PAOLO PERRONE BELLICOSO, DALL’ ALTRA PARTE DELLA BARRICATA: “Salvemini non fa gli interessi dei Leccesi”

| 6 Settembre 2017 | 0 Comments

(Rdl)______Ritorna alla carica, l’ ex sindaco, attualmente consigliere comunale, per Direzione Italia. Paolo Perrone respinge al mittente le accuse di ‘buco’ di bilancio avanzategli dalla nuova amministrazione, e si toglie qualche sassolino dalle scarpe.

Agli inizi di agosto, alle prime accuse, aveva spiegato che “In questa quota teorica ci sono voci di debito che i dirigenti di Palazzo Carafa hanno già respinto al mittente o ridimensionato nell’ammontare e altre voci che possono essere ridotte con una efficace negoziazione con i creditori. Ne consegue che questo debito è evidentemente inferiore a 7 milioni di euro e se anche fosse tanto, un Comune che ha un bilancio con 112 milioni di euro di spese correnti, può agevolmente ritrovare gli equilibri attraverso una variazione o con l’assestamento, com’è consuetudine. 

Quindi, per anni abbiamo ascoltato il consigliere di opposizione Carlo Salvemini assiduamente sintonizzato sulle frequenze del dissesto per poi scoprire oggi che ci sono “al massimo” (la citazione è sua) 7 milioni di debito. La montagna ha partorito il topolino. In ogni caso, il nostro sincero auspicio è che la nuova amministrazione sappia fronteggiare le situazioni che incontrerà e lo faccia nel modo più utile ai cittadini leccesi. So che governare è complicato e in questi giorni probabilmente lo sta scoprendo anche Carlo Salvemini, ma vorrei sommessamente ricordargli che noi all’insediamento trovammo oltre 50 milioni di euro di debiti non coperti sui fronti Leadri, Boc, Lupiae, Sirti, via Brenta e dei contenziosi sui rifiuti e con l’ex Iacp. Poi sappiamo tutti come è andata a finire”.

Ieri, con una nuova e più articolata presa di posizione, ha alzato il tiro contro il suo successore: “Se ci sono responsabilità di amministratori, di dirigenti o di funzionari sui debiti del Comune di Lecce, naturalmente sono quello più interessato a conoscerle e a vederle acclarate. 

Questa foga di cercare debiti a tutti i costi rischia di metterci nelle condizioni di pagare somme assolutamente evitabili. È uno sforzo sospetto, un tentativo strumentale e sconsiderato di caricare di responsabilità chi li ha preceduti.

Ma qual è l’obiettivo? Strappare un effimero successo politico, peraltro fasullo, o amministrare responsabilmente? A prescindere dal totale effettivo, 10, 100 o 1000, la verità è che si tratta di debiti sui quali non è stata fatta alcuna istruttoria, non una verifica e nemmeno uno straccio di tentativo di composizione o transazione per limitarne la portata. Cioè, debiti accettati e conteggiati supinamente su richiesta degli eventuali creditori, senza un minimo di riscontro. Se fossero debiti di casa sua, Carlo Salvemini si comporterebbe così? Una manovra che se rende politicamente, perché vale il piagnisteo “abbiamo trovato un buco”, di fatto allarga il buco oltre l’effettiva consistenza, tutto purtroppo a carico dei leccesi. 

Faccio qualche esempio. L’amministrazione Salvemini ritiene di dover corrispondere a Sgm oltre un milione di euro di cosiddetti “maggiori costi” del filobus, somma che noi non abbiamo mai ritenuto di dover riconoscere.

Altri tre milioni sono di spese per parcelle di avvocati, alcune risalenti addirittura agli anni Novanta, che sono state conteggiate in base alle richieste degli stessi e che sono somme su cui diligentemente si dovrebbe intervenire per cercare di ridurle nell’interesse delle casse comunali e delle tasche dei cittadini.

Del resto, ognuno di noi farebbe così, responsabilmente, di fronte alla richiesta del proprio avvocato, eccetto Salvemini perché “tanto sono debiti di Perrone”.

Altri seicento mila euro, poi, sono relativi alla pubblica illuminazione e non si comprende bene da dove arrivino, visto che nel 2011 abbiamo completato tutte le transazioni con il gestore del servizio.

Altri debiti, infine, sono oggetto di giudizi ancora in corso finalizzati ad accertarne obbligatorietà ed eventualmente portata e che Salvemini e compagni mettono sic e simpliciter nel conto complessivo, quindi prima di decisioni e sentenze dei giudici, come se avessimo già perso quei giudizi. 

Mi viene da pensare che se fossero stati Salvemini e Rotundo a gestire l’annosa questione Leadri, il Comune di Lecce avrebbe pagato senza battere ciglio otto milioni di euro di interessi, che noi rifiutammo di pagare e che facemmo oggetto di una battaglia legale (contro il parere dell’allora opposizione consiliare) che sancì le ragioni di Palazzo Carafa.

È evidente che governare è più complicato che stare dall’altra parte e questo rodaggio della nuova amministrazione si sta rivelando, al di là delle trovate propagandistiche, maledettamente tortuoso e soprattutto rischia di essere molto salato per i Leccesi”.

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.