COLPO GROSSO IN GIOIELLERIA A BOLOGNA, MA PURE GROSSE INGENUITA’, I CARABINIERI ARRESTANO DUE GIOVANI DI CARMIANO
Dieci giorni fa, ci fu un audace, quanto grosso, per bottino, colpo a Minerbio, un sobborgo i Bologna, ai danni della rinomata gioielleria Govoni.
La mattina di venerdì 4 dicembre due rapinatori, armati, ma non mascherati, aspettarono il momento propizio senza clienti e fecero irruzione nel negozio (nella foto, subito dopo il colpo), dove c’ erano il titolare, la moglie e quattro commesse. Il film della rapina fu girato rapidamente: con la pistola alla gola di Gianni Govoni, prima immobilizzato con un colpo di arti marziali, e la moglie terrorizzata, le ragazze consegnarono tanti preziosi ai malviventi, che fuggirono subito a piedi.
Il titolare cercò di inseguirli, ma i due gli spararono contro, costringendolo a fermarsi e a cercar riparo.
Poi scapparono a bordo di un’ auto parcheggiata nelle vicinanze, con il loro prezioso carico, in seguito stimato sui trecentocinquantamila euro.
Proprio questo è stato l’ errore dei malviventi, che avevano rubato l’ auto il giorno prima: l’ aver sottovalutato che anche un’ auto rubata lascia tracce.
Infatti, i carabinieri, avuto da alcuni testimoni il numero della targa, quindi subito al lavoro con elementi concreti su cui indagare, hanno ricostruito la provenienza e il percorso della Lancia Phedra usata per la rapina: da Carmiano a Bologna.
Tanto è bastato per identificare i presunti autori del colpo grosso, che sabato mattina (ma la notizia è stata resa nota dagli inquirenti soltanto nella tarda mattinata di oggi) sono stati arrestati con l’ accuse di rapina aggravata, ricettazione e porto abusivo di armi.
Sono due giovani salentini, tutti e due di Carmiano, uno dei quali residente a Forlì, dove si trovava per giunta agli arresti domiciliari, per precedenti specifici in rapina, Alex Spedicato, 23 anni; il complice è Alessio Di Mitri, 26.
Entrambi praticavano la disciplina Muay Thai, o Thai Boxe, in cui hanno gareggiato anche in campionati nazionali.
Nell’ abitazione di Carmiano del De Mitri, è stata recuperata parte della refurtiva: tre collane di perle e 18 anelli, per un valore circa cinquanta mila euro reali, anche se sul mercato clandestino avrebbero fruttato molto di meno.
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