EMERGENZA XYLELLA, GIUSEPPE SILLETTI COMMISSARIO

| 12 Febbraio 2015 | 4 Comments

(Rdl)______Per l’emergenza legata alla diffusione della Xylella Fastiosa nel Salento c’è un commissario straordinario, nominato questa mattina a Roma, come annunciato dal prefetto Franco Gabrielli, dal ministro dell’ agricoltura Maurizio Martina e dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. E’ il comandante regionale della Puglia del Corpo forestale dello Stato, Giuseppe Silletti. Avrà a disposizione 13 milioni 610 mila euro per gli interventi di emergenza tesi a contenere la diffusione del batterio: un’ apposita ordinanza definisce le regole per l’utilizzo delle risorse finanziarie.

Secondo il ministro Martina: ”La lotta alla Xylella fastidiosa segna oggi un salto di qualità: per la prima volta la Protezione Civile scende in campo con noi e la Regione Puglia su una emergenza fitosanitaria”.

Rimangono però immutate le perplessità da più parti avanzate in questi mesi sui criteri con cui l’ emergenza verrà affrontata, allo stesso modo in cui rimangono i dubbi sulle cause della diffusione del batterio.

 

Category: Cronaca

About the Author ()

Comments (4)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. ASSOCIAZIONE SALUTE SALENTO ha detto:

    In provincia di Lecce sono 44mila e 800 le diagnosi di tumore. Un incremento del 38 per cento in 24 anni, unico in Italia.
    Il dato è emerso a margine dell’incontro, «Uso della chimica in agricoltura: i rischi per l’ambiente e la salute». Un confronto fra esperti organizzato da Csvs, Dream e Università del Salento.
    Il seminario ha previsto 2 sessioni: a Lecce nella sede del Dream al “Vito Fazzi” per incontrare l’avvocato spagnolo Graciela Cristina Gomez, esperta internazionale di problemi ambientali legati all’agricoltura e ai rischi degli Ogm per la salute e a Sannicola nel pomeriggio, per parlare degli effetti dell’inquinamento da fitofarmaci sulle acque e sul suolo.
    L’evento è stato organizzato dal Csvs Lecce nell’ambito del progetto “Cantieri per la sussidiarietà”, per avvicinare i cittadini ai grandi temi della salute e dell’ambiente.
    «Nessuno dice che in provincia di Lecce si è registrato un incremento del 38 per cento dei tumori negli ultimi 24 anni – denuncia Luigi Russo – un dato spaventoso, unico in Italia. Possono essere gli inquinanti dei terreni, le discariche interrate, gli inquinanti dispersi nell’aria dalle fabbriche che hanno prodotto fumi a volontà. Ma anche i pesticidi».
    E aggiunge, «Oggi nella nostra provincia abbiamo circa 44.800 diagnosi di tumore su 800mila abitanti. Tumore alla vescica, ai polmoni, alla mammella .. Se viene mantenuto questo trend, l’Istituto superiore di sanità prevede che si arriverà a 100mila persone entro 20 anni. Un incremento inquietante, in particolare per il tumore al polmone, alla vescica e per le leucemie, che fino a 30 anni fa erano rare. Un’altra grossa patologia grave – aggiunge Russo – sono le malformazioni genetiche nei bambini, che colpiscono soprattutto le giovani generazioni e addirittura i feti».

    Dal convegno è emerso che nella nostra provincia vengono usati circa 2,2 milioni di quintali di pesticidi in un anno. «Veleni che – sostiene il presidente del Csvs – finiscono nella catena alimentare e nell’organismo dove si accumulano e producono lesioni, tumori e modificazioni genetiche».

    Le patologie legate ai pesticidi e ai fitofarmaci sono numerose. «Fra queste – ricorda Russo – , il morbo di Parkinson, la Sla e la celiachia, dovuta alla presenza del “glifosate” che è contenuto nel Roundup, un pesticida distribuito dalla Monsanto».

    Per la Asl di Lecce il dottore Michele De Benedetto ha parlato di «uso dissennato della chimica in agricoltura» e ha ricordato la drammatica situazione degli uliveti a sud di Gallipoli, dove i contadini giurano che la Xylella c’è sempre stata, in forma quasi inesistente e che è aumentata negli ultimi anni con l’uso scriteriato dei prodotti chimicI.

