MA CHE L’HANNO ELETTO A FARE?

| 19 Aprile 2021 | 1 Comment

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. I consiglieri comunali di centro destra Giorgio Pala, Andrea Pasquino e Antonio Finamore ci mandano il seguente comunicato, sul ruolo del così detto ‘consigliere aggiunto’, vale a dire il rappresentante degli stranieri eletto in rappresentanza delle varie comunità residenti a Lecce  Città. Si tratta di Kulhari Sanjeev Kumar, di nazionalità indiana, nella foto  nel suo ‘santino’ elettorale. Sullo stesso argomento, segue un altro comunicato a parte, del consigliere comunale Adriana Poli Bortone della Fiamma Tricolore______

CONSIGLIERE AGGIUNTO: UNA FIGURA DI COMODO O DI VERA INTEGRAZIONE SOCIALE?

In occasione della riunione odierna di Commissione Controllo, si è finalmente avuto modo di trattare la questione politica del Consigliere Aggiunto.
Tale figura, istituita dall’ultimo comma dell’art. 42 dello Statuto Comunale e disciplinata dall’art. 94 del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio, oltre che da un apposito Regolamento Elettorale ad hoc, ad oggi viene utilizzata come una semplice “presenza” senza alcun diritto politico.
Un’Amministrazione che ha fatto della partecipazione e della trasparenza le sue bandiere, può tollerare tale trattamento nei riguardi di chi dovrebbe rappresentare tutti i cittadini extracomunitari leccesi?
O si vuole forse mantenere una figura “di comodo”, probabilmente per lavarsi la coscienza fingendo un’integrazione che non avviene, ma nei fatti denigrando e mortificando un Consigliere regolarmente eletto?
Il Consigliere Kulhari, stando alla lettera delle fonti citate sopra, dovrebbe: dare un voto consultivo su ogni atto, essere presente in tutte le Commissioni Consiliari, ricevere un gettone di presenza equiparato a quello degli altri Consiglieri, avere un suo ufficio e una sua dotazione per poter lavorare, avere un capitolo di spesa a cui accedere per intraprendere iniziative per gli extracomunitari leccesi.
Nulla di tutto ciò, ad oggi, viene attuato.
Chiediamo dunque che tale questione venga affrontata con urgenza, modificando il Regolamento nelle parti lacunose, ma soprattutto dando attuazione a quanto previsto (ma non attuato).

Giorgio Pala
Andrea Pasquino
Antonio Finamore

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La vicenda del consigliere aggiunto, previsto per la prima volta in Italia, dall’amministrazione da me presieduta agli inizi degli anni 2000, fu emblematica della considerazione che l’amministrazione Salvemini ha, di una figura importante ed essenziale, poi riproposta da alcune altre amministrazioni, a partire da quella di Roma.

Una figura non ritenuta invece essenziale, tant’è che l’indizione delle elezioni del consigliere aggiunto è avvenuta con notevole ritardo: non fu fatta nella prima consiliatura Salvemini nel 2017/2018. E’ stata fatta solo il 27 gennaio 2020 per vedere l’insediamento del consigliere eletto Kulhari solo dopo le proteste di quest’ultimo sulla stampa.

Questa figura fu da me fortemente voluta e creata per dare concretezza al processo di integrazione (non di assimilazione) culturale del quale in tanti parlano, ma pochi attuano. Un processo che andava ad aggiungersi allo sportelli emigrati a cui volemmo dar vita come una delle vocazioni del bel piano Urban e alla biblioteca interculturale che insediammo a Palazzo Turrisi.  Ai diversi esponenti nel tempo della comunità di emigrati regolari fu riconosciuto il gettone di presenza sia in consiglio che nelle commissioni.

A mio avviso si trattava di una spesa di investimento dalla grande valenza sociale che consentiva alle diverse etnie presenti in città, ben 51, di avere nel consigliere aggiunto, una sorta di mediatore culturale e politico che potesse rappresentare le esigenze delle complessa comunità di immigrati sentendosi pienamente integrato nella politica amministrativa della città con la presenza garantita in consiglio comunale. 

Un investimento utile dunque in termini sociali, culturali, economici.

Tutto ciò non è stato compreso dall’amministrazione progressista e partecipativa di sinistra che non ha investito un solo euro in eventi o situazioni più in generale che potessero valorizzare le diverse culture  presenti in città e facessero percepire ai nostri amici emigrati il senso della partecipazione alla vita cittadina attiva, consapevole, rispettosa delle regole. I convegni e le enunciazioni in campagna elettorale prevalgono nella sinistra leccese sulle azioni positive.

Adriana Poli Bortone 

Category: Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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Comments (1)

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  1. Giorgio Pala, consigliere comunale centro destra - tramite mail ha detto:

    Sanjeev Kulhari è il consigliere aggiunto del Comune di Lecce in rappresentanza dei cittadini extracomunitari.
    Questa figura, istituita dall’art. 42 dello Statuto Comunale e disciplinata dall’art.94 del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio Comunale, dovrebbe essere importantissima per un’Amministrazione che si definisce progressista e innovativa.
    Tuttavia, a due mesi di distanza dalla mia ultima Commissione Controllo sull’argomento, ci siamo oggi riuniti per affrontare nuovamente la questione.
    Se da un lato abbiamo ottenuto una “conquista” (metto le virgolette perché è paradossale definirla tale) come la presenza del consigliere Kulhari in ogni Commissione Consiliare, dall’altro lato manca ancora tutto ciò che gli spetterebbe di diritto.
    Sanjeev non ha un suo ufficio, non ha il gettone di presenza per la partecipazione ai lavori delle Commissioni, non ha un capitolo di spesa per iniziative in favore degli extracomunitari: tutte cose previste dal Regolamento di cui sopra, ma mai attuate.
    Porteremo a breve, in Commissione Statuto e poi in Consiglio, una proposta deliberativa urgente per dare subito attuazione a tutti i DIRITTI del consigliere aggiunto.
    Perché l’integrazione si fa con le azioni concrete, non con le parole.

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