ARTISTI SALENTINI / PIETRO FANIGLIULO

| 9 Febbraio 2021 | 5 Comments

di Raffaele Polo______

Per chi si interessi di arte, nella nostra realtà, il cognome ‘Fanigliulo’ riporta subito al secolo scorso, a Grottaglie, a quello che passò alla storia col soprannome di ‘milordo’ e simboleggiò, da allora, la propensione artistica e figurativa della cittadina famosa per i suoi manufatti figuli.

Anche a Lecce, c’era un Fanigliulo: e anche lui veniva dalla provincia di Taranto in un gruppo di amici-artisti che frequentavano l’Accademia leccese e che sono diventati quella che, oggi, quasi scherzosamente, definiamo la ‘Scuola grottagliese’. Così, su due piedi, ricordiamo Urso, Intermite, Ursoleo, Nuzzo  e Pietro Fanigliulo (nella foto), scomparso nel 2008, che conoscemmo quando aveva ancora lo studio in via Vignes, un vasto androne dove l’artista metteva ad asciugare le sue grafiche sul pavimento. Capitava che qualche distratto e incauto visitatore le calpestasse e allora si sentivano le urla di Pietro che era intento, sicuramente, ad una vivace ‘scopa’ con gli amici.

Poi, lo studio si è trasferito di fronte all’abitazione, in via Cerrate Casale. E le grafiche non furono più messe ad asciugare sul pavimento, i tempi erano cambiati…

Ma non era mutato lo stile particolare e riconoscibilissimo di Pietro, un modo di affrontare la figura con dovizia di particolari e schematizzazioni, dai tratti sicuri e al limite del fumettistico, concedendo poco o nulla alla celebrazione tradizionale della rappresentazione, ma reinterpretando ogni particolare col gusto della ricerca e della semplificazione, in una sorta di perenne manifesto della propria arte, volta a scoprire ed armonizzare Natura e Persone, in una narrazione piacevole e sdrammatizzante.

Lui, Pietro, trasfondeva il suo fare legato ad una realtà contingente, che si sforzava di risolvere i mali e le avversità anche con quel rappresentare la realtà con gli spazi e la chiarezza delle forme ben delineate e fissate su carta e tela, con forza, perché non si annacquassero e non perdessero la loro vera essenza.

Ecco perché Pietro prediligeva la grafica, piuttosto che l’olio e gli acrilici. Ma si lasciava andare a ‘colorazioni a mano’ delle sue calcografie, dimostrando anche in questo la sua predilezione per le tinte naturali, forti, con poche sfumature…

Pietro era così, la sua produzione è tuttora in tante case ed uffici del Salento, subito connotabile e ricca delle valenze che l’artista di Grottaglie ha voluto raccogliere in quei disegni che farebbero invidia ai nostri contemporanei designer di cartoons e ai giovani fumettisti….

 

 

Category: Cultura

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Comments (5)

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  1. redazione ha detto:

    Grazie Raffaele per questo ricordo di Pietro. Valerio

  2. Pasquale Urso ha detto:

    Sono uno della “Scuola grottagliese” come dici tu. Con Pietro abbiamo cominciato, con il Torchio di Elio Caione, in Via Dei Prioli.(Era il 1972 1973). Allora io realizzavo gli “Ulivi” a colori e li realizzavo soprattutto a linoleum. Poi ci siamo visti quando aprii lo studio acquistando un torchio che misi a disposizione di tutti gli artisti,in via Don Bosco 28 nel 1974, con anche Vito Ursoleo, Ciro Intermite e Ciccio Nuzzo.
    Pietro e Carriero acquistarono un altro torchio, oltre al mio, perciò, lui non fa parte del gruppo degli artisti che pubblicai nel 1974. (Un poco di storia anche da parte mia, non guasta). Poi lui si è aperto una sua strada, come hai detto tu.
    Grazie Raffaele per la tua attenzione, agli artisti di Grottaglie.

