“La cultura non è un bancomat” ?!? leccecronaca.it E’ANDATA A CERCARE COME SIANO STATI SPESI I FONDI PUBBLICI DALL’ASSESSORE DEL COMUNE DI LECCE ANTONELLA AGNOLI NELLE ULTIME SETTIMANE. ECCO CHE COSA ABBIAMO TROVATO

| 4 Gennaio 2019 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

Al netto della reboante presentazione propagandistica con cui l’ evento è stato comunicato ai mass media, il “Festival internazionale del teatro e delle arti per le nuove generazioni” è una rassegna di “spettacoli teatrali per l’infanzia e la gioventù, incontri, laboratori, mostre, proiezioni, promossa da Factory Compagnia Transadriatica e Principio Attivo Teatro, realizzata con il sostegno di Regione Puglia, Comune di Lecce, e Teatro Pubblico Pugliese”.

C’ è da aggiungere che a parte, in separate sedi, il Teatro Pubblico Pugliese è finanziato lautamente da Regione e Comuni, fra cui quello di Lecce.

Per esempio la stagione teatrale in corso a Lecce organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese costa 116.000 euro alle casse del Comune, più altri 16.000 euro in totale ad altre associazioni del giro: Associazione Balletto del Sud, Camerata Musicale Salentina, Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento.

 

Così, infatti, il Teatro Pubblico Pugliese, in un circolo chiuso e vizioso, porta nella nostra Regione le compagnie e gli spettacoli che vuole, e gestisce le rassegne teatrali dei vari Comuni.

Opera meritoria, ben inteso, anche se nel corso degli anni si è trasformato in un meccanismo impenetrabile da addetti ai lavori. E chi è dentro, è dentro: chi è fuori e magari vorrebbe entrarci, rimane fuori. Si entra per cooptazione, insomma, nel gran giro, e le cooptazioni sono decise dai burocrati che gestiscono l’ Ente.

Spettacoli a pagamento, ben inteso, come questi ultimi del festival per le nuove generazioni.

Non siamo in grado di valutarli artisticamente e culturalmente, se non in astratto: quindi in generale, sempre ben inteso, diciamo pure che è un’iniziativa meritoria, quest’ultima, perché porta il Teatro fuori dai luoghi istituzionali e lo avvicina ai ragazzi.

Quanti? Non siamo in grado di dire quanti spettatori abbia totalizzato, e del resto non è questo un metro di giudizio.

Sappiamo però quanto è costato di denaro pubblico alle casse del Comune di Lecce, solo questa rassegna, tutte le altre pagate con contributi diversi a parte.

In totale,  74.817,00 euro,  con una quota a ripiano a carico dell’Amministrazione Comunale di Lecce pari a  34.320,70, somma, “che deve intendersi, come di consueto, suscettibile di conguaglio, in caso di ulteriori spese al momento non prevedibili che saranno, eventualmente, quantificate nel 2019 solo a consuntivo al termine delle attività”; ivi compresi i 6.600 euro riconosciuti  all’Associazione Culturale Factory Compagnia Transadriatica; e ivi esclusi la concessione a titolo gratuito di tutti gli spazi di proprietà comunale.

OK il prezzo è giusto?
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Il 21 giungo scorso il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, intervenne pubblicamente a difendere la sua creatura, l’ assessore alla Cultura Antonella Agnoli, d lui fortemente voluta e imposta, benché sia di Bologna, di fronte alle chiamiamole così ‘perplessità’ che da più parti il suo operato allora di un anno aveva suscitato. “Io ringrazio Antonella Agnoli per aver accettato, me ne assumo la responsabilità e questo non significa che non avessi contezza di certe resistenze in città” –  dichiarò in quell’ occasione il sindaco – “Noi stiamo rivedendo l’impostazione dell’assessorato che non è un mero sportello bancomat di contributi concessi a terzi. Sono stato a Bologna per un convegno, su invito di quel Comune. Il capoluogo emiliano investe il 5 per cento del suo bilancio in cultura, cioè 24 milioni di euro. Noi, tra cultura e attività turistiche, arriviamo a 800mila euro e non per piacere ma per necessità di bilancio. Ecco perché qualunque euro pubblico deve porsi il problema dei beneficio sociale sul territorio e non del profitto economico per l’amministrazione”.

Il ragionamento, in teoria, non fa una grinza. E’ nella pratica, che cade. Perché finora questa nuova amministrazione ha gestito la cultura senza progettualità, senza inventiva, senza creatività, senza cioè portare niente alla Città e al territorio in termini di grandi eventi, di validità artistica, di presenze turistiche, muovendosi su logiche logore e piste ideologiche stantie.

Oltre a fare prelievi bancomat con i loro tesserini di cui sfugge il senso.

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Almeno, noi di leccecronaca.it tanti non li abbiamo capiti. Forse siamo zucconi, ma siamo pronti a recepire, se qualcuno il senso ci spiegherà, di alcuni finanziamenti concessi nelle ultime settimane, cioè quale ne sia il valore culturale e quale il “prestigio sociale”.

Ecco qualche esempio.

Il 18 dicembre vengono assegnati 2.500 euro a Vincenzo Zichella, che fa “illustrazioni e grafica per la comunicazione e pubblicità di istituzioni, aziende e privati”, per “uno studio e realizzazione di un progetto grafico per la Fiera di Santa Lucia e altre attività natalizie”.

