L’ UNIONE EUROPEA INSISTE CON I SUOI FOLLI DIKTAT
(g.p.)______Secondo quanto scrive l’ agenzia Ansa, subito questa sera pedissequamente ripresa da tanti mass media, la Commissione Europea (in pratica, una specie di governo, anche se il termine è improprio, dell’ Unione Europea) ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europea (un organo di controllo burcratico, più che di decisione giuridica) per non aver pienamente applicato “le misure decise dall’ Unione stessa, tra cui l’abbattimento delle piante malate, per impedire la diffusione nel territorio dell’Unione del batterio killer degli ulivi, la Xylella fastidiosa”.
Sono stati decisi altri deferimenti per altri motivi, ma questa è un’ altra storia.
Che significa la prima, spalmata e sparata in questi minuti, come se fosse sentenza apocalittica?
Niente, in realtà, o poco più.
Se il deferimento sarà effettivamente depositato, siamo ancora infatti all fase dell’ istruttoria della pratica, se ne discuterà chissà quando in Lusseburgo, sede della citata Corte.
Se poi la Corte accerterà tale ricorso per inadempimento, l’ Italia è tenuta a provvedere. Qualora non lo faccia, dopo ulteriori procedure, potrebbe essere condannata al pagamento di un’ ammenda.
E questo è quanto.
Piuttosto, da tutto ciò, quel che balza all’ evidenza è un’ altra cosa, ben più grave: il fatto che cioè l’ Unione Europea abbia ordinato l’ abbattimento degli ulivi, come recepito dal ministro Maurizio Martina nel suo decreto, così detto “dei veleni”, perché nella fattispecie prevede l’ impiego massiccio della chimica in agricoltura, con effetti devastanti su ambiente territorio, per quanto, come è noto, forti sono state le opposizioni di varia natura, a tali indicazioni, finora e fortunatamente rimaste sostanzialmente inattuate.
Anche se, dai tempi del precedente così detto “piano Silletti”, circa duemila ulivi (fonte: Regione Puglia) sono stati abbattuti, in maniera criminale, quanto inutile.
Ancora e infine, che l’ Unione Europea inisiste con i suoi diktat folli, dimostrando ancora una volta e di più di aver capito poco e punto, cioè di aver voluto capire poco e punto, di Xylella e dintorni, a tal punto che tale suo accanimento si presta alle più tristi e queste sì, drammatiche congetture al riguardo.