I BAMBINI DI TARANTO VOGLIONO VIVERE. ILVA: LAVORO O MORTE, QUESTO L’ATROCE DILEMMA. L’ASSOCIAZIONE GENITORI TARANTINI QUESTA MATTINA IN UNA VIDEO CONFERENZA INTERNAZIONALE CHIEDE LA CHIUSURA DELL’ACCIAIERIA SUBITO, INVOCANDO SALUTE E SICUREZZA

| 5 Maggio 2021 | 0 Comments

 

di Carmen Leo______ “Vi ringraziamo per la grande opportunità offertaci di far sentire la nostra voce in questo spazio virtuale, in quanto siamo stati oggetto di censura e indifferenza da parte dei TG e dell’informazione nazionale italiana, per ciò che riguarda l’argomento della tutela dell’ambiente e del diritto alla salute dei cittadini di Taranto. Questo è gravissimo, perché ciò che sta succedendo a Taranto, ora  e già da diversi anni, potrebbe accadere in un qualunque altro comune d’Italia. D’altro canto ci commuove la solidarietà che ci giunge da molte parti della nostra nazione e che non ci aspettavamo. Noi saremo a Roma il 12 e 13 maggio prossimi e ci auguriamo una grande partecipazione anche da parte dei romani. Saranno accanto a noi, e questo ci rende molto orgogliosi, artisti del calibro di Simona Izzo, Ricky Tognazzi, Anna Ferruzzo, Massimo Wertmuller, Edy Angelillo. Quello che noi chiediamo è principalmente RISPETTO per la salute dei cittadini e, soprattutto dei bambini e giovani della nostra bella Taranto, che continuano ad ammalarsi a causa dell’inquinamento generato dai siti industriali presenti sul territorio”.

Così Cinzia Zaninelli (nella foto sopra), presidente dell’Associazione Genitori Tarantini, questa mattina in una video conference internazionale trasmessa in diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione Stampa Estera in Italia (il cui  streaming  è disponibile ora sull’omonima pagina), introdotta e  moderata da Alvise Armellini, (nella foto sotto), giornalista internazionale e corrispondente del Vaticano.

 

Un AGORÀ virtuale alla quale abbiamo preso parte, anche se solo da spettatori, con grande interesse. Da salentini nati, cresciuti e pasciuti quali siamo, non potevamo certo restare indifferenti a questa tematica tanto scottante.

Quella presieduta dalla Zaninelli è un’associazione costituita da cittadini liberi da ogni bandiera politica, preoccupati per i loro figli e per quelli di tutti, circa quello che sono costretti a subire per via di tutte le fonti inquinanti esistenti sul territorio tarantino, prime fra tutte l’ILVA, ma anche ENI, CEMENTIR, CEMERAD, INCENERITORI, DISCARICHE,  e che, proprio per la più giovane età subiscono maggiormente tutte le conseguenze dei vari inquinanti che sono, oltre che cancerogeni, anche genotossici, causando un progressivo indebolimento  delle difese immunitarie, che pregiudicano fortemente le aspettative di vita di quelle che dovrebbero essere le nuove generazioni.

I genitori tarantini  parteciperanno ad un sit-in di protesta organizzato a Roma dal Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente di Taranto per il 12 e 13 maggio, date in cui  ci sarà una sentenza del Consiglio di Stato, che deciderà del futuro dell’ILVA.

Le altre associazioni che prenderanno parte alla manifestazione sono: Donne e Futuro per Taranto Libera, Comitato Quartiere Tamburi, Peacelink, Lovely Taranto, Liberiamo Taranto.

“Il Consiglio di Stato il 13 di maggio sarà chiamato a giudicare la questione dell’ILVA. La nota acciaieria è oggetto di disputa tra la città di Taranto, che attraverso il suo sindaco si è appellata al TAR di Lecce per chiederne la chiusura definitiva degli impianti a caldo a carbone maggiormente inquinanti,  e i commissari governativi che gestiscono questo ECOMOSTRO, che hanno impugnato la sentenza dello stesso Tribunale Amministrativo Regionale. Ci fa specie che nella faccenda sia  anche intervenuto il Ministero della Transizione Ecologica, che ha definito quella del TAR una sentenza animata da pregiudizio ideologico e non un concreto esame giuridico dell’attività del ministero. Noi speriamo in un atto di giustizia, perché, come recita la costituzione italiana, quello alla salute è  l’unico diritto dichiarato fondamentale per l’individuo ed è per l’interesse della collettività. Ci teniamo a sottolineare che dal 2012 l’area a caldo dell’ILVA è stata posta sotto sequestro senza facoltà d’uso dalla magistratura tarantina, pur continuando in realtà a funzionare grazie ad una serie di decreti emanati dai vari governi succedutisi in questi nove anni, tutti volti a favorire la produttività industriale a totale discapito della salubrità ambientale e della salute dei cittadini del luogo. Se, come auspichiamo, il C.d.S. dovesse confermare l’ordinanza del sindaco di Taranto, si fermerebbero gli impianti a caldo. Per noi tutti sarebbe una prima grande vittoria”.  

Questo l’intervento competente di Massimo Castellana (nella foto sopra con la Zaninelli), portavoce dei Genitori Tarantini.

