CON UN’INSOLITA VIOLENZA VERBALE, LA CONFAGRICOLTURA RILANCIA LA SOLITA MISTIFICAZIONE SULLA FRODE XYLELLA, DIETRO CUI SI CELANO GLI INTERESSI DI AFFARISTI, SPECULATORI E DEVASTATORI DEL TERRITORIO

| 4 Marzo 2019 | 12 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. La Confagricoltura ci manda il seguente comunicato______

Una grande mobilitazione di massa per fronteggiare l’avanzata della xylella e trovare soluzioni concrete per i territori già colpiti. Associazioni ed imprenditori scenderanno in piazza a Lecce, sabato prossimo, 9 marzo.
Manifesteranno, in maniera compatta, Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative delle tre province (Lecce, Brindisi e Taranto), assieme ad altre organizzazioni anche non agricole e le comunità territoriali.
Nei giorni scorsi è stato istituito un tavolo istituzionale di crisi in quanto

“non si decide sulla grave pandemia per cui l’Unione Europea pretende delle azioni concrete tese ad attuare una politica di contenimento; la Regione Puglia invece di definire una strategia chiara e condivisa che consentisse di superare le difficoltà che ancora oggi impediscono di eliminare le piante infette e secche, inizialmente si è fatta condizionare da ideologi negazionisti e propugnatori di fantomatici rimedi e solo ora si sta ricredendo.

Nel frattempo il Salento si è distrutto velocemente ed il batterio si sta propagando sempre più verso il nord della Puglia. La politica e i decisori pubblici a tutti i livelli devono assumersene le responsabilità. Intanto c’è chi nega ancora l’evidenza della ufficialità dei dati di una positività prossima al 100 per cento nella zona delimitata come infetta; si susseguono provvedimenti legislativi e amministrativi tanto generici quanto inconcludenti ai danni dei territori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto”.

Secondo le organizzazioni datoriali occorre intervenire, con forza estrema, per ottenere un’attenzione delle istituzioni pubbliche sulla distruzione del territorio e dell’economia non solo agricola del Salento operata dalla malattia.
Per questo le associazioni datoriali hanno dichiarato lo stato di agitazione della intera categoria dei territori salentini colpiti dalla pandemia xylella fastidiosa, e stigmatizzato il ritardo negli interventi da parte della Unione Europea, del Governo italiano e soprattutto della Regione Puglia.______

LA RICERCA in due fra i più recenti nostri articoli sulla questione

DA BRUXELLES A BARI / XYLELLA, L’EMERGENZA INVENTATA

IL MINISTRO CENTINAIO SI DOVREBBE SOLO VERGOGNARE

Category: Cronaca, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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  1. Michele Emiliano - tramite redazione ha detto:

    UN PIANO STRAORDINARIO E SPECIFICO CHE STANZI, NEI PROSSIMI 5 ANNI NON MENO DI 500 MILIONI DI EURO PER LA OLIVICOLTURA PUGLIESE.