    Per l’università del Salento il professore Carlo Storelli ha inquadrato il problema nei sui aspetti fondamentali: alimentazionme, energia, ambiente e salute. «L’aumento della popolazione – ha detto – spinge ad una maggiore produzione. Si arriva ad un punto che si introducono le biotecnologie. Il nostro compito è di dare risposte ai problemi, senza pregiudizi».

  2. SAVERIO CONGEDO ha detto:

    Finalmente è stato nominato un commissario straordinario per l’emergenza Xylella, che ha poteri e risorse specifiche per debellare il batterio. Questo passaggio fondamentale abbatte di fatto tutti gli alibi che sin qui hanno sorretto e giustificato l’immobilismo delle istituzioni, sia a livello regionale che a livello nazionale.
    Mentre il batterio inceneriva una fetta del nostro patrimonio di ulivi e altre piante, infatti, abbiamo assistito a una girandola inconsistente e inutile di incontri istituzionali interlocutori, passerelle, dichiarazioni di principio e passaggi a vuoto, spesso a carattere speculativo.
    Peccato per il tempo perso, ma è ora di fare quadrato contro la Xylella, di passare all’azione e costituire un fronte istituzionale comune per combattere una emergenza dagli effetti drammatici, che sta avendo risvolti persino più gravi del previsto. Con questo auspicio auguro buon lavoro a Giuseppe Silletti per il non facile compito che lo attende.

  3. CATERINA VITIELLO ha detto:

    Va avviata con urgenza una mobilitazione dal basso che si opponga e ponga rimedio al grande assalto messo in atto nel nostro Salento e che trova nell “emergenza xylella” l’espressione di un modello di sviluppo sovranazionale che prescinde completamente dal bene e dal benessere collettivo. E’ quella politica che oggi intende mettere in atto misure “emergenziali”, quali eradicazione e irrorazione con pericolosissimi agenti chimici di 260.000 ettari di vegetazione ( di cui 26.000 uliveti), è palesemente al servizio di questo sistema distruttivo.
    Verrà sterminato non solo quello che è stato individuato quale “vettore” della xylella ma anche farfalle ed api con evidenti conseguenze mortali per il comparto agricolo e l’equilibrio di tutto l’ecosistema, pregiudicando, nei prossimi anni, la possibilità di produrre alimenti biologici nel territorio salentino. Il tutto dunque apporterà ingenti danni economici ed inevitabili ed irreversibili danni per la nostra salute: nel 2011 solo a Lecce e provincia piu’ di 44.000 persone si sono ammalate di patologie tumorali o comunque imputabili a danni ambientali, con un costo sanitario complessivo di 1miliardo120milioni di euro e che, tendenzialmente, raddoppierà nei prossimi vent’anni.
    Appare quanto mai insensato continuare ad ignorare gli ottimi risultati ottenuti anche in zone molto colpite dal parziale disseccamento dell’ulivo, attraverso metodi biologici e di agricoltura organica, legittimando interventi a base di chimica, erbicidio e sterminazione degli insetti, che aprirà un grosso business a favore di chi li produce, li prescrive e li vende.
    Per questo prima che siano attuate queste strategie, assolutamente da scongiurare, sarebbe utile incontrare il Commissario Giuseppe Silletti, comandante del Corpo Forestale in Puglia, per esporgli i nostri dubbi, per altro esplicitati nell’ interrogazione parlamentare presentata al Senato dal M5S ( la n. 4/02736a del 30/09/2014 a prima firma di Barbara Lezzi). Agli agenti della guardia forestale, che dovrebbero essere gli esecutori di questa terribile fase, demandiamo la salvaguardia e la tutela delle nostre terre, anch’essi al fianco della Magistratura affinché si possa bloccare questo scempio prima del punto di non ritorno.

  4. CRISTIAN CASILI ha detto:

    Sulla Xylella fastidiosa, da agronomo salentino specializzato tra l’altro in olivicoltura e in chimica dei suoli ho già avuto modo di dire più volte la mia, sia sui territori che abitualmente percorro sia sui giornali.

    Nell’ottobre 2013, un po’ prima che scoppiasse mediaticamente la “sindrome da batterio”, ricordo una mia intervista rilasciata sull’argomento al National Geographic, prestigiosa rivista internazionale, e già allora puntavo il dito sul cattivo stato fitosanitario degli ulivi salentini che nulla aveva a che vedere con Xylella.
    Da allora tanti sono stati i tavoli istituzionali, le assemblee tra produttori e gli incontri con cittadini e olivicoltori in tutta la Provincia di Lecce, che mi hanno visto impegnato a stimolare la politica a cambiare rotta, la risposta è stata quella di un assordante silenzio.
    Oggi arriviamo dopo un anno dalla pubblicazione delle linee guida regionali per il contenimento della diffusione del batterio, alla nomina di Giuseppe Siletti in qualità di commissario straordinario per l’emergenza ulivi.

