DEMOCRAZIA, O CENSURA? ADDIRITTURA!

| 21 Luglio 2015 | 0 Comments

(e.c.)_______Dopo l’intervento del Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, dopo l’intervento del Presidente della Regione Puglia, dopo l’intervento del Commissario dell’UE Vytenis Povilas Andriukaitis – ne abbiamo riferito ‘ stamattina a parte, nell’ apposito articolo dedicato al vertice di ieri in prefettura-  la parola passa ai giornalisti.

Qui c’è un particolare da approfondire. Un particolare significativo, che mi ha visto, mio malgrado, direttamente coinvolta.

C’è grande attesa in sala – stampa, di potersi confrontare direttamente con i protagonisti del vertice. Ore di attesa adesso saranno risarcite con risposte soddisfacenti ed esaustive, sui perché, i chi, i come ed i quando.

Dal mio piccolo spazio recuperato alle spalle del tavolo dedicato ai giornalisti, comincio a cercare con lo sguardo a chi devo rivolgermi per poter fare la domanda che a mio avviso merita più di ogni altra una risposta: quella sull’assenza dei test di patogenicità. DEVO SAPERE SE IL COMMISSARIO LO SA!

Vedo un uomo, che ha forse proprio la mia età, avvicinarsi ad un giornalista di Rai 3. Fa la sua domanda, a mio avviso troppo blanda, tanto che il Ministro Martina non ha difficoltà a rispondere, ma già alla seconda battuta borbotta: <<Non è un interrogatorio>>.

Mentre seguo distrattamente domande e risposte mi avvicino all’uomo in giacca e cravatta dicendo: <<Devo fare una domanda al Ministro. Posso farla appena finisce?>>.

Lui mi guarda e dice:”Penso di no, non so perché ma penso tu sia pericolosa”. Io sorrido e chiedo:”Scusa in che senso? Devo fare solo una domanda”

Lui mi guarda e risponde:”Va bene, dimmi qual è la tua domanda”.

Io senza alcun problema replico: “Visto che il Ministro Martina ha sottolineato che fra poco saranno resi noti i risultati dei test di patogenicità del batterio xylella fastidiosa sottospecie pauca sulla vite, e visto che il Presidente della Regione Michele Emiliano ha sostenuto che non possiamo chiudere gli occhi dinanzi alle evidenze, mi chiedevo se la patogenicità di xylella sull’olivo è stata accertata”; mi guarda e ribatte: “Lo sapevo, questa domanda non la fai!”

Come non la faccio? Stai scherzando? E lui: “Ora ti spiego io la questione sulla patogenicità”.

Ed io a quel punto, comprendendo che non era affatto uno scherzo e che realmente non mi avrebbe fatto fare la domanda, e sbotto:<<Evviva la democrazia!>>.

Addirittura!” risponde. Gli chiedo ”Ti sembra normale che mi stai vietando di fare una domanda? Sono qui per informare!” E lui: “Vieni ti spiego io come stanno le cose sulla patogenicità”.

A quel punto, “gentilmente” mi porta alle spalle di tutti, e mi dice ”Ma hai idea di quanto serve per avere il risultato di un test di patogenicità?” Ed io: “No! Ma immagino che prima di farlo per la vite, avrebbero dovuto farlo per l’olivo non credi?” Scuote la testa: “Ci vogliono due anni”.

Gli rispondo: “Ok quindi quando son partiti i test sulla vite eravamo nel 2013, ed invece di pensare di fare un test di patogenicità sull’ulivo si pensa ad indagare sulla vite. Ottimo”.

Non mi farà mai fare la domanda a meno che non cominci ad urlare in sala, quindi gli dico:”Va bene non farò quella domanda, ne posso fare un’altra?” Non si fida. E fa benissimo, perché se riuscissi a prendere la parola l’unico obbiettivo sarebbe FARE LA MIA DOMANDA.

D’altronde non è questo che fa un giornalista? Proporre delle domande che rappresentano la voce di una parte del popolo, di una parte dei cittadini, di una parte dei lettori pensanti e desiderosi di conoscere la verità?