    La misura è colma e la pazienza è finita.
    Abbiamo sperato fino all’ultimo che questo Governo comprendesse la estrema gravità della situazione della olivicoltura pugliese.
    È per questo che siamo pronti a durissime forme di lotta assieme a tutti i sindaci e ai presidenti delle province pugliesi e a tutti i coltivatori e lavoratori del settore.
    Negli ultimi anni l’agricoltura pugliese è stata colpita da una calamità che, per i suoi effetti, ha dimensioni che supera qualsiasi cosa sinora sperimentato nel nostro paese. Circa 180.000 ettari di oliveti, quasi il 40% della SAU delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, sono in area dichiarata infetta da Xylella fastidiosa. Considerando una media di 110 piante per ettaro, si può stimare che 20 milioni di piante di olivo ricadono in una zona in cui non è più possibile eradicare il batterio e sono condannate ad un progressivo manifestarsi e diffondersi dei sintomi della malattia, con numeri in evidente e preoccupante crescita. Ai danni arrecati alle aziende agricole si sommano i danni per i vivai siti in area delimitata, a cui è vietata la commercializzazione di piante specificate, i danni per i frantoi che, evidentemente, si vedono pericolosamente ridurre la materia prima a disposizione e, ovviamente, i danni per il paesaggio regionale fortemente caratterizzato dalla presenze di olivi spesso di ragguardevoli dimensioni e particolare pregio estetico. I danni strutturali o per mancata produzione sono enormi e difficilmente quantificabili e riguardano un numero di soggetti economici colpiti che è egualmente elevato. La prima attenzione non può, però, non essere sull’aspetto sociale ed economico: solo nel 2018 nelle aree colpite – 1 milione di giornate agricole perse, cali di produzione sino al 90%.
    Quest’anno la Puglia vive anche un ulteriore evento dannoso ovvero la gelata del febbraio 2018 che ha colpito in maniera senza precedenti gran parte degli oliveti regionali mettendo a rischio la fioritura e la conseguente messa a frutto delle piante. Le gelate per cui la Regione Puglia ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità hanno colpito i territori compresi in 32 comuni tra il basso tavoliere, l’Alta Murgia e parte del Sud Est Barese e il Tarantino Orientale. Sono state colpite le aree in cui è presente l’olivicoltura maggiormente specializzata con danni che secondo le stime dell’amministrazione regionale ammonterebbero a 186 milioni di Euro ma sono destinati ad aumentare se si dovessero riscontrare effetti anche sulla seconda annualità produttiva.
    Le sofferenze dell’olivicoltura sono confermate da alcune stime della campagna di produzione italiana di olio di oliva 2018-19 secondo cui ci sarebbe stato un eccezionale e drammatico calo produttivo con un crollo del 58% della produzione. L’impatto sull’agricoltura pugliese e sull’intera economia regionale è assai evidente dato che il comparto olivicolo contribuisce conta su 270 mila imprese olivicole ed un fatturato di 522 milioni di euro l’anno pari al 13% del totale della produzione agricola regionale.
    In uno scenario di tali dimensioni, il territorio pugliese non può che reclamare il supporto e la solidarietà del Governo nazionale e della Commissione Europea. In particolare, si reclama l’urgente predisposizione di norme atte a favorire le attività economiche nelle aree delimitate tra cui, in particolare:
    – norme che consentano di velocizzare l’espianto degli oliveti infetti e la loro sostituzione con piante immuni o resistenti operando in deroga alla presenza di vincoli nazionale;
    – norme che facilitino la commercializzazione in area infetta dei prodotti vivaistici derivanti da vivai siti in area delimitata;
    – norme tese ad aumentare la quota nazionale “vigneto” dei territori colpiti da xylella;
    – misure di aiuto che possano consentire forme di indennizzo per i frantoi;
    – sostegno alla creazione di una filiera virtuosa (energetica, artigianale, di prodotto) che sappia valorizzare il legno derivante dall’elevatissimo numero di alberi che saranno espiantati.
    Inoltre è indispensabile che siano individuate ulteriori risorse economiche, in molti casi addizionali a quelle già disponibili, per finanziare un vero e proprio piano olivicolo teso a:
    – ristorare le perdite alle aziende della filiera colpite dalla batteriosi e dalle gelate attraverso un sostegno per mancato reddito sotto forma di premio a superficie, una decontribuzione dei costi previdenziali, da applicare alla parte agricola e alla parte non agricola della filiera olivicola, la sospensione per uno o più anni delle scadenze dei mutui;
    – ripristinare la potenzialità produttiva delle aree infette da Xylella consentendo il reimpianto di piante resistenti o immuni;
    – favorire l’adeguamento dei vivai posti in area delimitata affinché possano accreditarsi come sito indenne;
    – sostenere il monitoraggio delle aree infette per poter avere un quadro certo della diffusione dell’infezione nelle zone non sottoposte a monitoraggio regionale, effettuare una eventuale riperimetrazione all’interno della zona infetta per differenziare le aree palesemente infette da quelle asintomatiche e prevedere per queste ultime gli stessi interventi fitosanitari e colturali previsti per la zona cuscinetto;
    – favorire operazioni di innesto di olivi monumentali posti in zona infetta e al di fuori dell’area di contenimento con varietà resistenti;
    _ AVVIARE UNA CAMPAGNA DI ESPIANTO E REIMPIANTO DI TUTTI LI ULIVI COLPITI DA XYLELLA PRESENTI NELLE CAMPAGNE PUGLIESI CHE, A CAUSA DELLA PARCELLIZAZIONE DELLA PROPRIETÀ TERRIERA E DELLA DIFFICOLTÀ, E SPESSO IMPOSSIBILITÀ DI INDIVIDUARE I PROPRIETARI, SONO ATTUALMENTE ABBANDONATI. QUESTO AL FINE DI RESTITUIRE AL PAESAGGIO PUGLIESE LA SUA CARATTERISTICA ESSENZIALE, MINIMIZZANDO O PREVENENDO I RISCHI CONNESSI ALL’ABBANDONO DEI CAMPI (DI NATURA IDDOGEOLOGICA, AMBIENTALE E DI PUBBLICA SICUREZZA) E ALLE RICADUTE SU UNA DELLE INDUSTRIE TURISTICHE PIU IMPORTANTI DEL MEDITERRANEO.
    – agevolare una più efficace applicazione delle misure fitosanitarie da parte delle pubbliche amministrazione siti nelle aree oggetto di monitoraggio da parte della Regione Puglia che hanno competenze su strade, canali o direttamente su fondi agricoli mediante un sostegno ad hoc.
    -la modifica della legge 247/2007, per consentire ai lavoratori agricoli a tempo determinato impiegati nelle zone colpite dai fenomeni delle gelate, l’integrazione del reddito, anche per i due anni successivi, tramite il Fondo di solidarietà nazionale, ampliando le opportunità offerte dalla norma precedente.

