L’ INTERVENTO / XYLELLA / IL TAR NON DA’ RETTA ALLE CHIACCHIERE, ALLE SUPERFICIALITA’ E AGLI ALLARMISMI

| 20 Settembre 2017 | 0 Comments

di Crocifisso Aloisi______

La decisione del Tar di Bari, che venerdì scorso ha deciso la sospensione degli abbattimenti dei cinquantacinque ulivi di Oria, l’ultima di una lunga serie di provvedimenti analoghi, ha nuovamente sancito un aspetto importante: per dichiarare che un olivo sia colpito dal batterio xylella è necessario doverlo dimostrare, in modo completo e non superficiale, con prove inconfutabili. A maggior ragione se poi la legge ne impone l’abbattimento.

E questo vale anche se chi ha dichiarato malato un olivo, è una – presunta, aggiungo – autorità competente: per procedere all’abbattimento è necessario produrre, per ognuna delle piante, i test di laboratorio, le modalità di prelievo ed analisi dei campioni ed altre informazioni. E mi sembra il minimo, pur senza considerare che nessuno può verificare cosa accade realmente nei laboratori, accreditati per legge, contestatissima, durante le analisi.

Il Tar ha direttamente ribadito che per poter abbattere un olivo è necessario produrre prove certe ed inconfutabili e questo perché, forse più di qualcuno lo ha già dimenticato, abbattere un olivo, o incendiarlo, o maltrattarlo fino a farlo seccare, non è una cosa ‘normale’ anzi, È UN REATO PENALMENTE PERSEGUIBILE !

Dunque chi ha diffuso – e purtroppo continua ancora a farlo indisturbato – pericoloso allarmismo mediatico, facendo credere che la marea verde, riferito alla nostra foresta di ulivi, poi diventata marrone, lo sia stata per colpa del batterio xylella, BASANDOSI SOLO ALL’ESAME VISIVO e non su non studio analitico fatto su ogni albero, BASA IL SUO RAGIONAMENTO SU IPOTESI CHE SONO SISTEMATICAMENTE BOCCIATE DAI TRIBUNALI AMMINISTRATIVI. Praticamente sta facendo un’operazione mediatica pericolosa e sbagliata sotto diversi punti di vista.

Ricordo nuovamente che, ad oggi, non è stato ancora dimostrato il nesso causa (xylella) / effetto(disseccamento olivo) con studio scientifico soggetto a peer review indipendente, riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale.

L’unico studio che viene sempre richiamato da opinionisti interessati, è un parere pubblicato da EFSA lo scorso anno, commissionato a scienziati anche sotto indagine penale per la stessa faccenda. Studio che, in mancanza di peer review indipendente, rimane una specie di ‘perizia di parte’.

Quando, tre anni fa, gli opinionisti interessati iniziarono a (s)parlare del “milione di piante infette”, noi chiedevamo, appunto, che venissero forniti almeno un milione di test positivi: forse ci avrebbero convinto.

Forse: rimangono le riserve su come siano analizzati i campioni in laboratorio, perché non va mai bene che controllati e controllori coincidano. Ma non è stato mai fatto.

Ma allora: di che stiamo parlando?

Category: Costume e società

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