione anonima, su una edificante vicenda che, si parva licet componere magnis, merita di essere raccontata, al di là dello spessore dei protagonisti, anche perché riguarda la Provincia, ente che doveva essere abolito e che invece, purtroppo, grazie a una delle mirabolanti riforme del governo Renzi, è ancora là, Araba Fenice, per di più rigenerata e nominata direttamente dal sistema del sottobosco politico.

L’ oggetto del contendere, i parcheggi auto riservati all’interno di Palazzo dei Celestini, una questione che, in nome della Bellezza, ma pure in nome del semplice buon senso, manco doveva esistere, perché quelle auto minano irrimediabilmente l’ armonia artistica del luogo, un pugno, un livido nel volto, come brufoli fastidiosi e purulenti posti su viso della “ragazza con l’ orecchino di perla” mirabilmente ritratta dal pennello di Johannes Vermeer, oltre ad essere l’ icastica rappresentazione dell’ arroganza, del disprezzo, del distacco dei nostri politici, per di più di serie c, girone meridionale.

Ci voleva proprio poco a dire: qui dentro non si entra con le auto, e basta, ingresso vietato a ogni tipo di automobile, e amen.

Invece – con figuracce quotidiane con gli esterrefatti turisti – le auto, le loro, ovvio, solo le loro, entrano e quel che al massimo hanno concesso, se ne sono limitato il numero a dodici, divise equamente con la Prefettura.

A proposito,e questo dispiace, perché se sui politici la considerazione unanime è pressappoco pari allo zero, e quindi nessuno si aspettava niente di meglio di quel che han fatto e deciso, per i servitori dello Stato i cittadini nutrono ancora un certo rispetto, e avrebbero sperato un comportamento migliore, ma tant’è.

Questa era la situazione consolidata fino a qualche giorno fa, e intanto questa è rimasta, sia ben chiaro, però con tutta la storia edificante nel frattempo sviluppatasi, di cui vi siamo debitori. Eccola.

Tutto è cominciato qualche giorno fa nell’ ultimo consiglio tenuto dai miracoli eletti pochi mesi dai loro vassalli e valvassori di partito, in cui uno dei privilegiati della sotto casta, Giovanni Siciliano (nella foto), consigliere comunale di Nardò, pure eletto in provincia dai suoi compagni e amici nel raggruppamento “Salento bene comune ” e quindi ora all’ opposizione – si fa per dire – di Gabellone, escluso dal benefit del posto riservato interno, se n’è uscito con una apodittica dichiarazione: “Fatemi parcheggiare nell’ atrio dei Celestini, o mi dimetto”, motivata col considerazione del tipo “non posso perdere tempo a cercare parcheggio”.

Resosi conto evidentemente soltanto il giorno dopo della sparata che avrebbe fatto invidia a Cetto La Qaulunque, ha cercato di giustificarsi e/o di aggiustare il tiro scrivendo sulla sua pagina Facebook – già, perché il Nostro ha una pagina da personaggio pubblico, come i grandi esponenti politici – testualmente:

“Ho letto, non senza stupore, l’articolo redatto da una giornalista del Nuovo Quotidiano Di Puglia in merito ad una mia dichiarazione al Consiglio Provinciale tenutosi nella giornata di Lunedì. Dichiarazioni che, purtroppo, l’articolista non ha riportato correttamente rispetto a quanto effettivamente da me pronunciato durante il Consiglio. Ho affermato che è impensabile dover posteggiare le auto dei Consiglieri Provinciali nei parcheggi a pagamento, quotidianamente, mentre le auto dei funzionari della Prefettura possono accedere nell’atrio di Palazzo dei Celestini. Non dunque una richiesta di “privilegi”, ma di pari trattamento. Sono rimasto allibito, ma, contemporaneamente, soddisfatto per aver potuto spiegare al meglio la mia posizione che andava nella direzione della salvaguardia dell’atrio di Palazzo dei Celestini, per il quale non si possono e non si devo adottare due pesi e due misure”.

Insomma, è sempre colpa di quegli stupidi dei giornalisti, che non capiscono mai niente. Lui, ce l’ aveva con quegli arroganti della Prefettura, mica parlava per sé, oltre a piangere miseria, per dover pagare qualche euro di grattino e sprecare qualche minuto del suo preziosissimo tempo, arrabattandosi fin verso la macchinetta, come fan tutti.

