”Una farsa. Inutile. Peggiorativa”. AI SINDACATI NON PIACE LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DELL’UNISALENTO

| 5 Agosto 2023 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. I sotto elencati delegati sindacali ci mandano il seguente counicato stampa con una dura presa di posizione riguardo la nuova organizzazione dellUniversità del Salento. Nella nostra foto, il rettore Fabio Pollice, definito, dopo quattro anni dall entrata in carica, eleento di continuità con le passate gestioni fallimentari, nonostante le promesse con cui si era presentato. ____________

Con la delibera del Consiglio di Amministrazione di Unisalento, di approvazione del Modello di macro-organizzazione dell’apparato tecnico amministrativo dell’Ateneo, riteniamo che si sia conclusa quella che, se non ci fossero aspetti tragici, potrebbe essere a buon titolo definita una “farsa”.

           

Una farsa a più atti. Il primo allorché l’Amministrazione ha convocato le parti sindacali che avevano chiesto delucidazioni in merito senza però fornire loro uno “straccio” di informazione. Il secondo rappresentato da una prima delibera del CdA di approvazione del Modello con l’impegno ad ascoltare le osservazioni dei rappresentanti sindacali ed eventualmente recepirne le più importanti.

Il terzo ed ultimo atto è la delibera del 25 luglio u.s. con la quale il CdA ha approvato definitivamente il Modello di riorganizzazione ignorando totalmente le osservazioni sindacali che recepivano le istanze pervenute dai lavoratori telematicamente ed emerse nel corso di un’assemblea sindacale convocata da tutti i sindacati di Ateneo.

Gli aspetti tragici, oltre al deterioramento delle relazioni sindacali, sono rappresentati dall’inutilità del suddetto Modello in termini di miglioramento della funzionalità dei servizi offerti, dei processi e delle attività da svolgere. Anzi si può tranquillamente parlare di un peggioramento grazie alla maggiore confusione ed irragionevolezza che lo stesso Modello si avvia ad ingenerare.

L’archetipo del modello di macro organizzazione, si ispira, per ammissione della stessa Amministrazione, a fantomatici altri Modelli in uso presso altre Università, non si sa quali, pertanto non è dato sapere l’attinenza con le dinamiche e le esigenze del nostro Ateneo. Come risultato si sono ottenuti accorpamenti che non rispondono a criteri di logica e razionalità. Già in passato si era ritenuto di dover accoppiare l’area tecnologica con quella tecnica e presto si era potuto riscontrare l’irrazionalità di questa scelta. Ma perseverare nell’errore per questa Amministrazione non è diabolico bensì una “virtù”.  Infatti, sono state accorpate la ripartizione finanziaria con quella delle risorse umane creando in questo modo un gran “calderone” di settori con le loro precise specificità, di processi e procedure differenti, di professionalità ben distinte fra loro. Ma questo non è l’unico caso, si mescolano Didattica, Ricerca e Terzo settore in un grande “minestrone” a scapito dell’efficacia e dell’efficienza e delle tante professionalità acquisite sul campo. Viceversa, l’accorpamento dell’area legale con quella negoziale, a parte il possibile conflitto di interessi, sembra più ispirato ad altre logiche di carrierismo.

           

Si sancisce la chiusura delle Biblioteche dipartimentali, eliminandole dai dipartimenti insieme al personale bibliotecario. Vengono declassate al mero ruolo di “servizi per gli utenti”, ignorando la loro funzione principale e storica di sostegno alla ricerca e alla didattica in stretto legame con i settori scientifico disciplinari dei Dipartimenti. Vengono collocate in un’ampia struttura, interrompendo il legame e la funzionalità che le aveva originariamente incardinate nei Dipartimenti. Questa decisione cerca di porre rimedio vanamente a politiche e scelte fallimentari adottate negli ultimi 15 anni dall’Ateneo, caratterizzate da fondi insufficienti per la gestione e gli acquisti, così come da carenza di personale bibliotecario assegnato a tali strutture.

           

Sebbene da tempo si parlasse della volontà dell’Amministrazione di addivenire ad un’organizzazione di tipo orizzontale il risultato che è scaturito da questo Modello è un “pateracchio”. Di fatto rimangono le 4 Ripartizioni anche se ora vengono nominate diversamente con i 4 Dirigenti già previsti prima; non si prevedono i necessari presidi (o aree come li si voglia chiamare) per garantire quell’orizzontalità delle attività che assicurerebbe un’organizzazione del lavoro più snella e meno burocratizzata e quindi più efficace ed efficiente.

           

È stata completamente dimenticata la funzione della sicurezza ma in compenso c’è una duplicazione di altri coordinamenti e servizi. Nonostante le previsioni contrattuali si pensa di poter effettuare una riorganizzazione dell’apparato a costo zero e questo è già molto significativo così come esigue sono le risorse che si vogliono mettere a disposizione per il potenziamento necessario degli organici che risultano ad oggi tra i più carenti delle Università italiane.

           

Nel complesso le scriventi RSU e OO.SS. non possono che esprimere un giudizio totalmente negativo sul Modello di riorganizzazione approvato, in piena continuità con gli errori del passato, e si rammaricano per l’occasione perduta anche da parte dell’attuale Rettore.

Lecce, 5 agosto 2023

SNALS/Confsal – Angela Mercuri (Delegata aziendale Università Snals /Confsal)

ANIEF – Manfredi De Pascalis (Delegato aziendale Università ANIEF)

FLC/CGIL – Giuseppe Taccarelli (Delegato aziendale Università FLC/CGIL)

CISL FSUR – Giovanni Candela (Delegato aziendale Università CISL FSUR)

Category: Cronaca, Cultura, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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