IL CONTESTATISSIMO AMPLIAMENTO DELLA PISTA PORSCHE DI NARDO’. PER ORA CORRONO LE POLEMICHE

| 8 Ottobre 2023 | 5 Comments

di Graziano De Tuglie ______ 

Acque agitate tra Nardò e Porto Cesareo sul finire dell’estate, ma il protagonista non è il mare della bellissima costa ionica; la turbolenza interessa i terreni dell’Arneo che circondano la pista sperimentale, di proprietà della Porsche, oltre la provinciale Nardò-Avetrana.
All’improvviso, nel bel mezzo del deserto agostano, viene fuori che la proprietà tedesca della pista automobilistica sta per procedere all’esproprio di 351 ettari di terreno. Con il fattivo concorso di Regione Puglia e dei comuni di Porto Cesareo e di Nardò dopo un lavorio di trattattive ammantate di una segretezza paragonabile a ipotetici contatti diplomatici internazionali.


Di punto in bianco si scopre che saranno espropriati 134 proprietari terrieri, alcuni parzialmente altri integralmente, distruggendo o ridimensionando fortemente attività agricole storiche che hanno conteso la terra all’espansione della macchia mediterranea caratteristica dell’Arneo.

Solo i passi obbligatori per arrivare all’esproprio hanno consentito di conoscere i piani che la consociata Porsche, Nardò Technical Center (Ntc), proprietaria della pista sperimentale ha in progetto: altre nove piste  (attualmente sono 12), edifici tecnici e amministrativi, una mensa, un parcheggio, un nuovo centro di logistica e manutenzione, una stazione di servizio, un centro di valutazione e check-in. A tutto questo si aggiunge, con furbizia, un centro medico di emergenza dotato di eliporto; con furbizia perchè l’aggiunta di questo elemento giustifica l’esproprio per pubblica utilità che è il grimaldello usato per aggirare ogni noma a tutela del territorio.


Il tutto è stato approvato, a scatola chiusa, dalla Giunta regionale della Puglia fin dal 31 gennaio 2022 delibera 53 in cui il piano della Ntc era indicato molto genericamente ma che Emiliano e assessori hanno subito dichiarato “di rilevante interesse pubblico” impegnandosi a predisporre un accordo di programma a favore del piano di sviluppo richiesto.


Ora i proprietari si sono trovati con la testa sul ceppo dove si dovrà abbattere la scure che li dovrà decapitare senza essere stati preavvertiti e coinvolti in un’operazione che a fronte di ridicoli importi in denaro determinerà la chiusura di un’agricoltura di pregio e di importante rilievo economico (una sola azienda di quelle coinvolte alleva oltre 700 capi di bestiame).
Esistono inoltre serie criticità per l’ambiente che questo piano di sviluppo può indurre nonostante la solita ambigua manovra che tutte le industrie tentano ogni volta che stravolgono il territorio: le compensazioni ambientali che comprendono rinaturalizzazioni che interesseranno altri 500 ettari sempre di proprietà di privati e che saranno ulteriori espropri.


Infatti l’area è compresa nella riserva naturale regionale orientata “Palude del Conte e Dune Costiere” gestita dal Comune di Porto Cesareo. La parte meridionale è il S.I.C “Palude del Conte, Dune di Punta Prosciutto”, sito di interesse comunitario. I Comitati VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e VINCA (Valutazione di Incidenza ambientale) della Regione Puglia hanno affermato che “gli impatti su tali componenti sono negativi e significativi.” Anche l’ufficio Parco del Comune di Porto Cesareo, gestore della riserva naturale, ha definito “significativamente negativa e rilevante” l’incidenza dell’intervento richiesto da Porsche.
Per tale motivo Italia Nostra ha richiesto ufficialmente la revoca in autotutela di tutti gli atti connessi agli espropri della Regione Puglia e il Comitato dei Custodi dell’Arneo ha chiamato le popolazioni interessate alla vigilanza sull’intervento corredando l’appello con una dovizia di argomenti di stretto valore ambientale.

Proteste sono state veemente elevate dai consiglieri regionali Paolo Pagliaro e Cristian Casilli che hanno rilevato il reticente, al limite dell’omertoso, comportamento degli enti pubblici attori del procedimento che hanno omesso ogni comunicazione pubblica alla popolazione interessata.


I comuni interessati Nardò, per i due terzi dell’estensione, e Porto Cesareo non hanno promosso nessuna consultazione pubblica suscitando un vasto malumore tra i cittadini.

A Porto Cesareo ci sono state anche aspri dissensi nella maggioranza che amministra il Comune causati dal timore fondato che nell’area oggetto dell’esproprio la Ntc voglia costruire spazi ricettivi per alloggiare i tecnici, numerosi, che vengono per le sessioni di prove. Infatti gli alberghi, di ogni tipo, cesarini mettono a reddito la loro capienza nei mesi invernali ospitando i componenti dei vari team che si alternano nelle strutture delle piste per le prove dei nuovi modelli e dei dispositivi di nuova concessione.


E non sono bastate le generiche assicurazione della sindaca Tarantino a smorzare le polemiche e i timori degli albergatori sul pericolo di perdere gli introiti invernali della loro attività.


