APPOLEA: UNA APP PER SALVARE GLI ULIVI MONUMENTALI

| 31 Luglio 2015 | 0 Comments

di Eleonora Ciminiello______

Una app per la vita. Sarebbe proprio il caso di definirla così.

In un periodo in cui sembra che le autorità e la scienza abbiano perso l’attitudine a svolgere il proprio lavoro, corre in aiuto la tecnologia, una tecnologia buona, indispensabile a sponsorizzare il benessere di un territorio, di un ecosistema, di un popolo.

La prima domanda è: come mai un ’iniziativa così interessante ed efficace non è stata sponsorizzata a dovere? Noi, infatti, ci siamo imbattuti quasi casualmente nella notizia della sua presentazione al pubblico, una notizia che è circolata su appena due o tre giornali comunali. Non volendo fare i malpensanti, e sperando che sia solo una casualità, abbiamo deciso di dare noi la notizia, divulgandola come merita.

Presentata il 18 Luglio ad Ostuni e nel Parco Dune Costiere, AppOLEA è l’applicazione che consente a chiunque si autocensire gli ulivi monumentali e secolari di Puglia.

Presenti durante la spiegazione del funzionamento della app, avvenuta presso l’Istituto Tecnico Agrario “E.Pantanelli”, il Direttore dell’Area Politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l’attuazione delle opere pubbliche della Regione PugliaAntonio Antonicelli, il Presidente della “Commissione Alberi monumentali” della Regione Puglia Francesco Matarrese, il direttore del Parco Dune Costiere Gianfranco Ciola e Enzo Lavarra, il presidente del Parco.

La presentazione della App “Salva Ulivi” è avvenuta in un territorio che è precursore e portavoce della tutela e della valorizzazione degli ulivi secolari, ovvero Ostuni. Ed è proprio da Ostuni che la regione intende ripartire per dare al via al censimento dei Patriarchi di Puglia. Al momento, nella regione sono censiti solo 350 mila esemplari, praticamente appena il 5% di quelli presenti sul territorio, che la regione individua in un totale di circa 6 milioni.

AppOLEA è intuitiva e semplice da utilizzare. La foto può essere scattata direttamente dal proprio smartphone: la app individuerà la geolocalizzazione dell’ulivo, e all’utente non resterà che inserire altezza e diametro del tronco.

Il nuovo ulivo inserito sarà visualizzato dallo staff tecnico, operativo presso il settore Ecologia della regione Puglia, il quale a seguito di una valutazione e di una verifica, stabilirà se l’albero potrà essere inserito o meno in catalogo.

Inoltre la app, ha la funzione di mostrare dove sono gli ulivi monumentali già censiti intorno alla propria posizione. Dopo averla scaricata chiederà il login, ma la registrazione deve essere effettuata sul sito di www.sit.puglia.it.

MA. Il ma riguarda gli utilizzatori: il settore ecologia della Regione Puglia ha voluto limitare la fruizione completa della app, rendendo disponibile la visualizzazione degli alberi già censiti a tutti, e riservando l’inserimento a quelle associazioni di categoria ritenute competenti a riconoscere e valutare un ulivo come monumentale.

Come si evince, quest’applicazione è resa disponibile dalla Regione Puglia, ed è considerata un passo avanti per il censimento e la salvaguardia del patrimonio pugliese, che è unico nel suo genere oltre che tutelato dall’art. 2 della legge regionale n. 14 del 2007.

Utilizzare questa app oggi nel Salento, significa sottrarre condannati a morte al Piano Silletti, significa sottrarre terreno alla desertificazione, vuol dire stringere fra le braccia un ulivo e condurlo in salvo sull’altra sponda.

Se è vero che per i turisti, questa app può essere uno strumento utile per avvicinarsi ai grandi patriarchi di Puglia, è anche vero che limitarne l’uso ai pugliesi odora di censura. Sono tanti i salentini che conoscono la propria terra, hanno le conoscenze per poter individuare un monumentale e le competenze per portare a termine una segnalazione.

Un comportamento decisamente ghettizzante quello del settore ecologia della regione Puglia che priva di questa grande possibilità i reali fruitori della Puglia, ovvero i Pugliesi.

Provare ad avere l’autorizzazione in qualità di associazione competente non costa niente, basta registrarsi: lo staff regionale valuterà il da farsi. Ciò che è più interessante ora, è comprendere chi sarà ritenuto competente e chi no. Chissà quali criteri saranno utilizzati per superare la selezione.

E intanto il Salento brucia e il piano di eradicazioni avanza.

 

 

 

 

 

Category: Cronaca

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