  3. Valerio Melcore ha detto:

    Tre anni fa su questo quotidiano scrissi queste righe per ricordare Pietro Fanigliulo, mi fa piacere che Leccecronaca.it tramite l’articolo di Raffaele Polo oggi ricordi questo artista.

    vm______Dieci anni fa Pietro Fanigliulo ci lasciava.
    Pietro è stato senza ombra di dubbio il più grande incisore che ha operato nel Salento negli ultimi decenni.
    Una produzione artistica ricchissima, che è sta realizzata in oltre un quarantennio di ininterrotto lavoro.
    Nato a Grottaglie si trasferì giovanissimo a Lecce, dove ha insegnato arti figurative sia alla Scuola d’Arte che al Liceo Artistico.
    Ma il suo insegnamento non finiva a scuola, molti di noi sono stai iniziati alla tecnica dell’acquaforte e dell’acquatinta, della litografia, nello studio di Pietro, ricordo quando nel 1975 gli fui presentato dall’amico comune Antonio Nisi, aveva lo studio in via Vignes a due passi da piazza Sant’Oronzo.
    Mi ricordo che quando gli fui presentato mi disse:” vagliò io ti conosco tu sei un pochino irrequieto, dovresti darti nna calmata”, una lunga e polemica discussione, da cui poi nacque una bellissima amicizia.
    Tempo dopo si trasferì in via Cerrate Casale, una traversa di viale Taranto, dove tutti i pomeriggi lo si poteva trovare, e dove abbiamo passato ore e ore a discutere, o a sfotterci, soprattutto in quelle lunghe serate d’inverno.
    Per noi più giovani, lo studio, o se preferite il laboratorio di Pietro era un punto di riferimento, non solo perché in quel posto ci si confrontava su temi legati all’arte, e non solo, ma perché era una persona amabile, che non ti faceva mai sentire a disagio, ti accoglieva sempre con un sorriso, anche quando nell’ultimo periodo della sua vita, pure era consapevole che stava combattendo una battaglia che difficilmente avrebbe vinto.
    Per cui oltre che maestro d’arte Pietro in tante occasioni è stato pure maestro di vita.
    Pietro è vissuto, in un’epoca in cui internet, i social non c’erano ancora, e mi è profondamente dispiaciuto, scoprire che in rete non ci sia nulla che parli di lui, che lo ricordi, per cui ci riproponiamo di poter in futuro pubblicare qualcuno dei suoi lavori.
    Chi non ha conosciuto Pietro Fanigliulo di persona, magari lo ricorda attraverso le sue opere, i suoi quadri, le sue incisioni, notevoli erano i sui girasoli, gli ulivi, i ritratti.
    Chi invece ha avuto la fortuna di frequentarlo non può che ricordarlo per quel suo sorriso aperto, per la sua grande generosità, che si manifestava anche nell’essere prodigo di consigli con chi si approcciava all’arte del “torchio”, senza tenere per se i segreti di cui si era appropriato in anni di sperimentazione.
    Noi oggi lo vogliamo ricordare con le parole con le quali i suoi figli lo salutarono dieci anni fa, perché a mio avviso danno un quadro preciso dell’uomo,
    “Nostro padre ha dedicato la sua vita a studiare, ammirare, insegnare e dipingere capolavori, ma non era consapevole che, per noi, era e sarà lui il più bel capolavoro.”
    Credo che parole, non solo più belle, ma più appropriate i figli di Pietro non avrebbero potuto trovare per ricordarlo e per ricordarcelo.

    (Il Cavaliere)

  4. Sofia Ait Mssad ha detto:

    Salve Valerio, sono Sofia, nipote di Francesco Fanigliulo di Taranto, ho letto questo articolo tramite una ricerca online su questo cognome e vorrei sapere se Pietro è effettivamente mio parente e se sì in che modo, mi può aiutare?

  5. Valerio ha detto:

    Ciao, Sofia se posso aiutarti lo faccio con piacere.
    Puoi contattarmi scrivendo alla Redazione del giornale: info@lecceronaca.it
    Ti auguro una buona giornata.

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