UN MAGISTRATO STA TENTANDO DI ELIMINARE LA LEGA DI SALVINI? SIAMO ANCORA UNA DEMOCRAZIA?

| 17 Settembre 2017 | 0 Comments

(v.m.)______La Lega di Salvini, potrebbe essere costretta a non partecipare alla prossima campagna elettorale per le elezioni politiche, o quantomeno potrebbe farlo ma senza poter spendere un euro. Ma vediamo di capire di cosa si tratta.
Ve lo ricordate Batman? No, non l’eroe dei fumetti, ma quel politico che così era soprannominato, Franco Fiorito capogruppo alla Regione Lazio.
Fiorito fu sbattuto in prima pagina da tutti i giornali e da tutti i telegiornali, quasi fosse il mostro di Firenze, per aver spostato dal conto del suo partito, di cui era il capo, 753mila euro, riportanti la causale: “Articolo 8 della legge regionale 14/98”, cioè quella del “rimborso delle spese sostenute per mantenere il rapporto eletto/elettore, configurandosi il reato dell’incaricato di pubblico servizio che sottrae soldi.

In altre parole questo signore è stato denunciato e condannato, perché per esempio all’epoca se ne parlò molto, con i soldi del partito portava a cena la sua amichetta, e poi restava a dormire in albergo con lei.
Se invece lui fosse andato con la sua amichetta, e con altri 10 amici con le rispettive amichette, e avessero tutti pranzato o cenato e poi fossero restati a dormire tutto sarebbe stato corretto, ma…..ad una condizione.

Quell’abbuffata avrebbe dovuto avere una giustificazione sulla carta, per esempio si sarebbe dovuta chiamare: “Incontro per valorizzare le eccellenze del territorio”, l’incontro con i ravioli, la coda alla vaccina, gli spaghetti alla matriciana. Oppure, Convegno su: Cultura culinaria e crescita del territorio; o magari: Promozione del territori con il piatti tipici della Regione. Poi ovviamente sarebbero rimasti a dormire nell’albergo dove avevano cenato perché il giorno dopo il convegno sarebbe continuato.

Se il Consigliere Regionale Franco Fiorito, avesse speso i soldi in questa maniera, sarebbe stato tutto legale.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Una cosa simile è capitata a Bossi quando era Segretario nazionale della Lega.

Raccontiamo la storia dall’inizio. Come tutti sanno i partiti, tutti i partiti, basta che documentino di aver sostenuto delle spese per la campagna elettorale e lo Stato elargisce le somme richieste.

Il 4 aprile 2012 la Guardia di Finanza trova nella cassaforte degli uffici della Lega Nord a Montecitorio una cartelletta rossa, dentro ci sono le prove che più di mezzo milione di euro, soldi che lo Stato aveva ritornato alla Lega Nord come rimborso per le spese elettorali, erano stati usati da Umberto Bossi e dalla sua famiglia per spese personali, col beneplacito del tesoriere del partito Francesco Belsito, quest’ultimo tra il 2008 e il 2010 chiese allo Stato decine di milioni di euro di rimborso per spese politiche mai effettuate. Soldi che furono usati, tra le altre cose, per comprare diamanti in Tanzania. Bossi si dimette da segretario il giorno successivo.

In altre parole, lo Stato versa una barca di soldi alla Lega, e non solo a questa chiaramente, a tutti i partiti in proporzione ai voti presi, e la Lega non sapendo più come spenderli decide di investirli acquistando dei diamanti. Invece quei soldi dovevo essere spesi per iniziative politiche. Per esempio feste, banchetti, cerimonie, incontri, cene e pranzi sociali, rimborso spese, spese di rappresentanza, altrimenti chiamati regali, e così via.
Ecco per questo Bossi e il cassiere di allora della Lega sono stati denunciati, oggi dopo cinque anni a ridosso della campagna elettorale un magistrato ha deciso di bloccare tutti i conti della Lega di Salvini.

Ora la domanda da porsi è questa: è la Lega Nord che ha truffato lo Stato, o Umberto Bossi che ha truffato la Lega Nord?
Un magistrato può impedire ad una forza politica di partecipare ad una competizione elettorale, alla pari delle altre forze politiche?

Il Leader della Lega giustamente è più che arrabbiato, proprio nel momento in cui la Lega è cresciuta nel consenso dei cittadini, tanto che Salvini contende la leadership a Berlusconi, un signore che di mestiere fa il magistrato gli blocca tutti i conti impedendogli di fatto di poter competere alla pari con le altre forze politiche, nella campagna per la Camera ed il Senato che tra pochi mesi ci sarà in Italia.