    OCCORRE DUNQUE UN PIANO STRAORDINARIO E SPECIFICO CHE STANZI, NEI PROSSIMI 5 ANNI NON MENO DI 500 MILIONI DI EURO OLTRE QUELLI GIÀ PREVISTI DAL PSR O ALTRE MISURE EMERGENZIALI.
    È INCOMPRENSIBILE COME DAVANTI AD UNA CATASTROFE DI DIMENSIONI EPOCALI, CAPACE DI METTERE IN GINOCCHIO UNA PARTE SIGNIFICATIVA DEL PAESE, IL GOVERNO SIA PRUDENTE, LENTO A PRENDERE DECISIONI E, SOPRATTUTTO, LESINI SULLE RISORSE.
    NEL RECENTE PASSATO NON SI È ESITATO MINIMAMENTE AD INTERVENIRE IN SITUAZIONI EGUALMENTE DRAMMATICHE CON VERI E PROPRI BLITZ LEGISLATIVI.
    PRETENDIAMO LA STESSA ATTENZIONE.
    E LA PRETENDIAMO ORA.
    SIAMO PRONTI AD INTRAPRENDERE OGNI AZIONE DI DISOBBEDIENZA CIVILE NECESSARIA FINO A QUANDO NON VERRÀ VARATO IL PIANO STRAORDINARIO CHE LA PUGLIA ATTENDE E MERITA. NON PERMETTEREMO CHE IL PASSAGGIO, L’ECONOMIA, L’AMBIENTE, LA STORIA STESSA DELLA PUGLIA VENGA SACRIFICATA SULL’ALTARE DELLA INDIFFERENZA NAZIONALE.

  2. Luigi Russo - tramite Facebook ha detto:

    ADESSO TUTTO È CHIARO. E SI COMPRENDE BENE CHI CI GUADAGNA E CHI PERDE. POLITICA COME SEMPRE DALLA PARTE DEI POTERI FORTI E DEGLI ARROGANTI

    Papa Francesco, messaggio per la quaresima 2019: “Il peccato che abita nel cuore dell’ uomo (cfr Mc 7,20-23) – e si manifesta come avidità, brama per uno smodato benessere, disinteresse per il bene degli altri e spesso anche per il proprio – porta allo sfruttamento del creato, persone e ambiente, secondo quella cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato“. Leggi bene presidente Michele Emiliano, fatti spiegare che cosa è la rivelazione cosmica e che cosa è la redenzione del creato. E ricorda sempre i 7 vizi capitali fortemente presenti in questo tempo e in queste azioni politiche ed economiche contro la natura e contro Dio: accidia, avarizia, gola, invidia, ira, lussuria, superbia.

  3. Carmine Crocco - tramite Facebook ha detto:

    FERMARE LA FOLLE CORSA VERSO LA SOLUZIONE FINALE DEGLI OLIVI AUTOCTONI SALENTINI. L’APPELLO DEL DUO EMILIANO – DI GIOIA NON È SCIOCCANTE, È SEMPLICEMENTE SCIOCCO. Per questi motivi:

    i problemi dell’olivicoltura non nascono certamente con la ‘comparsa del batterio’;

    si parla nuovamente di 20 milioni di olivi, giocando con i termini e facendo una stucchevole moltiplicazione. In realtà la positività di un olivo non si determina con la vergogna degli esami visivi ma con una duplice analisi di laboratorio. Questa ambigua associazione (pianta visivamente con sintomi allora positiva al batterio) vuol dire non rispettare la legge (prima o poi sarà anche oggetto di inchiesta da parte della Corte dei Conti). Eppure pochi giorni fa Di Gioa parlava di alcune centinaia di migliaia di olivi, senza comunque presentare le relative analisi molecolari richieste per legge;

    non si parla di cure degli olivi ,eppure proprio la Regione Puglia ha finanziato diversi progetti di cura e convivenza ed esiste anche una cura con pubblicazione scientifica;

    si invocano ancora norme per velocizzare gli espianti anche in deroga ai vincoli paesaggistici e ambientali;

    si parla di varietà ritenute resistenti ma la stessa Regione Puglia nella sua determina con cui autorizza i reimpianti non garantisce nel tempo resistenza e produttività;

    quando si parla di sostegno alla creazione di una filiera virtuosa, “energetica” …. “che sappia valorizzare il legno derivante dall’ELEVATISSIMO numero di alberi che saranno espiantati” cosa vuol dire? Autorizzare NUOVE CENTRALI A BIOMASSE IN SALENTO ?

