RAZZISMO AL CONTRARIO. NON SI PUO’ CHIEDERE DI DONARE SANGUE PER GLI ITALIANI.

| 23 Agosto 2015 | 0 Comments

(vm)______
Riceviamo e come sempre pubblichiamo ma qualche volta commentiamo, e questa è una di quelle volte.
Ed ecco il comunicato.
Campagna razzista per la donazione del sangue del Ministero della Salute in collaborazione con la Presidenza del Consiglio. Il messaggio discriminatorio che sarebbe valido solo per i “630 mila italiani” che hanno bisogno di sangue. E gli altri “non italiani”? Il Ministero rettifichi immediatamente o intervenga l’AGCM.

Lo scorso 15 luglio il Ministero della Salute in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e d’intesa con il Centro Nazionale Sangue e il coordinamento C. I.V.I.S. delle associazioni maggiormente rappresentative del settore (AVIS, CRI, FIDAS, FRATRES) ha lanciato la campagna di comunicazione “Il tuo sangue, una botta di vita” che é visibile sui media ed anche sul canale YouTube al link http://youtu.be/RrFWExNYqK8. Un’iniziativa importante e che merita la massima attenzione – perché donare il sangue é sinonimo di solidarietà che può salvare veramente vite umane, salvo che per la natura razzista del messaggio lanciato nella parte in cui si parla di “630mila pazienti italiani che hanno bisogno di sangue…”  come se, ci hanno fatto notare alcuni cittadini che ce lo hanno segnalato, tutti gli altri “non italiani” non ne abbiano bisogno. Una campagna di comunicazione, quindi, per così dire, escludente, che per Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, merita una rettifica immediata su ogni canale di comunicazione da parte del Ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio dei Ministri o un intervento dell’autorità di vigilanza, l’AGCM, in caso di inerzia governativa.
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Al Presidente d’Agata, di cui apprezziamo tanto il suo lavoro di avvocato con lo Sportello dei Diritti, quando fa il politico un po’ meno, ricordiamo che siamo in Italia e che ancora prima degli altri ci dovrebbero gli italiani. Il condizionale è d’obbligo visto il paese in cui viviamo.
Comprendiamo che ci sono tante associazioni che “campano” grazie al loro interessamento per chi italiano non è, comprendiamo che ci sono leggi che finanziano chi si occupa dei poveri che provengono da altre parti del mondo e che per legge non possono occuparsi dei poveri italiani, come  Caritas di Lecce che ha dovuto rinunciare ai finanziamenti statali perché si voleva occupare di tutti i poveri compresi quelli italiani.
Comprendiamo che questo è un paese dove i vecchi sono costretti a lasciare il loro paese, ed emigrano in Portogallo, in Romania, perché con quella miseria di pensione che prendono in Italia rischiano di morire di fame.
Che i giovani emigrano perché in Italia le risorse invece che sulla ricerca e sull’innovazione, vengono dirottate sulle Associazioni vicine al governo che vorrebbero risolvere i problemi del mondo, ospitando qualche profugo o presunto tale.
Comprendiamo anche che chi sta bene a casa sua, può filosofeggiare sui problemi del mondo e pensare di risolverli semplicemente chiedendo agli italiani di stringersi un po’, e ci racconta che gli immigrati sono una risorsa  perché si è fatto la cameriera filippina e l’autista di colore, spendendo la metà di quando aveva al suo servizio la cameriera di Strudà e l’autista di Lizzanello.

Comprendiamo tutto ma di lanciare accuse di razzismo al governo, a cui tra l’altro politicamente d’Agata dovrebbe essere molto vicino, solo perché si fa una campagna sulla donazione del sangue in cui di dice: “che ci sono 630mila pazienti iitaliani che hanno bisogno di sangue…” mi sembra assolutamente fuori luogo.
Forse  quelli come il Presidente D’Agata vedrebbero meglio una campagna pubblicitaria di questo tipo: ” Donate sangue, che serve prima per gli altri e poi per gli italiani”,  ma sinceramente non so se gli italiani risponderebbero con maggiore entusiasmo.
Vorremmo ricordare a quanti si riempiono la bocca con la parola solidarietà, che essa si esprime prima con il proprio familiare, poi con i vicini, poi con i propri concittadini, e poi con i forestieri, e non viceversa.
L’ideologia negli anni settanta diede vita ai terroristi e ai tanti intellettuali e associazioni che li sostennero,  in questi anni costoro hanno rivisitato e aggiornato quell’ideologia,  il cui fumo però continua a intorpidire le menti.
E a coloro che ieri si definivano atei e cittadini del mondo, abitanti del villaggio globale,  e che oggi strumentalmente utilizzano le parole di Papa Francesco, vorremmo ricordare, noi che siamo indegni credenti, che, non su Famiglia Cristiana ma nei Vangeli, Gesù rivolto ad una donna straniera che gli chiede un miracolo per la propria figlia così si esprime: “Non è bene  prendere  il pane dei figli  per gettarlo ai cagnolini”, e la donna risponde: “È vero Signore ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni!”, e solo allora dopo che la donna dimostra di avere Fede il signore libera la figlia della donna dai demoni.
Qui il problema è che si dà il pane agli stranieri e le briciole ai propri figli.

 In Italia a coloro che arrivano, non gli si chiede neppure se sono disposti a rispettare la nostra cultura e le nostre leggi, anzi siamo noi che ci dobbiamo adeguare alle loro usanze e ai loro costumi. In Italia da tempo c’è un razzismo al contrario che tende a buttare fango su tutto ciò che italiano, cultura, storia, patrimonio, musica, arte, passato del nostro popolo e abbracciare tutto e il contrario di tutto purché  non sia riconducibile alla nostra  nazione.

Infine siamo convinti che questa protesta di D’Agata avrà il plauso delle centinaia di associazioni no profit (che approfittano) e di tanti politici “sensibili”, con le tasche piene di soldi, che il sangue all’occorrenza se lo procurano direttamente.

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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