THE DAY AFTER COL NUOVO SINDACO MIRACOLATO E GLI SCENARI FUTURIBILI, CON QUELLI DEL CENTRO DESTRA CHE SONO INCAZZATI NERI. E A MARGINE CON QUALCHE SPUNTO DI RIFLESSIONE PURE PER IL M5S

| 20 Luglio 2017 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

In politica è già difficile ricostruire il passato, difficilissimo rendersi conto del presente, figurarsi cercare di capire il futuro. Però è un esercizio che va tentato, in questo particolare momento per la nostra Città. A ventiquattro ore di distanza dalla ‘sorprendente’ (va bene ‘sorprendente’?) decisione della Commissione Elettorale Comunale, presieduta dal magistrato Alcide Maritati, tutto, almeno apparentemente, tace. Ma è solo il silenzio che precede lo scoppio della guerra.

Quelli del centro – destra sono incazzati neri, e ‘incazzati neri’, anche se non sembra, è già un eufemismo. E ci hanno ragione.

Ieri ho cercato, a caldo, di spiegare, a mio modo di argomentare, perché

https://www.leccecronaca.it/index.php/2017/07/19/ultimora-miracolo-a-lecce-carlo-salvemini-non-e-piu-zoppo-l-ha-guarito-alcide-maritati-arrivato-il-verdetto-della-commissione-elettorale-comunale-presieduta-dal-magistrato-al-centro-sini/

Oggi, non abbiamo in proposito nulla di nuovo, in quanto le motivazioni della sorprendente decisione non ci sono, o non sono state rese note, così come il Comune non ha dato ancora, finora, in tarda serata, la composizione ufficiale del nuovo consiglio.

‘Stasera però sappiamo (c’è stata poco fa una riunione apposita al riguardo a porte chiuse) una cosa in più, verificata: che eletti esclusi e dirigenti della coalizione hanno oramai deciso la linea futura, e che essa è di netta chiusura, e di protesta a oltranza per vie istituzionali. Cioè durissima, ma senza manifestazioni estemporanee, o gesti simbolici, bensì tutta quanta concentrata nella sostanza dei ricorsi legali.

Stanno ultimando una raffica di atti amministrativi urgenti, da presentare agli organi giudiziari competenti, sia da parte dei consiglieri esclusi, sia da parte delle loro liste penalizzate.

Saranno così una ventina.

Non è difficile prevedere che qualcuno, da qualche parte, in un Tar o nell’ altro, lo vinceranno. Salvo poi i controricorsi, e via di questo passo. Ma se, tempo al tempo, entro qualche mese, qualcuno lo vinceranno, e voglio vedere se non lo vinceranno, scoppierà un casino di proporzioni bibliche, con un clima politico invelenito. E come farà allora il Sindaco? Altro che governabilità…

Se la legge fosse stata ‘applicata’ e non ‘interpretata’, sarebbero stati mesi difficili per Carlo Salvemini, certo. Ma di andare a nuove elezioni, almeno per un bel pezzo, non se ne sarebbe neanche parlato, perché non sarebbe convenuto a nessuno. In qualche modo, nell’ interesse del Bene Comune, si sarebbero potuti adottare provvedimenti urgenti, comunque condivisi da tutti, come la lotta alla povertà, le riqualificazioni delle periferie e quant’ altro di più necessario, perché ce ne sarebbe stato il tempo e il modo.

Così, invece, fra pochi mesi, sarà di nuovo tutto bloccato. Nella migliore delle ipotesi, si andrà a nuove elezioni, e certo, sic rebus stantibus, la migliore ipotesi è, perché insomma, il popolo è sovrano e spettano ad esso le decisioni. Non è certo un’ ipotesi disprezzabile.

A livello politico nazionale, non riuscendo ad avere una maggioranza, e a fronte  di problemi irrisolti, o sconfessati, in Spagna sono andati a votare due volte in quattro mesi. Ma là c’è un re…In Italia c’è Re Giorgio Napolitano, e tutto torna.

Ma questa è un’ altra storia. Torniamo a casa nostra, e restiamo ai fatti.

Vedremo l’ evolversi della situazione, e cosa a Lecce il nuovo sindaco di ‘alternanza’ (eh, di una ‘alternativa’ avremmo avuto bisogno, in realtà) riuscirà a combinare, ora che è stato miracolato, e può camminare. Fino a quando?

Infine, una nota a proposito del M5S, che si è visto confermare il suo unico seggio.

Poco, certo, ma era tutto difficile, sia per situazioni esterne, sia per motivi contingenti, su cui almeno adesso è proprio il momento di darci un taglio, e di pensare al futuro, se non altro quello delle prossime politiche, in cui, a Lecce città, cinque anni fa, era il primo partito.

Una posizione che i pentastellati ora sono chiamati a recuperare, a riconquistare, alle prossime politiche, cui mancano comunque pochi mesi, e per questo dovrebbero smetterla subito con personalismi, atteggiamenti velleitari, scontenti pregressi se no storici, e quant’ altro ha contemplato negli ultimi mesi, a fronte delle amministrative cittadine, il variegato panorama interno salentino fino alla fine, facendo tesoro dell’ esperienza, e cercando di capire che se non superano certi atteggiamenti mentali, se non serrano le fila, se non fanno quadrato, non vanno da nessuna parte.

Anzi, a Taranto, più che a Lecce, ma restiamo qui, ché basta e avanza.

Parlando soltanto dell’ ultimo episodio, purtroppo di una lunga serie.

Per il ballottaggio fra Giliberti e Salvemini, i portavoce eletti, gli unici titolati a parlare a nome del Movimento, non avevano cercato apparentamenti, e non avevano dato indicazione di voto,  come da costume consolidato.

Bene. Ognuno poteva regolarsi come meglio credeva nella sua coscienza, come del resto avviene in altri casi in tutta Italia, là dove, anche per altri partiti, manchino indicazioni, e gli lettori fanno di testa propria, sì, se votare l’uno, o l’ altro, oppure non andare proprio a votare, però comunque, alla fine, facendo salva l’ identità interna, l’ appartenenza.

Se qualunque di queste scelte fosse stata fatta così, non ci sarebbe stato niente da ridire, così come non c’è niente da ridire su chi, qualunque sia stata, così l’ ha fatta. Invece no, c’è stato ben altro.

A Lecce, per il Movimento 5 Stelle, non è andata così, almeno in parte. Niente, a dividersi, a litigare, a cercare pretesti, a fare le schegge impazzite, a seminare zizzania usque ad finem.

A qualche brillante tecnico della situazione, a qualche improvvisato Pico De Paperis di giurisprudenza elettorale, a qualche sedicente matematico del metodo D’ Hondt, infatti, è venuto in mente di proclamare, fra chat segrete e post palesi, con ciò esasperando inevitabilmente una situazione che di essere esasperata ulteriormente non aveva certo bisogno, comunque falsandola, che se al ballottaggio avesse vinto Salvemini, al Movimento 5 Stelle sarebbero toccati due seggi e non uno, e quindi di adoperarsi alla bisogna…

E ora che Salvemini ha vinto, cari strateghi immaginari, quanti seggi avete avuto?

Category: Cronaca, Politica

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