    entrare nelle proprietà private ED ABBATTERE GLI OLIVI È COMUNQUE UN REATO;

    “effettuare una riperimetrazione all’interno della zona infetta per differenziare le aree palesemente(*) infette da quelle asintomatiche e prevedere per queste ultime GLI STESSI INTERVENTI FITOSANITARI E COLTURALI PREVISTI PER LE ZONE CUSCINETTO” (!) vuol dire far ritornare in zona provincia di Lecce le zone CUSCINETTO ? Ma queste decisioni sono appannaggio della Commissione Europea non della Regione. E poi far ritornare le zone cuscinetto nelle aree asintomatiche (quindi palesemente verdeggianti) vuol dire completare l’opera di DISTRUZIONE DEL SALENTO, perché trattandosi di zona cuscinetto vuol dire FAR RITORNARE LA LEGGE DEI 100 MT IN PROVINCIA DI LECCE ! In più, trattandosi di zona cuscinetto, VUOL DIRE NON AUTORIZZARE NEANCHE REIMPIANTI;

    (*) palesemente come sinonimo di ‘esame visivo’, MA È FUORI LEGGE !

    LORO SFILERANNO A LECCE NEI PROSSIMI GIORNI, QUAND’È CHE LO FARÀ IL POPOLO DEGLI ULIVI ?

  4. Confagricoltura - tramite mail ha detto:

    «La mobilitazione contro la xylella fastidiosa

    segna l’inizio di un presidio del territorio

    che proseguirà nei giorni successivi»

    Le associazioni di categoria Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative e Legacoop confermano la manifestazione di protesta indetta per sabato prossimo, 9 marzo, in Lecce contro l’indifferenza dell’Unione Europea, del Governo italiano e soprattutto della Regione Puglia sul disastro naturale che ha colpito il Salento con la diffusione della Xylella.

    Le organizzazioni sono convinte che il territorio, non solo agricolo, sia da ricostruire e chiamano la società civile a partecipare alla mobilitazione.

    Migliaia di messaggi da parte di agricoltori invitano all’unità. «Chiediamo dunque alla Coldiretti di affermare e consentire l’unità del mondo agricolo – sottolineano le associazioni – perché i temi di doglianza e le richieste sono identici».

    Le associazioni prendono atto che è stata diffusa su richiesta delle organizzazioni una lettera del presidente Michele Emiliano che, se pur tardivamente, ha condiviso la nostra proposta, tra le altre, di stanziare 500 milioni di euro in cinque anni per la ricostruzione del territorio salentino distrutto.

    Sottolineano che la manifestazione di sabato prossimo segna l’inizio di un presidio del territorio che proseguirà innanzi alla Regione Puglia nei giorni successivi alla manifestazione.

    Intanto per lunedì mattina, presso palazzo dei Celestini vi sarà una conferenza di tutti i sindaci, anch’essi invitati a partecipare, della deputazione salentina e dei consiglieri regionali del territorio, dalle organizzazioni stesse sollecitata ed ottenuta.

    «Noi non ci rassegniamo – scrivono le associazioni – ad essere nati in un territorio splendido che aveva 11 milioni di alberi di ulivo ed essere ridotti a vivere in un deserto con 11 milioni di buche: il Salento vuole vivere».

  5. Antonio De Franco - tramite mail ha detto:

    Alle Redazioni e rispettive sedi

    In data odierna il Centro di Documentazione Antibufalite del Coordinamento degli Agricoltori per l’Olivicoltura ha inoltrato querela per procurato allarme nei confronti di:

    Maria Soave: giornalista TG1 di Rai 1
    Laura Chimenti: giornalista TG1 di Rai 1
    Giuseppe Carboni: direttore TG1 di Rai 1
    Savino Muraglia: presidente Coldiretti Puglia
    Marco Mangano, giornalista Gazzetta del Mezzogiorno
    Giuseppe De Tomaso: direttore Gazzetta del Mezzogiorno

