LA COMMEDIA UBRIACA DI NICOLA VACCA ENTUSIASMA IL PUBBLICO DELLA POESIA DI LECCE

| 14 Maggio 2017 | 0 Comments

                                                                                                                                                                                                                                                      di Stefano Donno _______ Il pubblico della poesia si è dato appuntamento ieri alla libreria Palmieri di Lecce in occasione della presentazione del libro di Nicola Vacca dal titolo Commedia Ubriaca edito dalla sempre più brava Marco Saya edizioni.

Un pubblico composto non solo dalla nutrita schiera di lettori forti, ma anche da alcuni dei poeti che agitano le acque dei versi a queste latitudini: Eliana Forcignanò, Alessandra Peluso, Marco Vetrugno solo per citarne alcuni.

Splendida l’introduzione di Alessandro Vergari che ha immerso i presenti su una questione fondamentale che lega come un unico filo conduttore la poiesi di Vacca in questo suo ultimo lavoro: la realtà che esonda nei sensi, che è nell’oltre-umano, che talvolta gioca stupidamente con il fuoco, meschinamente irrazionale e che pertanto deve essere perimetrata.

E’ questo uno degli impegni che deve assumere su di sé il poeta, l’uomo, chi ancora fa uso del suo intelletto, ovvero tenere schiacciata la testa di questa Idra dalle mille teste che è la vita, incuranti dei suoi pesi e delle sue false promesse.

Perimetrare la realtà è dichiarare guerra alle barbarie di oggi. Splendido lavoro dunque questo libro di Nicola Vacca fatto incontestabile di grande spessore interiore, di terribile umanità e alta poesia. Abbiamo seguito con piacere l’appuntamento e abbiamo rivolto due domande all’autore:

D – La vita nel suo esserci non solo gioca a dadi con i nostri destini ma devasta entusiasmi in ubriachezza molesta. È questa la commedia ubriaca per la poesia oggi?

R – In un certo senso è così. Ci si ubriaca per creare un attenuante alla nostra impotenza Alla fine la commedia si consuma nelle false aspettative e nelle maschere che indossiamo per comodità.

D – Emil M. Cioran, Friedrich Nietzsche, Cecco Angiolieri o Noam Chomsky nella tua poesia così da promenade sulla circonferenza?

R – La mia poesia si nutre del pensare estremo e non cerca nessun alibi. In ogni verso quello che cerco è lo schianto. Tutto il resto è accademia e finzione.

 

Category: Cultura, Eventi

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