ULTIM’ORA / ‘ROBERTA RAGUSA E’ STATA UCCISA’, IL MARITO ANTONIO LOGLI CONDANNATO A VENTI ANNI

| 21 Dicembre 2016 | 0 Comments

(g.p.)______Uno degli ultimi casi che ha appassionato gli Italiani, certo anche per un vero e proprio accanimento mediatico andato avanti per anni, con grande riscontro nazional-popolare, la scomparsa di Roberta Ragusa, avvenuta la notte del 14 gennaio 2012, da Gello, frazione di San Giuliano Terme, ha da ‘stasera una prima verità giudiziaria. E’ stata uccisa dal marito, l’ elettricista Antonio Logli, condannato a venti anni, (trenta, meno ‘lo sconto’ di un terzo) che poi ha fatto sparire il cadavere, mai ritrovato. Movente? La moglie, benché più volte in precedenza avesse sempre non creduto, o non voluto credere alle insinuazioni e alle supposizioni, aveva scoperto la sua relazione con l’ amante – amica e collaboratrice di famiglia Sara Calzolaio, che andava avanti da tempo e che è poi proseguita ‘alla luce del sole’.

Questa la sentenza del Tribunale di Pisa, al termine del processo con rito abbreviato, che si è celebrato secondo quanto disposto il 18 novembre dal giudice unico, dopo che la Cassazione, il 17 marzo, aveva annullato la sentenza di proscioglimento di Logli di un altro gup del Tribunale di Pisa, di un anno prima.

All’ imputato è stata tolta la potestà genitoriale (ha due figli), e imposto l’ obbligo di dimora notturna nel suo comune, ma non andrà in carcere, almeno per ora. E’ c’è da credere che l’ iter giudiziario, già nutrito e complicato, sarà ancora più nutrito e complicato.

Prove?

Come detto, il corpo di Roberta Ragusa, nonostante ricerche eccezionali, non è stato mai trovato.

Ma non è questa la singolarità del caso, dal momento che ci sono state in passato altre condanne per omicidio senza che fosse stato ritrovato il cadavere delle vittime.

Rimangono qui solo alcune testimonianze oculari di alcuni vicini di casa: loro che litigano; lui che la trascina a forza nell’ auto; lei che esce da casa con addosso solo il pigiama; e il ‘super testimone’, il giostraio Loris Gozi, che più volte, anche se a distanza di tempo dai fatti, ha raccontato di aver visto macchie scure sull’ asfalto e poi di averle viste pulire con una scopa dal Logli.

Tanto è bastato pr la condanna di oggi.

Ma certo questa è una storia che non finisce qui.

Category: Cronaca

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