    tutti responsabili, con diverse azioni guidate da un unico disegno, di diffondere e alimentare senza sosta il terrorismo dell’emergenza sulla batteriosi di Xylella Fastidiosa. Il tutto approfittando della mobilitazione degli agricoltori tenutasi sabato nove marzo a Lecce.
    In realtà i dati ufficiali del secondo e del terzo monitoraggio attestano che non vi è nessun avanzamento e che l’individuazione della Xylella, quantitativamente residuale, semplicemente segue il monitoraggio per la ovvia ragione che prima di allora non era mai stato effettuato. In particolare dal terzo monitoraggio in corso emerge il sostanziale arresto della diffusione della patologia considerato che, in tutta l’area cuscinetto, è stato ritrovato un solo albero su un campione di centinaia di migliaia di alberi da Polignano a mare, Monopoli, sino a Massafra, Palagiano. Sono stati oggetto di querela anche i giornalisti in studio e il direttore del TG1 di Rai 1 in quanto unica testata nazionale che in diretta ha ripreso i toni allarmistici ed emergenziali del presunto avanzamento del batterio senza aver verificato la veridicità della fonte che parrebbe essere il dossier “Coraggio Salento” redatto a cura di Coldiretti Puglia e Unaprol ma di cui non vi è traccia alcuna. In questa occasione è stato attenzionato anche il giornalista di Gazzetta del Mezzogiorno, Marco Mangano, evidenziando l’ipotesi del suo possibile conflitto d’interesse sulla base della verifica che lo stesso, notoriamente propalatore di posizioni allarmistiche ed emergenziali, intrattiene incarichi professionali con una delle associazioni agricole ovvero Coldiretti.

    Lo scrivente Coordinamento, i cui componenti sono tutti esclusivamente agricoltori ed olivicoltori, esprime un motivo in più di solidarietà verso i fratelli olivicoltori che hanno scioperato a Lecce, i quali non meritano di essere strumentalizzati laddove in modo più efficace, diretto e immediato, si deve consentire di tornare a coltivare gli oliveti in modo economicamente sostenibile con lo strumento totalmente sburocratizzato e già operativo dell’aiuto straordinario tramite fascicolo aziendale, portando il Premio Annuo PAC almeno ad euro 1400 ad ettaro, cosa per la quale le risorse già ci sono.

  6. Ufficio Stampa Provincia di Lecce - tramite mail ha detto:

    Si è svolta questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini, l’Assemblea dei sindaci convocata dal presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva per discutere della vicenda xylella con l’obiettivo di mettere in atto ogni utile sinergia a difesa del territorio salentino.

    All’assemblea, che ha registrato un’ampia e sentita partecipazione con circa 70 sindaci del Salento presenti, sono intervenuti i senatori Dario Stefano e Roberto Marti, i deputati Rossano Sasso e Anna Rita Tadeo, l’assessore all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia Loredana Capone, il consigliere regionale Ernesto Abaterusso. Presenti il vicepresidente della Provincia di Lecce Massimiliano Romano e i rappresentanti delle associazioni di categoria.

    “Ho voluto convocare questa Assemblea dei sindaci stimolato un po’ dalle piazze interessate alle manifestazioni di sabato scorso, sia dalle vicende che vive questo territorio lacerato dal problema xylella, che è un problema che si ripercuote sulle nostre comunità, sull’economia del nostro territorio e sulla storia del nostro Salento. E l’ho voluto fare, come rappresentante della Provincia, per esprimere un’idea di sostegno ai sindaci presenti: sono proprio loro a vivere sulla propria pelle, sulla pelle del territorio che rappresentano, questo problema. La loro presenza in questa aula consiliare è segno di attenzione e volontà di collaborazione”, ha esordito il presidente Stefano Minerva.

    “Errori ne abbiamo fatti tanti, lo ammetto, e ognuno di noi ha una parte di responsabilità. Sabato scorso ho voluto essere presente nelle piazze, che purtroppo erano divise, in una esasperazione portata quasi a livello di una guerra tra poveri. Un mondo che si divide per rivendicare azioni giuste a difesa del territorio”.

    E ha aggiunto: “Ve lo dico con sincerità. Questa mattina sarei potuto arrivare qui con una bozza di documento costruito e condiviso con gli uffici e le associazioni, ma ho preferito non farlo, né stilare qualcosa di preconfezionato. Preferisco che si faccia una discussione giusta, reale, sincera, in cui ogni sindaco possa portare la testimonianza delle ferite presenti sul proprio territorio, in cui gli imprenditori agricoli dicano la propria, dove si avverta la sofferenza di un modello e di un sistema turistico che stiamo cercando di portare avanti e che, senza la forza trainante dell’agricoltura e della storia dell’entroterra, non ha più ragione di esistere”.

    “In questa Assemblea vi chiedo di mettere da parte appartenenze politiche e partitiche, per essere legati da un unico ideale, quello di essere al servizio del nostro territorio e della volontà che nasce dal Salento. Il Salento, questa è la terra dove siamo nati ed in cui abbiamo deciso di mettere il nostro impegno al servizio della collettività. Non possiamo uscire divisi, non possiamo parlare lingue diverse che poi non vengono capite: dobbiamo dare segnali sinceri ed efficaci al territorio”.

