LA STORIA / NIENTE ASSEGNO AL BAMBOCCIONE

| 19 Agosto 2016 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il presidente dell’ associazione ‘Sportello dei diritti’ Giovanni D’ Agata ci scrive______

Gli ultraquarantenni la smettano di gravare più del necessario sulle spalle degli anziani genitori che, tal volta per eccesso di amore, sono pronti a morire per i loro figli, troppo spesso fannulloni.

I bamboccioni, comunque, non hanno diritto al mantenimento. Per il tribunale di Lecce nulla tocca all’ultraquarantenne che non dimostra di voler cercare un’occupazione ed il miglioramento della sua condizione personale, dal padre pensionato ed invalido al 100%

Bacchettata del Tribunale di Lecce al bamboccione ultraquarantenne che chiede il mantenimento al padre pensionato ed invalido al 100%.

La vicenda parte dal ricorso notificato in data 21 luglio scorso, da un ultraquarantenne che si era rivolta al Tribunale di Lecce per proporre istanza di mantenimento a carico del proprio padre.

Quest’ultimo si costituiva in giudizio con il patrocinio dell’avvocato Francesco Toto, uno dei legali dello “Sportello dei Diritti”.

L’avvocato Toto contestava tutta la vicenda ricostruita dal figlio, segnalandone primariamente la deplorevole immoralità ed indegnità.

I fatti storici: il genitore, peraltro tristemente noto alle cronache leccesi per essere stato vittima nel 2011 dell’aggressione di un cavallo imbizzarrito. Egli fu ripetutamente calpestato e schiacciato dall’animale tanto da rimanere totalmente paralizzato per gravissime fratture riportate alla colonna vertebrale, alla testa e subendo pure la perdita di un occhio.

Oggi: nonostante la triste vicenda personale del padre, il figlio risultato incurante da tempo della situazione del primo, decideva pure che egli dovesse mantenerlo nonostante le gravissime condizioni, praticamente vegetative.

La causa veniva affidata al Giudice Paolo Moroni il quale – con ordinanza del 26 luglio respingeva il ricorso del figlio.

Provvedimento dal tenore bacchettone e rigidamente contrario ai profittamenti di quei figli senza scrupoli morali che non hanno voglia di cercarsi un lavoro o hanno rinunciato a farlo, preferendo gravare sulle spalle degli anziani genitori pensionati e, come questo caso, pure invalidi e privi di assistenza.

L’avv. Francesco Toto sollevava nelle difese prodotte profili di illegittimità della richiesta del figlio e – in maniera incisiva e sdegnata – faceva rilevare che oggi più che mai va dato risalto alla cosiddetta “questione morale” della quale i Giudici attenti devono tenere conto quando decidono su casi aberranti e sconcertanti come quello in questione.

Nella motivazione il giudice del tribunale di Lecce – con la consueta puntualità – scrive: “la cessazione dell’obbligo di mantenimento dei figli maggiorenni non autosufficienti deve essere fondata su un accertamento di fatto che abbia riguardo all’età all’effettivo conseguimento di un livello di competenza professionale e tecnica, all’impegno rivolto verso la ricerca di un occupazione lavorativa, nonché in particolare, alla complessiva condotta personale tenuta da parte dell’avente diritto, dal momento del raggiungimento della maggiore età. In ogni caso le richieste dei figli maggiorenni devono essere compatibili con le condizioni fisiche ed economiche dei genitori”.

 

 

 

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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