“C’è una scheggia della magistratura che fa politica e vuole mettere fuori legge la Lega, vogliono farci fuori, metterci nelle condizioni di non esistere”.

E’ questa la reazione di Matteo Salvini di fronte all’avvenuto blocco dei conti correnti di Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento.

Tutto, “a fronte di 400mila euro, presunti, utilizzati da Bossi e i suoi figli e Belsito” nella causa che è arrivata a sentenza di primo grado questa estate. L’atto, di cui i vertici della Lega non erano al corrente “perchè a noi non è stato recapitato nulla, non abbiamo nessun atto in mano”, è stato disposto dalla magistratura di Genova. La vicenda, che si trascina da anni, è quella della mancata restituzione al Parlamento di circa 59 milioni di rimborsi elettorali “spariti” sui quali sono stati chiamati a rispondere il fondatore Bossi e Francesco Belsito, ex amministratore del Carroccio.
La Corte Europea, nel 2013, ha stabilito che le confische non possano avvenire se non in seguito a una sentenza di condanna definitiva. Il blocco dei conti correnti, per quanto cautelativo, tuttavia assomiglia molto a una confisca. Ora possiamo raccontarci volete con la legge del contrappasso, con la nemesi che condanna colui che gridava Roma Ladrona per truffa contro lo Stato, con la detestabilità delle idee di Matteo Salvini, ma rimane una vigliaccata bella e buona, comunque la si voglia girare. E se tra due anni Bossi venisse assolto?

“Una vigliaccata contro cui la politica dovrebbe ribellarsi, perché domani potrebbe succedere anche ad altri, magari in frangenti altrettanto delicati come quello in cui si trova oggi la Lega Nord. Perché una democrazia rappresentativa deve garantire una competizione leale” questo scrive un giornale che sicuramente non ha mai mostrato simpatie per la lega e per il suo segretario..

Ora al netto delle considerazioni, di come parte della Magistratura sia dichiaratamente schierata, e ciò non è un segreto per nessuno, questo episodio dimostra chiaramente come non vi sia nessuna necessità di “finanziare” i partiti, che come questa storia dimostra alla fine gliene vengono dati talmente tanti che non sanno come spenderli.
Per cui il Movimento 5 Stelle, va sostenuto nella sua battaglia  per ridurre gli stipendi dei parlamentari e dei gruppi politici.

In una nazione dove una corrente della magistratura dichiara pubblicamente di essere di sinistra, addirittura ci fu una scissione in quanto ritenuta di estrema sinistra quanto sta capitando alla Lega è di una gravità inaudita.

Per chi ignora ciò

Vi facciamo leggere cosa riporta wikipedia, che non crediamo sia il Vangelo ma neanche può essere accusata di partigianeria
.
“Magistratura Democratica è stata fondata a Bologna il 4 luglio 1964, e ha visto crescere progressivamente il proprio peso all’interno dell’Associazione nazionale magistrati (ANM) soprattutto per l’orientamento politico progressista e di sinistra.

Nel 1969 l’organizzazione subì una scissione interna che la portò a dimezzare i risultati alle successive elezioni dell’ANM (1970). Gli scissionisti, guidati da Adolfo Beria d’Argentine, abbandonarono Magistratura democratica poiché ritenevano che l’associazione risultasse eccessivamente legata alla sinistra e ai movimenti sociali e confluirono nel movimento “Impegno costituzionale”. Viene eletto segretario Generoso Petrella del Tribunale di Milano.
Nelle elezioni dell’ANM del 1999 e del 2003 è risultata seconda dietro al gruppo “Unicost” (Unità per la Costituzione), poi Magistratura indipendente e I Verdi. Dalle elezioni del 2012 è stata presentata una lista unica progressista, “Area”, cartello formato da Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia, che è stata la più votata.
Alle elezioni per i membri togati del Consiglio superiore della magistratura del 2014 sono risultati eletti, per la lista di Area, 7 magistrati: il consigliere della Corte di Cassazione Ercole Aprile, i pubblici ministeri Fabio Napoleone e Antonio Ardituro, i giudici di merito Piergiorgio Morosini – g.i.p. dell’inchiesta palermitana sulla presunta trattativa tra Stato e mafia – Lucio Aschettino, Valerio Fracassi e Nicola Clivio.
Dal 2015 è presidente Carlo De Chiara, mentre segretario generale è Anna Canepa”.

 

Category: Cronaca, Politica

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