    “E’ questo il senso dell’Assemblea odierna, quello di fare un discorso comune. Proveremo ad ascoltare tutti, per trovare e delineare tutti assieme un percorso comune. Sono comprensibili le urla, le grida, la rabbia ed anche le azioni di chi ha visto in questi anni andare in fumo gli investimenti, non solo economici, ma anche sentimentali fatti per la propria azienda, per il proprio lavoro e per la propria terra. Ed è proprio rispetto a questi sentimenti che dobbiamo sentirci non solo la responsabilità di rappresentarli, ma anche il coraggio, in maniera libera e leale, di costruire un percorso che possa urlare la sofferenza in questo momento del nostro Salento che deve essere protagonista rispetto alle azioni che si vanno a chiedere, ma anche rispetto a ciò che si andrà a fare. Ascoltiamo i punti di vista di ognuno di voi e poi troviamo assieme le richieste da fare al governo regionale e a quello nazionale”.

    Dopo l’intervento del presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, hanno preso la parola numerosi sindaci dei Comuni salentini che hanno animato la discussione con riflessioni sulla delicata questione della xylella e proposte concrete sulle possibili azioni da intraprendere in modo unitario.

    Il presidente Minerva ha quindi voluto ascoltare la voce dei rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno seguito i lavori dell’assemblea nell’aula consiliare.

    In conclusione, nei prossimi giorni verrà redatto un documento da sottoscrivere insieme ai sindaci dell’Assemblea dei Sindaci; inoltre, partirà una richiesta formale di incontro fra il presidente del Consiglio dei Ministri Conte e il presidente della Provincia Minerva. Ed ancora, una richiesta formale al presidente della Regione Emiliano di venire a incontrare a Lecce una delegazione dei sindaci e le associazioni di categoria.

  7. Cia Agricoltori Italiani - tramite mail ha detto:

    Le contemporanee dimissioni di 97 sindaci della provincia di Lecce. Un segnale-shock per esprimere con forza, davanti a tutta Italia, di fronte alle istituzioni, e in particolare al Governo, tutta la drammaticità della questione Xylella: è questa la proposta che CIA Agricoltori Italiani della Puglia, stamattina, ha recapitato ai primi cittadini del Leccese. Lo ha fatto davanti a Palazzo Celestini, sede della Provincia di Lecce, nel sit-in tenuto assieme alle altre organizzazioni che si riconoscono nel coordinamento di Agrinsieme (oltre alla CIA, ci sono anche Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative per l’Agroalimentare).
    PIANO PLURIENNALE DI INVESTIMENTI E MISURE DI RILANCIO. CIA Agricoltori Italiani della Puglia lo ha ribadito: il risultato acquisito col decreto emergenze è importante, ma è solo il primo passo da compiere verso la concertazione, l’elaborazione e la messa in campo di un programma di azioni e un piano di investimenti pluriennali per centrare due obiettivi: da un lato, contrastare l’avanzata della xylella; dall’altro, fermare l’emorragia produttiva del settore olivicolo nelle province più colpite dal batterio, quelle di Lecce, Brindisi e Taranto.
    SUPERARE LE DIVISIONI. “Sabato 9 marzo, a Lecce, abbiamo marciato in corteo senza bandiere, dietro un unico striscione che recava la scritta ‘Il Salento vuole vivere’. Si è parlato tanto di divisioni, ma noi siamo per unire tutti, dalle organizzazioni agricole ai comuni, dalle istituzioni provinciali a quelle regionali, con una forte mobilitazione dal basso che sta coinvolgendo olivicoltori, frantoiani, organizzazioni di produttori, sindaci, semplici cittadini”, ha spiegato Benedetto Accogli, presidente provinciale di CIA Salento.
    MOBILITAZIONE PERMANENTE. “Negli ultimi 2 anni, e in modo ancora più intenso in questi ultimi mesi, abbiamo riunito tutto il mondo olivicolo, svolgendo decine di assemblee pubbliche, incontri informativi, iniziative, portando migliaia di persone a manifestare prima a Bari, poi a Roma e a Lecce. Non ci fermeremo finché il Governo nazionale nella sua interezza e l’Europa non prenderanno pienamente e compiutamente coscienza di quello che stanno passando i nostri agricoltori, i lavoratori agricoli, le imprese olivicole e i frantoiani: qui si chiudono le attività, si assiste con rabbia alla desertificazione del territorio mentre bisognerebbe accelerare e favorire i reimpianti. Guardiamo il nostro paesaggio che sta cambiando, assumendo connotati spettrali, col rischio che non solo l’agricoltura ma anche il turismo subisca un arretramento”.
    L’AZZERAMENTO DI UN SETTORE. La diffusione e il continuo espandersi del batterio Xylella, infatti, hanno causato un vero e proprio crollo produttivo e reddituale nelle zone più colpite, con un decremento della produzione che ha cancellato oltre un milione di giornate lavorative nel settore olivicolo. Di fronte a una crisi epocale, che mette a rischio il presente e soprattutto il futuro del comparto primario, è necessaria una superiore unità d’intenti e una nuova complessiva strategia di sviluppo che preveda linee d’intervento, risorse, investimenti, capacità progettuali tali da invertire la drammatica spirale della crisi. Occorrono maggiori risorse che permettano agli agricoltori di coprire i danni causati dall’epidemia, stimati in oltre 500 milioni di euro. Serve un piano di durata pluriennale che consenta di affrontare anche la questione abbattimenti e reimpianti; urge una vera semplificazione burocratica per avviare gli stessi abbattimenti e reimpianti; è necessario lo stanziamento di nuove risorse del PSR da destinare alla ricerca e ai reimpianti; devono essere attivate tutte le pratiche previste nella zona cuscinetto anche nella zona infetta.