    Nella Sala Conferenze dell’Hotel Tiziano, lunedì scorso, chiedevo pubblicamente all’assessore Nardoni, se lui e i tecnici regionali avessero un minimo di pudore nel proporre queste misure fitosanitarie e di controllo inutili, ancor prima che utopiche e dannose.

    Le prime dichiarazioni del neo commissario Siletti non ci fanno ben sperare, anzi ci allarmano ancora di più. Ci stiamo prendendo in giro, e a farne le spese è il comparto agricolo ed economico più importante di Puglia. In provincia di Lecce, considerata totalmente come zona infetta, abbiamo 96.000 ettari di ulivi su 170.234 ettari di superficie agricola utilizzata (SAU), a queste vanno aggiunte tutte le altre superfici boschive, di macchia, di pascoli e del verde urbano dove il polifago Philaenus spumarius, additato come responsabile della trasmissione del batterio, è presente senza soluzione di continuità. Servirebbe un “bombardamento” chimico aereo sincronizzato per nebulizzare tonnellate di fitofarmaci su tutto il territorio, città comprese per avere un minimo di effetto nella riduzione delle popolazioni del vettore. A Nord della Provincia di Lecce sarà comunque una ecatombe ecologica: una fascia di eradicazione di 1 km, un cordone fitosanitario di 2 km, una zona cuscinetto di ulteriori 2 km. In queste zone verranno applicate le misure più restrittive, dalla estirpazione delle piante di ulivo infette a quelle non produttive, tipiche del paesaggio salentino e che costituiscono importanti corridoi ecologici.

    Una semplificazione drammatica della biodiversità che culminerà con la distribuzione di prodotti chimici (imidacloprid, buprofezin, dimetoato, deltametrina, lambda cialotriba, clorpirifos metile*, etofenprox*) il cui impatto ambientale andrà a sommarsi alla distribuzione di diserbanti, concimi chimici oltre ai danni già causati da Cerano, Ilva etc. Ricordo che i ricercatori americani presenti a Gallipoli a Ottobre scorso in occasione del simposio internazionale hanno dichiarato che le predette estirpazioni e misure di controllo in California non hanno dato alcun risultato.

    Va aggiunto ancora che a seguito delle misure comunitarie e regionali sono stati messi in ginocchio i vivaisti salentini che non possono spostare e vendere specie arbustive e arboree esenti dalla problematica, cagionando un danno economico rilevante in questo periodo di crisi che sta attraversando il settore. Il blocco dei lecci, tanto per citare un esempio, ha impedito il loro importante utilizzo in opere di rimboschimento.

    Una vera e propria iattura ambientale insomma.
    Tornando al Commissario straordinario, Siletti, si vuole obbligare i produttori a eseguire trattamenti chimici e agronomici senza considerare la dimensione economica delle aziende olivicole salentine fin troppo polverizzata e che non consentirà alla maggior parte dei piccoli produttori, che detengono la percentuale più alta di SAU olivicola, di poter adempiere alle misure prescritte.

    Alle associazioni di categoria e alla politica verrebbe da chiedersi dove erano quando nel Salento si perpetrava la più grande frode comunitaria di tutti i tempi, cioè il mancato rispetto delle norme di condizionalità per il mantenimento degli oliveti in buone condizioni agronomiche e ambientali, generando rendite parassitarie a seguito del disaccoppiamento dalle produzioni, con conseguente abbandono della coltivazione e cura dell’olivo.
    Pertanto a Siletti si chiede di essere più pragmatico e meno compulsivo rispetti agli organi tecnico-politici regionali. In tal senso occorre adottare tutte le misure agronomiche tradizionali, corretta gestione del suolo, delle risorse idriche, delle concimazioni organiche, delle potature.
    Non c’è altra strada se non quella di un ritorno immediato alla cura e coltivazione dell’olivo. Ma le risorse economiche per attuare questo piano agronomico ci sono?
    Da qui deve partire Siletti. Tutto il resto è solo ulteriore spreco di denaro pubblico a danno del nostro paesaggio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.