Il 14 dicembre vengono assegnati 5.500 euro al commercialista Pierantonio Cicirillo per il progetto “1st call for ordinary projects proposals Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020 denominato CROSS THE GAP – Accessibility for social and cultural inclusion”.

 

Sempre lo stesso giorno, si pensa pure al presepe di Natale. Certo, ci mancherebbe, il presepe ha valore culturale e dà prestigio sociale. Quello che non si capisce, è perché l’ amministrazione non fa quel che fanno tutte le famiglie, dove ogni anno si tirano fuori gli scatoloni dai depositi e, al massimo si aggiunge qualche cosina di nuovo. Così, si risparmia e si compare.

No. L’ amministrazione ha speso per il presepe del Natale 2018 25.000 euro più Iva, che diventano quindi nella copertura finanziaria a suo carico 30.500, assegnati  alla ditta Edilizia e servizi di Serafino Antonio & c. s.a.s. di Merine, senza gara (ma questo è formalmente corretto, per importi inferiori ai 40.000 euro si può dare l’affidamento diretto)  e senza altre comparazioni (e questo è meno corretto) di progetti alternativi.

E non è finita. In Comune pensano bene pure di illuminare meglio la nuova location di piazza Duomo e con trattativa diretta comprano tre proiettori “completi di accessori e grafiche natalizie” spendendo altri 6.405 euro con la ditta Proietta Srl di Avigliana, in provincia di Torino, e per arrivare fino a lì certo questi proiettori devono avere qualcosa di speciale.

In totale quindi l’allestimento culturale del presepe a Lecce è costato quasi 37.000 euro, cioè, stando larghi e calcolando un mese di permanenza, più di 1000 euro al giorno.

C’è pure da aggiungere che il Comune ha speso altri 37.210 euro con la ditta L.C.D.C. Luminarie Cesario De Cagna di G. De Cagna & C. snc di Maglie,  “per la fornitura del servizio di noleggio, installazione, manutenzione e successiva rimozione di luminarie’ in occasione delle festività natalizie” in varie zone della città, stranamente tranne proprio piazza Duomo, dove dovevano allestire il presepe.

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Un’altra cosa che non si capisce bene è perché il Comune abbia sentito la necessità, in una città piena di biblioteche, e, in particolare, in una zona di biblioteche colma, dove ci sono a disposizione tutti i libri che uno vuole, anche perché se non ci sono si possono agevolmente prenotare da altre località in tutta Italia, di allestirne un’altra all’ ex convento degli Agostiniani.

Il 13 dicembre, infatti, dopo un iter un po’ difficoltoso, si parte con i “lavori di realizzazione di una nuova Biblioteca di Comunità presso edificio satellite posto all’interno dell’Ex Convento degli Agostiniani,” aggiudicati all’ impresa CO.GE.QU S.R.L. Unipersonale di Monteroni per un importo complessivo di 62.803,98 euro più Iva.

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Discorso a parte meriterebbero le rassegne di spettacoli che invece il Comune organizza e gestisce in proprio, con bandi cervellotici, tipo “APPRODI- luoghi, pratiche e arti nella città di Lecce e nelle sue marine”, costata 50.000 euro in totale, con contributi diretti agli organizzatori, più altri 2.000 per spese di promozione. Ne abbiamo preso uno a caso, ma davvero a caso, il primo spuntato fuori, per via della complicata, in via amministrativa, assegnazione, che ha prodotto una serie di documenti che l’hanno messo in risalto fra gli altri.

Si tratta dello spettacolo “Le spose di Barbablù”, proposto dall’ associazione “Io ci provo”, al costo di 1.550 euro, integrati successivamente con altri 3.450,00. quindi 5.000 euro in totale. Lo spettacolo è andato in scena all’aperto al quartiere Santa Rosa il pomeriggio del 15 settembre. Si trattava di una replica, quella per cui ha ottenuto il finanziamento comunale, di precedenti allestimenti, cui ne sono seguite altre in altre località.

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Un’altra delibera che balza agli occhi, fra le tante solo delle ultime settimane, è quella che impegna l’amministrazione comunale di Lecce a versare all’ “Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti
Italiani” di Torino, che si propone di “sostenere  la creatività giovanile attraverso iniziative di formazione, promozione e ricerca e attraverso il proprio sito web ed i canali social” di non meglio specificate “quote associative annuali, quantificate in 2.065,83 euro l’anno”. 

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E che dire di alcuni fondi spesi per la Fiera di Santa Lucia? Costata in tutto 18.457 euro, fra cui spiccano i 559 con cui sono stati retribuiti le hostess; i 1380 con cui sono stati retribuiti i “volontari” per “attività di protezione civile”; i 660 per i “cavalieri”, cioè i semplici cartoncini con il nome degli espositori; i 989 per le locandine; i 140 per un banner pubblicitario; i 500 per gli addobbi floreali; i 1.000 dati ad un giornale “strumento specifico di promozione”; gli 854 per lampade e un lettore cd; e infine i 10.014,62 IVA inclusa “relativamente all’uso della sala Maria D’Enghien e della salette attigue, come da contratto del 30.11.2017 con la RTI Theutra-OasiMed”.

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Insomma, ce n’è già abbastanza, nelle ultime settimane, senza andare a ritroso nei mesi scorsi, dopo tutte queste delibere culturali, per far venire la curiosità di sapere chi sia Antonella Agnoli, e come sia diventata assessore alla cultura un anno e mezzo fa…Ma questa è un’altra storia. Ve la racconteremo la prossima volta.

Category: Cultura, Politica

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