  8. Dario Stefàno - tramite mail ha detto:

    “Sono felice ci sia stato un momento di ascolto e riflessione con tutti i sindaci sul tema della Xylella.

    Siamo ancora a questo punto perché per troppo tempo sono state inseguite tesi prodotte da chi non aveva alcun titolo a parlare di fitopatie, anche da chi ricopriva ruoli istituzionali di rilievo. È come se, per curare una malattia dentale, si scegliesse il consulto di un architetto o di un agente di commercio.

    Su ciò che è stato, sono convinto che la storia darà il suo verdetto prima o poi, pertanto suggerisco di cessare questa ricerca delle responsabilità nel passato e di iniziare seriamente a pretendere risposte puntuali da chi continua a fare promesse nel presente.

    Da luglio scorso attendiamo un piano del governo che sarebbe dovuto arrivare entro 60gg. Oggi, invece, sul tavolo arriva un decreto che non parla affatto di Xylella: zero misure urgenti per avviare procedure di eradicazione, zero misure per agevolare il reimpianto. Eppure abbiamo gioito tutti quando dall’Europa è arrivata l’autorizzazione perché è evidente che l’unico modo per dare una chance al patrimonio olivicolo è il reimpianto con specie resistenti, come suggeriscono scienza e ricerca.

    Dobbiamo essere uniti. Se c’è una cosa su cui non possiamo permetterci di essere divisi è considerare l’eradicazione la misura delle misure: è il primo e unico strumento per ripartire. Poi dobbiamo chiedere che le risorse siano destinate al reimpianto e al ristoro per i danni subiti.

    Ma non quelle derivanti dal Fondo Sociale Europeo che qualcuno ha promesso agli agricoltori ma che sappiamo tutti non essere spendibili per azioni di questo tipo.

    Non facciamoci prendere in giro. Serve un esercizio di verità e occorre chiedere che sia rinnovato un impegno rispetto a un problema che è sbagliato considerare solo di competenza del Salento. Attenzione a non prestare il fianco su questo.
    La Xylella è un dramma di tutta la Puglia ed è la Puglia che deve accompagnarci nell’interlocuzione con i livelli superiori di governo.

    Esiste un tavolo: chiediamo che venga liberato definitivamente da espressioni negazioniste, integrato con una rappresentanza della conferenza dei sindaci e che venga subito convocato per irrobustire e rendere più autorevole il dialogo con il governo nazionale nell’unica direzione possibile che è l’urgenza di disporre un vero Piano Straordinario di interventi concreti per contrastare la Xylella.

    Molti, anche oggi, hanno parlato della necessità di strumenti straordinari per agire in deroga, laddove fosse necessario, dimenticando che uno strumento lo avevamo già. Era il Commissario Straordinario di Protezione Civile, sul cui ruolo molti hanno alzato barricate e sulla cui mancata proroga molti hanno esultato”. Lo ha detto il vicepresidente dei democratici a Palazzo Madama, Dario Stefàno, intervenendo oggi alla conferenza dei sindaci convocata presso la Provincia di Lecce in merito all’emergenza Xylella

  9. Soave Alemanno - tramite mail ha detto:

    “Sono davvero rammaricata di non aver potuto partecipare, insieme ai miei colleghi parlamentari del MoVimento 5 Stelle all’odierna assemblea dei sindaci del Salento sulla Xylella, convocata dal presidente dal presidente della Provincia. Purtroppo lo scarso preavviso e i contestuali impegni già fissati non hanno reso possibile la mia e la nostra presenza. Ciò nonostante mi preme confermare la nostra attenzione nei confronti dei problemi che vivono i nostri agricoltori e, nel momento in cui c’è stata la necessità di intervenire, non abbiamo esitato. Proprio come avvenuto nel caso dei 30 milioni di euro che il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha messo a disposizione del ministero dell’Agricoltura. Risorse provenienti dal Fondo di sviluppo e coesione destinate proprio al contrasto della Xylella, che sono già disponibili dalla fine del 2018. Aggiungo soltanto che con i miei colleghi del Movimento stiamo già lavorando ad alcuni emendamenti che hanno lo scopo di dare sostegno agli agricoltori il più rapidamente possibile. Insomma, ci siamo e siamo a disposizione per offrire ad operatori e al nostro territorio tutto il sostegno dicui c’è bisogno”.
    Così la deputata del MoVimento 5 Stelle Soave Alemanno.

