NO TAP SENZA SE E SENZA MA

| 13 Febbraio 2015 | 0 Comments

(Rdl)______Rimane ancora indefinita la vicenda Tap. Il 26 gennaio scorso, il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha rimesso al Consiglio dei Ministri (con determina prot. n. 1503) l’ultima parola su TAP (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto transnazionale che giungerà sulle coste pugliesi a S. Foca nel comune di Melendugno, importando in Europa idrocarburi gassosi provenienti dall’Azerbaigian, per la gioia di lobby economiche finanziarie, che spogliano i popoli delle risorse economiche del bene comune e le rivendono sui mercati della globalizzazione, con enormi profitti privati e speculazioni finanziarie.

Recentemente c’è stato la mancata intesa sul progetto in Conferenza dei Servizi, visto il parere negativo della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, del comune di Melendugno e della Regione Puglia.

Per questo la decisione è approdata ieri a Palazzo Chigi, in quanto la Legge 241 del 1990 (art 14 quater comma 3) prevede che la Presidenza del Consiglio e la Regione debbano risolvere il dissenso entro 90 giorni al massimo. A tal fine, tra le ipotesi previste dalla stessa norma ci sarebbe anche la “modifica del progetto originario” che potrebbe tradursi nell’individuazione di un nuovo approdo.

Come è noto, il governo Renzi considera la realizzazione dell ‘ opera una priorità. E certo…

La Regione Puglia ha adottato un atteggiamento ambiguo e solo ultimamente ha manifestato perplessità su San Foca, indiando siti alternativi, come Brindisi.

Le popolazioni locali, movimenti, associazioni, cittadini, hanno più volte, la netta contrarietà alla realizzazione dell’opera, che non si traduce certo in un “no ideologico” come Tap ed alcuni politici del PD hanno interesse di far credere e continuano a propagandare.

Si tratta invece di UN NO SOSTANZIALE, ad esclusiva TUTELA DELLA VOCAZIONE TERRITORIALE, dell’economia locale e che persegue il sacrosanto principio di precauzione per la SALUTE dei cittadini. TAP DISTRUGGERÀ ettari di terreno, saranno divelti 1900 ulivi anche secolari, il terminale di ricezione (PRT) sarà a pochi Km da centri densamente abitati , e i Ministeri hanno stabilito la non applicabilità della Direttiva Seveso sui rischi di incidente rilevante, nonostante il PRT sia uno stabilimento che ha un’attività a rischio di incidente rilevante, ai sensi del Dlgs 334 del 1999 “Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose”. Di fatto sarà una “BOMBA” con la quale dovremo convivere senza che vengano prese le necessarie precauzioni imposte dalle direttive europee e dalla legge italiana.

Non convincono assolutamente le ragioni della strategicità dell’opera dichiarata nel Decreto sblocca Italia. Il gas azero è un gas sostitutivo e non incrementativo, che godrà di un monopolio per ben 25 anni a garanzia dei finanziatori, andando in deroga alla direttiva UE sulla concorrenza e l’accesso a terzi sulle infrastrutture. E’ chiaro dunque, che NON AUMENTERÀ l’offerta energetica e NON GARANTIRÀ alcun risparmio in bolletta.

Al Senato, Russo manager di Tap, ha detto che non si tratta di differenziazione delle fonti energetiche ma di sostituzione dei fornitori. Per quanto riguarda la varietà di fornitori di una stessa fonte fossile come il gas, oggi ci troviamo in difficoltà proprio perché ci siamo legati a regimi non democratici e l’Azerbaigian è guidato da una dinastia dittatoriale e sanguinaria dove non vengono rispettati i diritti umani e civili. Quello che si sa è che da anni, anche prima della crisi, i consumi di gas sono in calo (il carbone costa un terzo) e che paghiamo centrali elettriche a gas spente solo per il potenziale sopperimento del fabbisogno (capacity payment) mentre si dimentica che nonostante le FER (Fonti energetiche rinnovabili) sia non programmabili e discontinue, danno un contributo al fabbisogno nazionale molto più importante di questo gasdotto. Il gas azero invece è destinato al nord Europa e non per l’Italia, come dimostra l’azionariato TAP che lo vuole costruire.

Nel corso della riunione di ieri, sulla procedura di autorizzazione alla realizzazione del gasdotto sono stati decisi ulteriori approfondimenti da parte della Presidenza del Consiglio, che si è riservata di decidere “annunciando la necessità di ulteriori approfondimenti tecnico giuridici con i propri uffici legali”. Saranno espletati in questi giorni. Prossima riunione a Roma mercoledì 18.

Intanto il consorzio Tap ha annunciato che non intende rinunciare all’ approdo di San Foca, giudicando le alternative delle ultime ore ipotizzate in maniera unilaterale dalla Regione Puglia (Casalabbate, Torchiarolo, Brindisi) inutili e tardive, menre gli ambientalisti si arroccano sulle posizioni di netta e totale intransigenza e serrano le fila.

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca

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