NARDO’: MOSTRA DI PITTURA

| 10 Marzo 2015 | 0 Comments

Valerio Melcore____Si inaugura giovedì 12 marzo alle ore 19,30, presso lo Spazio Ex Post a Nardò,  la Mostra di pittura di Angelo Lupi Tarantino, curata da Paolo Marzano.
Quella che qui sotto riportiamo è quanto scrive il curatore della mostra, bellissime parole messe una dietro l’altra, questa presentazione essa stessa può nel suo genere essere considerata un’opera d’arte, una poesia.
La verità però è che un quadro non  dovrebbe essere presentato, le parole non sono in grado di spiegare un’immagine, la scrittura e la pittura appartengono a due mondi diversi che vengono percepiti dall’essere umano, con “sensi” diversi ed in modo diverso, oserei dire quasi opposti.
La scrittura è frutto della decodificazione dei segni,  un lavoro fatto con la ragione che dopo, solo dopo, diventa emozione, la pittura, la scultura, la fotografia, o altre forme d’arte simili raggiungono l’animo senza interposizione alcuna. Un quadro può piacere o non piacere, emozionarci o lasciarci indifferenti, riportarci alla mente ricordi lontani, incubi o sogni profondi, ed è per questo che siamo disposti anche a volte a spendere cifre esagerate per avere quel determinato quadro. Le parole purtroppo non possono spiegare questo sentire, i critici poverini si sforzano di farlo, ma, quando sono in buona fede, più che raccontare il loro personale sentire, ciò che li emozionati, o al limite fare esercizio retorico, non possono fare.

Certo poi ci sono le mode, il voler esibire agli amici il quadro di un artista famoso, il poter dire che la propria casa è arredata con quadri di valore, ma questo è un altro discorso.

Per cui vi invitiamo a leggere la bellissima presentazione del curatore della mostra Paolo Marzano, ma poi andate a visitare la mostra, se le opere vi emozionano compratele, altrimenti andate via, senza dimenticare prima di fare i complimenti all’artista, gli artisti hanno un animo sensibile, e …sono permalosi.
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A cura di Paolo Marzano

Varianza in trasparenza; la pittura è di scena!
Vedere, percepire, conoscere, non è forse ‘attraversare’ strati, patine, trasparenze?
Angelo Lupi Tarantino presenta a Nardò, nell’ambito della mostra dal titolo: “… della notte prima che fosse e dell’ultima notte, è l’urto della luce che lo dissolve”, dal 12 al 31 marzo 2015, una serie di nuovi lavori.
Risultato vivifico della sua passionale ed intensa attività pittorica, sono delle figure che appaiono sempre in equilibrio tra un tempo storico (mitologico) e un senso dell’esistenza (concettuale), come d’altronde avviene alla forma, nel momento in cui si stacca visivamente dal fondo. Angelo Lupi Tarantino nei suoi ultimi lavori, ambisce a perseguire, proprio adottando una ‘fenomenica’ stratificazione di colore, impaginando superfici sovrapposte e differentemente rarefatte, un personale e colto ‘principio di verità’. Una trasposizione poetica del pittore/cantore che, testimone diretto dell’immanente atto eroico, ‘compone’ un’ode, da consegnare al mito.
Quanta apparenza è necessaria perché si stabilisca il controllo del dispositivo che consegna trasparenza, al significato della sostanza? Per Angelo Lupi Tarantino si tratta di sperimentare, desiderare, sognare e, dunque, stratificare colore per produrre realtà; sono intinti nei pensieri, i pennelli con cui poter esprimere la vita.
Avvicinarsi al suo lavoro certo vorrebbe dire, attuare una ricognizione cromatica, nella sua ricerca pittorica, dove la variazione del blu al verde, gela immense profondità e indica tenui parvenze di spazi, appena percepibili. Dai neri, invece, ripartire per ricomporre  passionali e vibranti gialli-rosa elargendo chiarori, scanditi secondo un fraseggio fantastico di arancioni e rossi che sentiamo proporsi con forza e, incredibilmente, ardere.
La serie di apparati simbolici che fanno parte della sua lunga esperienza figurativa, riabilita la varianza performativa, data dal dosaggio delle diverse densità di colore. Proprio il colore trattato con questa tecnica giunge a realizzare trasparenze che non lasciano vuoti, ma definiscono l’allestimento di un susseguirsi di quinte, secondo distanze ancora da sperimentare.

Altri luoghi, quindi, altri strati, altri mirabolanti fondi… altra coscienza di sé.

Ritengo, infatti, la pittura di Angelo Lupi Tarantino, capace di creare ‘ambientazione’, allude a scenografie immaginifiche, ‘atti’ in compimento.
Essa corrobora, apre confronti, racconta spazi, diventa scena.
Il manifestarsi di un’emozione, ‘piega’ secondo regole riconoscibili? Segue percorsi preordinati? Rilegge soggetti già scritti?
Nient’affatto, Tarantino scioglie i suoi apparenti profili classici fluidificandone la plasticità, sfiora senza intersecare mai, i riferimenti tardo-cubisti, anzi ne sfida le accezioni con forme taurine riferite a forze istintive e primigenie. Abbozza sinopie e segna tratti che delimitando campiture, solidificano incarnati. Angelo Lupi Tarantino non dissimula neanche l’eloquenza metafisica delle figure acefale che determinano maggiormente il concetto di attesa/assenza. Elenca con esperienza le colte ‘disarticolazioni’ che, prima di essere anatomiche, concedono alla composizione letture espressioniste, coinvolgendo interpretazioni e concetti pregevolmente informali. Un linearismo potente che ritaglia figure ‘galleggianti’ distinguendole da paesaggi tumultuosi emersi da scuri magmi.

Prestando attenzione ed ‘ascoltando’ queste opere, quindi la materia, i colori, le forme, si può percepire e davvero sentire l’antico racconto che si perde nella notte dei tempi, di imperscrutabili amanti, quali il nero e la luce, di cui, la varianza in trasparenza, diventa, per questa pittura, la condizione necessaria alla loro lunga, epica, storia d’amore.

 

Category: Cultura

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