  10. Confagricoltura - tramite mail ha detto:

    Verrà a Lecce l’assessore regionale all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia. Venerdì prossimo, terrà una conferenza stampa nella sede leccese della Regione Puglia, proprio laddove da giorni manifestano i rappresentanti di Confagricoltura, Cia, Copagri, Confcooperative e Legacoop delle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
    Continua, senza sosta, infatti, la mobilitazione a difesa del paesaggio e del territorio salentino. Anche oggi le sigle di Agrinsieme si sono date appuntamento davanti agli uffici regionali, dove hanno sostato i trattori, carichi di legna di ulivo colpiti dal batterio. È proseguita, inoltre, la raccolta di firme per sensibilizzare l’opinione pubblico su questa «battaglia» vitale per l’economia salentina. I rappresentanti delle associazioni agricole sono uniti dallo slogan «Il Salento vuole vivere».
    Le associazioni chiedono risorse immediate per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro, una legge speciale per affrontare concretamente la diffusione della xylella e ricostruire il territorio salentino, la nomina di un commissario per l’emergenza Salento e una generale sburocratizzazione delle procedure. «Non possiamo e non vogliamo fermarci», dice Maurizio Cezzi, presidente di Confagricoltura Lecce. «La mobilitazione ed il presidio del territorio proseguiranno ad oltranza, sino a quando le rivendicazioni del mondo agricolo saranno accolte. Il Salento non è stato preso in considerazione nei provvedimenti sinora adottati. Tant’è che per la zona totalmente infetta non sono stati previsti interventi di accompagnamento e specifici interventi per il territorio».
    «Nessuno ha compreso – prosegue il presidente – che il problema non è più agricolo, ma attiene alla ricostruzione di un territorio che è stato distrutto, anche a causa dell’inerzia di tutte le istituzioni, dall’Unione europea, passando al Governo italiano alla Regione Puglia».
    Il Salento chiede un piano che nasca «dal basso». «Abbiamo presentato una proposta di legge di iniziativa popolare – spiega Cezzi – perché siano le comunità territoriali a decidere quale futuro dovrà avere il Salento: deve essere messo nelle condizioni di rinascere, in quanto è stato troppo a lungo trascurato. È ora che le istituzioni si facciano carico della sorte di un intero territorio».

  11. Dario Stefàno - tramite mail ha detto:

    Un buona notizia solo a metà, che lascia dunque insoddisfatti, quella della pubblicazione della Determinazione dell’Autorità di Gestione PSR Puglia 2014-2020 con cui si approva l’Avviso pubblico per la presentazione delle domande di sostegno relativo alla Sottomisura 4.1 – Operazione C “Sostegno per gli investimenti per la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende olivicole della zona infetta relativamente alla Xylella fastidiosa” è il commento del Vice Presidente del Partito Democratico al Senato, senatore Dario Stefàno.
    “Una buona notizia solo a metà, perché non centra il vero problema: quello degli espianti e dei reimpianti, l’unico modo per restituire speranza ai produttori a cui la Xyella ha letteralmente tagliato le gambe.
    Il bando, infatti, prevede tutta una serie di interventi, come le costruzioni ex-novo, l’ammodernamento di fabbricati rurali per fini produttivi agricoli, l’acquisto di macchinari e attrezzature, interventi di efficientamento energetico su edifici rurali, realizzazione di nuovi impianti specializzati di colture arboree, ammodernamento e realizzazione ex novo di impianti irrigui.
    E poiché il bando riguarda esclusivamente le aziende della sola “zona infetta” è inconcepibile che non preveda, tra le spese ammissibili, l’espianto di olivi, lascaindo peraltro invariato l’iter burocratico, la paesaggistica e le analisi per l’accertamento della presenza del batterio, tutte a carico dell’olivicoltore.
    Un bando, insomma, che rivela buone intenzioni, ma che in realtà lascia irrisolti i problemi, drammatici, con cui devono fare i conti i produttori.
    Servirebbe, invece,- conclude Stefàno- necessariamente agire per snellire la burocrazia sugli espianti, incentivarli e favorire i reimpianti: solo così si consentirebbe alle aziende di poter ripartire e ritornare a produrre. Bisogna cambiare passo. Non c’è più tempo.

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