DON TONINO, PERDONALO! NON SA QUEL CHE DICE…

| 9 Settembre 2017 | 2 Comments

(g.p.)______Come da copione, il discorso inaugurale della Fiera del Levante di questa mattina del presidente del consiglio Paolo Gentiloni (sull’ intera mattinata abbiamo riferito a parte) è stato una retorica esibizione di luoghi comuni e una inutilmente rassicurante prospettiva di buone intenzioni.

Non poteva mancare la citazione , che avrebbe voluto essere un omaggio a questa terra: “Puglia come terra finestra, terra simbolo, di speranza, terra di frontiera”.

Invece si è trasformata in una gaffe terrificante. Una paradigmatica esemplificazione del pressappochismo, dell’ ignoranza, della prosopopea, della nullità con cui lui, il suo governo, e i suoi padrini e padroni guardano a questa terra: di conquista, di saccheggio, di devastazione.

Nel funereo eloquio di Paolo Gentiloni, la frase citata è stata correttamente attribuita a don Tonino Bello, ma il quasi santo religioso, tanto amato nel Salento, è stato da lui subito dopo definito “grande sindaco di Molfetta”.

E nessuno dei potenti presenti, ossequiosi e complici, ha osato correggerlo.

 

Category: Cronaca, Politica

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Comments (2)

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  1. Sonia Letizia ha detto:

    Non ci meraviglia che il capo del Governo Gentiloni, da ignorante saccente qual’è, faccia delle citazioni di Don Tonino Bello, senza avere la più pallida idea di chi fosse. Per cui nelle parole del Premier, Don Tonino da Vescovo di Ugento si trasforma in un sindaco del PD di Molfetta. La sinistra dopo la morte del Vescovo ha tentato di utilizzarlo facendone un’icona della sinistra salentina, prendendo le dichiarazioni di Don Tonino e distorcendole a proprio uso e consumo.

    Però ci pensa il nuovo Vescovo della diocesi Ugento, Vito Angiuli, a mettere i puntini sulle i. Intervistato in merito a un suo volume su Don Tonino, gli viene chiesto : nel volume lei scrive che don Tonino nella sua vita ha provato “il tradimento dei chierici”. Cosa significa?
    «Il tradimento si è perpetuato e si continua a perpetuare in due direzioni. C’è chi si compiace di ripetere le sue parole senza compiere i suoi gesti. Ed anche quando si sforza di compierli, lo fa per puro umanitarismo. In don Tonino, invece, è impossibile scindere parola, gesti e convinzioni di fede. Don Tonino non è un prodotto della “cultura postmoderna”, ma un testimone della fede e della carità cristiana. C’è poi chi, consapevolmente o inconsapevolmente, scinde l’aspetto sociale da quello etico. Don Tonino viene esaltato come “profeta di pace, di giustizia, di amore ai poveri”, ma nulla si dice della sua strenua difesa della vita umana. Le pagine di questo libro presentano a chiare lettere il suo impegno contro il divorzio (219-225 ) e contro l’aborto (cfr. pp. 325-331). Contro il divorzio afferma: “È una frattura. È un regresso. È una involuzione. È lo sgretolarsi di un edificio. È il frantumarsi di una scultura. È l’inaridirsi di uno stelo” (p. 223). Contro l’aborto rileva che “è veramente strano e paradossale che oggi la nostra società si batta con tanto calore per il rispetto della vita al punto da abolire la pena di morte… sia in pieno svolgimento la campagna contro l’ergastolo… e si sostenga poi la soppressione in massa di vite umane” (p. 326). Chiedo ai “chierici del nostro tempo”, volete continuare a perpetuare il vostro tradimento?».

  2. Marta ha detto:

    La gaffe è imperdonabile perché cita le parole del nostro amato Vescovo della Diocesi di Molfetta Giovinazzo Ruvo Terlizzi scambiandolo per il Sindaco.
    Ciò che inquieta è stato il silenzio del Presidente della Regione e del Sindaco di Bari che avrebbero potuto correggere con garbo Gentiloni.
    Noi pugliesi che abbiamo conosciuto apprezzato e amato il nostro presule ci accingiamo a ricordarlo nel venticinquennale della sua scomparsa nel 2018.
    Quella è stata la vera tragedia. Per noi tutti.

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