Ma ancora non bastava. Giovanni Siciliano ha avuto modo di articolare il proprio pensiero nella giornata di ieri, in una conferenza – stampa appositamente organizzata sulla questione di stato, riportata dal soccorso rosso, in cui ha completamente ribaltato la frittata, asserendo di non volere auto nell’ atrio, al massimo due o tre eccezioni, al massimo parcheggi riservati e bus navetta, e ha avuto modo di spiegare la sua sparata come una “provocazione”, cioè una rivendicazione a voler lavorare meglio. Per il bene comune, in minuscolo, ovvio, e chissà se questa volta gli esegeti della scuola poetica siciliana hanno correttamente inteso.

Intanto, sull’ abbrivio della questione, è intervenuto a gamba tesa, ha preso cioè carta e penna un consulente della Provincia stessa e ha scritto al Presidente Gabellone per metterlo in guardia, per diffidarlo da, per avvertirlo, per non sappiamo bene come dire, l’ avvocato Pietro Quinto, il quale, con argomentazioni legali e sostanziali, buon gusto e morale a parte, sostiene che nel cortile dei Celestini auto non ce ne devono stare proprio, punto e basta.

Arriviamo così alla giornata di oggi, in cui la questione ha dato modo al presidente Antonio Gabellone e alla consigliera della sua maggioranza Simona Manca, di esternare al riguardo, pigliando di petto il problema.

Avendo molto altro da fare, si sono giustamente divisi i compiti: l’uno se l’è presa con l’ avvocato – consulente, l’altra con il collega parcheggiatore.

““Leggo dalla stampa, dopo averla ricevuta, una nota dall’avv. Quinto con cui si evidenziano profili di illegittimità e di illiceità relativi alla sosta…”.

Comincia così il comunicato presidenziale, con quell’ incipit fulminante da consumato romanziere. Leggo sulla stampa, dopo averla ricevuta…Anche se rimane il mistero sul significato, dai, è roba da maestri…

Quanto al senso, è superiore alle nostre capacità intellettive. Gabellone ha avuto la lettera dopo aver letto i giornali? Preferisce leggere i giornali e non la posta (forse non ha tempo per tutto?). C’è una polemica – accusa su chi manda le lettere prima ai giornali e poi ai destinatari? E’ colpa dei giornalisti che intercettano le lettere?

Apriamo il dibattito?

Sui contenuti concreti, invece, mirabolante incipit a parte, le nostre limitate risorse giornalistiche ci fanno capire che Gabellone dice in sostanza: ci siamo divisi i posti con la Prefettura, sei a ciascuno, non fa male a nessuno.

Non è un grande contenuto, ma questo dice, difendendo la scelta “opportuna ed equilibrata”. Niente altro, neanche un minimo accenno alla Bellezza, alla Morale, niente.

Simona Manca invece accusa – ma qui ha gioco facile – Giovanni Siciliano di aver completamente cambiato opinione, da un eccesso all’ altro, e, forte di quella cultura a cui fu un tempo assessore, tesse un’apologia del suo presidente, arrivando a sostenerne la volontà di sgomberare il cortile. Così nella sua dotta prosa:“E’ da mesi che questa Amministrazione provinciale è impegnata nel tentativo di liberare il bellissimo chiostro interno di Palazzo dei Celestini dalle auto di servizio in sosta. Una “battaglia” culturale e di civiltà che ha prodotto fino ad oggi un risultato importante, del quale va dato atto al presidente Gabellone: quello della riduzione al minimo dei mezzi tra Prefettura e Provincia presenti nell’atrio. Continueremo a lavorare in questa direzione come abbiamo fatto fino ad oggi, in modo concreto e serio, senza false minacce e proclami volti solo ad avere un po’ di visibilità”.

Grande prova di mistificazione della realtà, potrebbe essere il centesimo degli esercizi di stile di Raymond Queneau. La cultura non è acqua!

Poi però uno terra terra non capisce come mai dodici auto continuino a sostare là, con lo sfregio quotidiano alla Bellezza, alla Cultura e alla Civiltà, checché la Simona Manca ne abbia a dire e a scrivere.

Ecco, di queste robe qua si occupano i nostri politici del sistema, queste le questioni che affrontano con tanta profondità e lungimiranza, questo è il dibattito politico – culturale e la cura del proprio patrimonio artistico che abbiamo qui a Lecce. Poi dice che non siamo andati in Europa, e che abbiamo preso zero voti.

