LA PORCATA DEL GOVERNO E’ SERVITA. ARRIVATO IL DECRETO SBLOCCA TRIVELLE. SI E’ CONSUMATO ANCHE L’ULTIMO TRADIMENTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE. CINGOLANI DA’ IL VIA LIBERA ALLE MICIDIALI PERFORAZIONI MARINE. LE COSTE PUGLIESI, SIA QUELLA ADRIATICA, SIA QUELLA JONICA, COINVOLTE PIU’ DI QUELLE DI TUTTE LE ALTRE REGIONI

| 13 Febbraio 2022 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

Il governo Draghi, nella fattispecie il Ministero per la Transizione Ecologica, l’ex ministero per l’Ambiente, ha pubblicato ieri un decreto dal nome altisonante,  il Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee, bellissimo.

Nella bruttissima pratica l’altisonante titolo nasconde il fatto che si tratta di un sostanziale via libera alle trivellazioni per la ricerca di gas e idrocarburi, più o meno bloccate da una moratoria dal 2019.

Vengono individuate le aree idonee in cui esse saranno permesse, e quelle dichiarate non idonee, in pratica quelle dove tanto nessuno si sarebbe sognato di farle, in quanto si sa già prive di giacimenti.

Le coste pugliesi sono quelle delle massima concentrazione prevista dalle nuove autorizzazioni.

Le fonti da cui abbiamo attinto queste informazioni sono i documenti ufficiali dello stesso ministero, disponibili sul suo sito.

 

Ipocritamente il ministro Roberto Cingolani, in quota Movimento 5 Stelle – quello che faceva le manifestazioni contro le trivelle nei nostri mari, lo stesso, per quel che ne è rimasto, che ora sostiene il governo Draghi – ha mascherato il provvedimento quale reazione al caro bollette, mentre si sa già che esso non inciderà sulle riduzioni delle bollette, i cui aumenti sono dovute a speculazioni politiche, geopolitiche e finanziarie.

Si tratta invece di un regalo colossale a petrolieri, lobby, speculatori, affaristi, multinazionali e banchieri.

 

Il via libera riguarda solo le attività le cui domande sono state presentate dopo il 2010.

Per quel che riguarda le nostre coste, il boom comincia nel 2013 quando la Global Petroleum presentò quattro richieste al Ministero dell’Ambiente per ottenere altrettanti permessi di ricerca di idrocarburi in aree adiacenti nel mare Adriatico.

Nel 2016 e nel 2017, poi, le autorità italiane hanno dichiarato la compatibilità ambientale dei quattro progetti di Global Petroleum.

Erano gli anni dei governi targati Pd dei vari Letta, Renzi e Gentiloni, che si trasformarono in un’autorizzazione continua alle trivellazioni nei nostri mari.

 

Ricordiamo che in Italia fallì il referendum del 17 aprile 2016 che aveva lo scopo di abrogare la disposizione con cui la durata delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi in zone di mare entro 12 miglia nautiche dalla costa era stata estesa sino all’esaurimento dei giacimenti.

Infatti, malgrado la netta preponderanza dei sì (pari all’85,85% dei voti validi), il referendum non produsse effetti poiché non raggiunse il quorum previsto del 50 %, avendo votato soltanto il 31,19% degli aventi diritto.

 

Comunque il 13 febbraio 2019 (governo Conte I), entrò in vigore l’obbligo per i titolari di concessioni di permessi di prospezione e ricerca d’interrompere tutte le attività in corso di esecuzione, fermo restando l’obbligo di messa in sicurezza dei siti interessati dalle stesse attività, disposizione contenuta nel disegno di legge così detto ‘Semplificazioni’.

Contestualmente – ma la vicenda è molto più complessa di come stiamo cercando di semplificarla giornalisticamente – un decreto legge aveva assegnato al ministero dell’Ambiente e allo sviluppo economico il compito di redigere entro due anni il piano dove vietare o autorizzare le trivellazioni in mare e in terra, termini scaduti il 13 febbraio 2021 senza che il piano sia stato mai fatto.

 

Fino ad oggi. Sia pur in ritardo, ci siamo arrivati. Ed ecco servito il provvedimento, per cui da oggi  le decine di autorizzazioni concesse in passato, finora non operatve, ora possono diventare operative da un giorno all’altro.

 

Non ci sono purtroppo solo le quattro della Global Petroleum in divenire. Ce ne sono altre date alla Global Med e alla Northern Petroleum, multinazionali specializzate in ricerche inutili, dannose, pericolose, buone solamente per profitti degli speculatori, e dei politici loro camerieri.

 

Negli anni scorsi in Puglia e nel Salento in particolare si sviluppò una protesta popolare, partecipata, trasversale ,convinta e convincente.

Sembrerebbe che  non sia servita a molto

Bene, allora è ritornato il  omento di riprendere la lotta di popolo.

E’ noto infatti l’impatto devastante che le trivellazioni hanno sui nostri mari per l’effetto nocivo dei cannoni ad aria che utilizzano sulla fauna, sul crescente livello di acidificazione e dell’inquinamento acustico sottomarino.

E’ anche per questo che, in ossequio al “principio di precauzione”, che dovremo ritornare a batterci, con una protesta pacifica e partecipata, una battaglia non violenta, ma efficiente ed efficace.

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CREDITS

Foto di copertina di Valerio Melcore

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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