Alla Meet di Facebook hanno partecipato anche alcuni giornalisti di quotidiani e riviste internazionali,  i quali hanno posto ai relatori alcune domande pertinenti sull’argomento, principalmente in relazione alla casistica dell’incidenza dei tumori tra la popolazione tarantina negli ultimi anni, strettamente connessi all’inquinamento prodotto dai vari impianti industriali.

La risposta di Castellana ci ha lasciati attoniti e sconcertati nell’apprendere che, in una città di circa duecentomila abitanti, addirittura quindicimila di essi, senza distinzione di genere ed età, sono stati contrassegnati dall’Istituto Superiore di Sanità con il Codice 048, che indica i malati cui sia stato diagnosticato un tumore. La mortalità degli abitanti di questa zona è veramente altissima.

“Pur essendo non tanto distante fisicamente da Taranto, vivendo a Roma, non conoscevo in profondità la terribile situazione che questa splendida cittadina pugliese, ubicata su due mari, sta vivendo da diversi anni or sono a causa dei numerosi decessi di lavoratori dell’ILVA e anche di comuni cittadini, per un’altissima percentuale bambini, dovuta, ormai con  dati scientifici certi alla mano, all’esalazione di fumi e polveri prodotti dalla famigerata acciaieria. Solo quando ho deciso di dirigere, insieme con Ricky ( Tognazzi, figlio del celebre Ugo, compagno di vita della Izzo – n.d.r.) il mio interesse verso le urla di dolore provenienti dai genitori di tanti bimbi ammalati, o peggio ancora già deceduti, di quella bellissima, eppur  martoriata città , creando  la fiction nella quale, se pur mai citandola col suo vero nome, abbiamo esposto all’opinione pubblica le terribili problematiche del capoluogo di provincia pugliese legate  a quelle morti, ho potuto realmente comprendere appieno la drammaticità di questi eventi”.

È intervenuta così nel dibattito SIMONA IZZO, la nota attrice e regista italiana (sopra nella foto col marito Ricky) la quale in collaborazione con Tognazzi, ha scritto e diretto la miniserie dal titolo “Svegliati amore mio”, andata in onda in tre puntate su Canale 5,  dalla fine di marzo ai primi di aprile, prodotta da RTI Fabula Picture e interpretata da una splendida Sabrina Ferilli e dal bravissimo Ettore Bassi, oltre tanti altri attori noti del panorama artistico italiano.

La fiction è incentrata sulla storia di una dodicenne, Giulia -figlia nella finzione della parrucchiera Nanà/ Ferilli e dell’operaio di una acciaieria Sergio/Bassi- che vive in una non specificata cittadina del sud Italia, sito di una grossa industria dell’acciaio, la quale pratica il nuoto a livello agonistico, e che, proprio durante una competizione, accusa un malore e rischia di annegare. Di lì a poco la terribile scoperta: LEUCEMIA.

La disperazione di Nanà la porta ad indagare, supportata dalle ricerche scientifiche della pediatra oncologa dell’ospedale, che segue il caso, alla scoperta di numerosi episodi analoghi a quello della figlia, ossia di bambini ed adolescenti ammalatisi e poi deceduti a causa del contatto diretto o indiretto con le polveri sottili emesse dall’industria e che colorano di un “rosso drammatico” le abitazioni e la flora del circondario.

La sua una battaglia nella finzione televisiva, ma che rispecchia fedelmente quella intrapresa da molti genitori di vittime giovanissime dei disastri ambientali di questi mostri, frutto del processo di industrializzazione, che offrono sì numerosi posti di lavoro, ma al caro prezzo di tantissime vite umane.

 “La cosa che mi ha colpito tantissimo è che c’è stata una persona, un dipendente dell’ILVA, che ha perso il lavoro per aver cliccato un like sulla pagina Facebook dedicata alla nostra fiction”- conclude la Izzo.

Accanto all’attrice anche il marito Ricky ha fatto sentire la sua voce, rivolgendo un accorato appello agli utenti del social network affinché ci sia una partecipazione massiva a questa manifestazione in programma nei prossimi giorni.

La delicata questione della città di Taranto, salita alla ribalta delle cronache degli ultimi anni per l’impressionante incidenza di malattie tumorali e per la conseguente  cifra esorbitante di decessi, non può lasciarci freddi e distaccati, in quanto cittadini pugliesi che condividono l’amore per la propria terra, sfruttata e martoriata da abusi di ogni genere, in anni in cui il rispetto delle leggi era un optional, quando si ottenevano appalti pubblici a botta di “mazzette” consegnate nelle mani giuste, quelle più predisposte a sporcarsi  del sangue di innocenti, del tutto ignari di quello che respiravano i loro polmoni o di cosa giaceva sotto i loro terreni coltivati a frutti.

I BAMBINI DI TARANTO VOGLIONO VIVERE: questo il grido di dolore e contemporaneamente l’inno alla vita, che tutti dovremmo imparare a cantare, per dar voce a chi ha perduto la propria di vita, vittima di un crimine consapevole e reiterato, che DEVE pesare sulle coscienze di ognuno e di  tutti.

 

Category: Costume e società, Cronaca, Eventi, Politica

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