SVOLTA NELLE INDAGINI / IL DRAMMA DELLA DROGA DIETRO LA MORTE DI NATALE NASER BAHTIJARI

| 28 Febbraio 2023 | 1 Comment

di Flora Fina ______

Svolta nelle indagini per l’omicidio di Natale Naser Bahtijari (nella foto), ucciso nella notte tra il 22 e il 23 febbraio scorso a Manduria, in provincia di Taranto. Proprio oggi infatti, la Polizia di Stato ha eseguito ben tre fermi nei confronti di tre giovani, un 19enne e due 22enni (uno dei quali nato a Grottaglie), tutti residenti a Manduria: Vincenzo Antonio D’ Amicis, 19 anni; Giuseppe Simone Dinoi, 22 anni; Giuseppe Palma Domenico D’Oria, 22 anni.

I presunti assassini sono accusati di concorso in omicidio pluriaggravato con l’aggravante del metodo mafioso, e attualmente, il provvedimento di fermo è della Dda di Lecce, firmato dal sostituto procuratore Stefano Milto De Nozza.

Bahtijari, la giovane vittima, non aveva ancora 22 anni quando è stato ucciso e viveva in provincia di Lecce: tuttavia, la madre non avendo sue notizie aveva presentato denuncia di scomparsa, sino al macabro quanto sconvolgente ritrovamento del corpo del figlio sotto un cavalcavia della strada comunale che conduce a Oria, in provincia di Brindisi.

A vedere il corpo nascosto tra la vegetazione era stato un ciclista di passaggio: chiari ed evidenti secondo gli inquirenti, i segni di violenza e ferite compatibili con arma da taglio, anche al collo, alle mani e alle braccia.

Secondo quanto accertato e ricostruito dalle indagini, la vittima avrebbe raggiunto con la sua auto e con due amiche Manduria doveva aveva appuntamento con i tre: le donne sarebbero poi state allontanate con la forza.

Mentre, dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, è emerso che la giovane vittima, assieme ai tre, si è poi allontanata per le vie del centro storico di Manduria, e infine lì, non lontano da un bar, i presunti assassini lo avrebbero picchiato selvaggiamente colpendolo più volte con un’arma da taglio, per caricarlo subito dopo sull’auto di uno di loro e per raggiungere una zona isolata e di campagna dove sarebbe avvenuta “un’autentica esecuzione” a coltellate.

La vittima ormai agonizzante sarebbe stata abbandonata mentre i tre – con la complicità di ulteriori persone ancora da identificare – avrebbero tentato di cancellare le tracce del delitto e distruggere il corpo del ragazzo.

Tuttavia, il movente dell’omicidio sarebbe legato al mancato pagamento di alcune dosi di droga comprate dagli stessi indagati: la Squadra mobile ritiene infatti che la vittima sia fratello di una persona dalla quale i tre indagati avrebbero acquistato della cocaina, e su incarico dello stesso fratello, il ragazzo sarebbe andato poi a Manduria, accompagnato da due amiche, per incassarne il pagamento.

 Insomma, ancora una volta, per l’ennesima volta, siamo di fronte alla piaga distruttiva della droga, siamo di fronte alla nostra personale deriva nichilista della nostra società: questo tarlo, che sta facendo marcire le radici del nostro Paese, è la conferma effettiva che purtroppo, intere famiglie sono vessate dalla droga – persino anche quella paradossalmente “leggera” come la cannabis – che toglie lucidità e prontezza a chi ne fa uso, rendendoli passivi di fronte alla realtà e sempre più dipendenti dalla sostanza.

Le conseguenze di tutto questo sono gravi e sono sotto gli occhi di tutti: stiamo andando sempre più verso una società composta da manichini manipolabili, “dipendenti”.

Inutile dire che dove il potere delle mafie e della malavita esulta, l’umanità piange su se stessa.

LA RICERCA nel nostro articolo del 23 febbraio scorso. ______

GIOVANE SCOMPARSO TROVATO SENZA VITA

Category: Cronaca

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Comments (1)

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  1. Antonio Digregorio, Siulp - tramite mail ha detto:

    In pochissimi giorni la polizia di Stato ha risolto un caso efferato di omicidio a Manduria: professionalità, tempestività e capacità investigative, sono questi gli ingredienti giusti per contrastare la criminalità organizzata che è radicata da anni anche nel nostro martoriato territorio.

    È assolutamente necessario tenere alta la guardia soprattutto in un territorio come il nostro in cui è presente la Sacra Corona Unita.
    Siamo fieri dell’instancabile lavoro che ogni giorno svolgono gli uomini e le donne in divisa che operano nell’area Jonica.
    Nel caso di Manduria, risolto in così poco tempo, non possiamo che essere grati per il lavoro degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Taranto diretti dal dottor Romano e guidati dal Questore di Taranto Massimo Gambino.
    Un plauso anche al personale del Commissariato di Manduria diretti dal dottor Maurizio Greco oltre che al Reparto Anticrimine e alla Polizia Scientifica che è uno dei “fiori all’occhiello” della Polizia di Stato.

    Non dimentichiamo che in Italia, tantissimi casi compresa la cattura di noti, pericolosi e sanguinari latitanti, vengono risolti a seguito del supporto tecnico di questa avanguardistica articolazione che trova il suo apice a Roma nella Direzione Centrale Anticrimine. Ma non dimentichiamo anche che per ottenere i risultati è assolutamente necessario produrre atti, decreti, leggi che tutelino il lavoro degli uomini in uniforme.

    Abbiamo bisogno di atti urgenti e non più procrastinabili da parte del decisore politico e di utili appostamenti economici tali da produrre effetti positivi nell’ambito della risorsa umana, alla luce della catastrofica perdita di 40.000 operatori di Polizia di ogni ordine e grado che di qui al 2030 andranno in pensione.
    Le Divisioni interne Anticrimine e P.A.S. della Questura, sono in estrema sofferenza e hanno arretrati pazzeschi. La considerazione che Taranto deve poter avere in termini di mantenimento dei livelli di sicurezzadeve essere massima.

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