 

 

 

 

 

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Comments (4)

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  1. redazione ha detto:

    Ci sono stati sviluppi. L’ ufficio di presidenza ha preparato un nuovo regolamento che, al comma 2 dell’articolo 5, stabilisce che «al Consiglio Provinciale, per lo svolgimento della sua attività e di quella delle sue articolazioni sono assicurati locali, personale addetto ed una propria dotazione strumentale e finanziaria, nonché l’uso dell’atrio della sede istituzionale della Provincia, per la sosta dei veicoli da parte dei Consiglieri, ai soli fini della partecipazione alle sedute del Consiglio e delle Commissioni di cui al presente Regolamento».
    Quindi, non solo tutto falso quanto finora dichiarato a parole, nei fatti la realtà è un’ altra.
    C’è da specificare, per correttezza, che di bozza si tratta e che quindi, per entrare in vigore, il nuovo regolamento dovrà essere approvato dal consiglio.
    Però tanto basterà ai nostri lettori per farsi un’ idea ancora più precisa sulla questione e sui suoi protagonisti.
    Noi da parte nostra continueremo a seguirne gli sviluppi.

  2. PRESIDENTE ANTONIO GABELLONE ha detto:

    “Nonostante non pensassi di dover tornare sull’argomento, mio malgrado sono costretto a farlo per poter puntualmente ripercorrere le tappe di questa vicenda.
    Su input del Prefetto, ci siamo incontrati alla presenza dei rappresentati del Comune di Lecce e della Sovrintendenza e abbiamo convenuto sull’opportunità e l’urgenza, di ridurre all’essenziale la presenza di veicoli nell’atrio. Per questo siamo giunti alla sottoscrizione di un accordo, firmato da tutte le parti, con il quale si garantisce l’accesso a 12 veicoli autorizzati, lasciando sei stalli per la Provincia e sei stalli per la Prefettura.

    Di fatto, gli stalli per il Presidente e per il Segretario generale non sono mai utilizzati e i restanti spazi lo sono in modo saltuario, ad eccezione di un’Agila gialla che è destinata ai servizi postali e al carico e scarico di tutti di documenti che dal Protocollo sono in entrata e in uscita per i diversi uffici, e da quei dirigenti e funzionari che, svolgendo il loro lavoro presso le sedi di via Botti o via Cicolella, si recano in Presidenza, Direzione generale e Segreteria generale, e che in questo modo hanno la possibilità di evitare perdite di tempo per parcheggiare l’auto che, inevitabilmente, si ripercuoterebbero sui costi dell’Ente.

    Ritengo che, dopo anni di dispute, con ragionevolezza si è trovata una soluzione che azzera i “privilegi” e che permette, da un lato, al visitatore la possibilità di godere della bellezza del monumento e, dall’altro, consente agli uffici l’utilizzo degli spazi nella misura strettamente indispensabile al loro funzionamento.

    Tengo infine a chiarire la vicenda del Regolamento, che è stato predisposto dagli Uffici sulla scorta, rispetto ai vari argomenti, di suggerimenti, indicazioni, pensieri, desiderata che erano stati raccolti nel corso dell’elaborazione. In particolare, sull’articolo 5 che è stato riportato, la mia posizione è contraria e non potrà che essere conforme all’accordo preso sulla questione e i cui risultati, rispetto all’occupazione selvaggia dell’atrio di Palazzo dei Celestini in precedenza, sono sotto gli occhi di tutti”.

  3. redazione ha detto:

    In questa nuova precisazione, il presidente non dice niente di nuovo, purtroppo. Nei fatti, anzi, poi conferma l’ indiscrezione sul regolamento in preparazione che consentirebbe a tutti i consiglieri di parcheggiare tranquillamente nei giorni di riunioni, cioè quasi tutti, al di là della propria dichiarata contrarietà personale, che non sappiamo quanto potrà influire sull’ approvazione, o meno, del provvedimento. Aspettiamo.
    Continua a sfuggire, al presidente, che il parcheggio di dodici macchine, che egli vanta come una conquista, o anche meno, deturpa lo stesso lo scenario in maniera pesane.
    Gli sfugge, ancora e soprattutto, che la circostanza assume un valore emblematico, allegorico, un significato superiore, come possiamo dire? Quelle auto parcheggiate nel cortile dei Celestini sono l’ icastica rappresentazione dei privilegi ingiustificati della casta dei politici in spregio agli intresi del bene comune e alle comune regole di tutti. Rifiutarsi di lasciare l’ auto come tutti i comuni mortali al “Carlo Pranzo” e prendere la navetta, o fare poche centinaia di metri a piedi, come tutti i Leccesi che vanno in centro, è così difficile da accettare? In cambio di restituire al suo respiro di bellezza uno dei panorami architettonici più belli del mondo! E tanto difficile da capire questo?

  4. redazione ha detto:

    Continua invece il silenzio della prefettura. Oramai è diventato un silenzio assordante.

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