Non consentendomi di porre la mia domanda quell’uomo non ha solo mancato di rispetto a me, ma ha mancato di rispetto a tutti coloro che volevano una risposta a quella domanda, a tutti coloro che volevano sapere. Rispetto. Io parlo di rispetto ma in quel momento, quando ho preso coscienza di non poter chiedere, ho capito che lì era bandita la DEMOCRAZIA, LA LIBERTA’, ED OGNI FORMA DI DIRITTO, termini che in maniera sempre più ricorrente tornano a mancare quando si parla di questa vicenda.

Mi riavvicino a quello che era il mio posto in piedi, di fianco al Consigliere Regionale della Puglia Cristian Casilli, presente alla scena: mi giro per ricercare con lo sguardo l’uomo col microfono e me lo ritrovo alle spalle:<<Ho anche la guardia del corpo adesso?>>

Se ne va. La parola adesso è alla giornalista ANSA, e mentre lei finisce e l’uomo con cui ho avuto la discussione scrive un messaggio, il Ministro Martina si alza e dice che il tempo è finito e devono andare via.

Due domande anziché quattro, ed un bavaglio sulla bocca.

Un bavaglio che pesa, e pesa moltissimo perché la risposta sulla patogenicità fornita da Martina, avrebbe fatto drizzare sulla sedia il Commissario Europeo.

Si, perché il test di patogenicità di xylella fastidiosa sottospecie pauca, ovvero la sottospecie del batterio che ha colpito gli ulivi, non è stata mai fornita, e visto che il Ministro non ha “POTUTO” rispondere, cercherò io, nel mio piccolo, di inquadrare  la situazione.

Il test di patogenicità è un test, fondato sul Postulato di Koch, ed è indispensabile per correlare una malattia ad uno specifico batterio. In questo caso, il test di patogenicità è indispensabile per dimostrare che è xylella fastidiosa la causa del disseccamento degli ulivi. Tale test è ancora incompleto, e non si sa se sia mai stato cominciato.

Per raggiungere il risultato, positivo o negativo che sia, si deve procedere attraverso diverse fasi.

La prima fase prevede l’isolamento e la coltura del presunto patogeno, ed in questo caso del batterio.

La seconda fase prevede l’inoculazione del batterio in un organismo sano ed ESENTE, oltre che NON ESPOSTO a qualsiasi altro possibile agente patogeno.

La terza fase è d’osservazione della pianta ospite: in tutto il periodo di osservazione la pianta, e quindi, l’olivo deve presentare in ogni momento i sintomi della malattia.

La quarta fase consta nel re-isolamento dell’agente patogeno a partire dalla pianta che si è infettata attraverso l’inoculazione.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE IL TEST DI PATOGENICITA’?

Accertarsi dell’esistenza del test di patogenicità di xylella fastidiosa sull’olivo è di estrema importanza perché se il test risultasse negativo, crollerebbe qualsiasi nesso di causa effetto fra il disseccamento e il batterio.

Se non è xylella vuol dire che è un altro patogeno o, come è risaputo, un insieme di concause a far morire e disseccare gli alberi: ad esempio, se fosse un fungo patogeno a chiudere i vasi xilematici?

Tutti questi SE, DEVONO avere una risposta ed anche subito, perché come hanno sottolineato i membri dell’illustre conclave ieri, tutti hanno a cuore gli alberi, ma intanto tagliano.

Visto che il mio intento è informare e far conoscere la verità, e visto che mi è stato impedito di svolgere il mio lavoro come volevo, la mia domanda al Ministro Martina, alle istituzioni, al CNR di Bari è: potete fornirci, pubblicandoli, i dati dei test di patogenicità eseguiti sull’olivo?

E’ il Salento che vorreste distruggere che ve lo chiede, anche perché fidarsi è bene… ma visto come sono andate le cose non fidarsi ed urlare e continuare a CHIEDERE sino a quando qualcuno non fornisce una risposta E’ MEGLIO.

Quando si comincia ad azzittire la stampa c’è sempre puzza di bruciato e chi lo ha appiccato sa che manca poco ad essere scoperto.

Liberamente ho posto la mia domanda, spero che altrettanto democraticamente le istituzioni vogliano rispondere.

 

Category: Cronaca

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