A Nardò solita abulia dell’attuale amministrazione non ha ascoltato le vibrate proteste dei proprietari dei terreni minacciati di esproprio ed è corsa a Bari a firmare tutti gli atti acquiescente, come sempre, a voleri di Emiliano che ha agito, una volta di più, come padrone assoluto della Puglia. Solo i consiglieri di Fratelli d’Italia hanno protestato vivacemente contro l’operato della giunta Mellone denunciano l’assoluta mancanza di partecipazione democratica, di cittadini e associazioni alla formazione delle decisioni adottate.


«Non c’è stato alcun confronto, né a Nardò né a Bari – sostiene il consigliere comunale neretino di Fratelli d’Italia, Alberto Egidio Gatto– e non è stata neppure convocata la commissione urbanistica. Era il 21 settembre del 2022 quando è stato espresso dal Comune un parere di conformità, ma non si è saputo nulla. Come mai non è stato informato il Consiglio comunale? Ho sentito anche il consigliere regionale Antonio Gabellone e neppure lui ne ha mai saputo nulla».


Ma anche il noto chef e ambientalista Massimo Vaglio è stato durissimo sulla questione: ”Arrivano i Crucchi con le tasche piene di perline colorate e i nostri amministratori gli offrono gli ultimi scampoli del nostro ambiente!
L’azienda tedesca Nardò Tecnical Center (Porsche), investe a Nardò, e per realizzare il suo progetto, preventivamente approvato da Regione Puglia e Comune di Nardò, prevede l’esproprio e lo stravolgimento ambientale di oltre 500 ettari di terreno agricolo e forestale! In cambio di questo disastro ecologico che va a violentare gli ultimi lembi di naturalità presenti nell’ultimo dei nostri territori a vocazione agro/silvo/pastorale, l’azienda prevede delle discutibili opere di compensazione ambientale, da realizzarsi praticamente tutte nel territorio di Porto Cesareo al quale verrebbe espropriato appena un quinto della superficie interessata. Nel territorio di Nardò, cui verrebbero espropriati i quattro quinti della superficie totale, non sono previste peraltro opere di compensazione ambientale! Il tutto calato dall’alto, deciso in segrete stanze, senza ascoltare alcuno, nell’assoluta mancanza di un democratico coinvolgimento dei cittadini e delle parti economicamente interessate, quali proprietari dei terreni coinvolti, agricoltori e allevatori, il tutto con il beneplacito di Mellone e dei suoi yes man!!!”.

In questa mattinata domenicale, un sia pur parziale e ancora incerto colpo di scena, per cui si sarebbe aperto uno spiraglio per i proprietari che si erano opposti allesproprio, ai quali è arrivata direttamente una comunicazione da Asset, l Asset, Agenzia regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio, che comunica la decisione presa dal Techical Center di Porsche.

Nella comunicazione, essa è stata riassunta in questo modo: ‘”Al fine di salvare le attività agricole documentate e il settore occupazionale agricolo produttivo locale la Nardò Technical Center sta procedendo ad individuare ulteriori aree in alternativa a quelle oggetto di esproprio, che abbiano caratteristiche similari e che consentano di conseguire analoghe condizioni di compensazione ambientale in termini di estensione e di caratteristiche geomorfologiche. In conseguenza dell’eventuale individuazioni di tale aree sarà possibile effettuare lo stralcio del piano particellare di esproprio degli immobili di vostra proprietà”.

Insomma, una soluzioneche al momento non risolve nulla e anzi pone ulteriori problemi, sia di merito, sia di sostanza sull intera questione. Fra Nardò e Porto Cesareo, lestate delle acque agitate sta finendo, ma si annuncia un autunno caldissimo..

Category: Cronaca, Politica

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Comments (5)

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  1. Vittorio Marras ha detto:

    Non è pensabile che debba essere sempre il territorio a pagare per un egoismo che culturalmente non ci appartiene; queste sono le invasioni barbariche del XXII secolo che si chiamano multinazionali e che ci stanno distruggendo

  2. Maria Grazia Bove ha detto:

    Ma l esproprio credo fosse solo per pubblicare utilità. Ma leggo che, purtroppo si sono inventato l eliporto. Chissà se sarà mai in funzione in caso di necessità. E tutta la macchia mediterranea? E l economia agroalimentare? Si sono rivelati ancora una volta “gente” senza scrupoli. In che mani siamo capitati? Alla faccia della tanto sbandierata democrazia

  3. Angelo Lupi Tarantino, tramite Facebook ha detto:

    Il problema è che le perline di vetro le daranno solo a proprietari e imprenditori della terra che con tutto quello che significa evidentemente non interessa a signori che le mani nella terra non hanno mai messo…..
    350 ettari… manco per uno SPAZOPORTO si giustificano….
    Colonia e terra di conquista, questo siamo!

  4. Donato Cippone ha detto:

    “E VIETATO OGNI INTERVENTO DI TRASFORMAZIONE”

    A proposito di bosco, una triste vicenda analoga a quanto sta per accadere (per cui da anni stiamo lottando in tutte le Sedi più opportune) al bosco di circa 15 ettari nel rione Carrassi di Bari alle ex casermette Capozzi e Milano dove vorrebbero accorpare tutti gli uffici giudiziari..

    “NO ALL’INGANNO DEL PARCO DELLA GIUSTIZIA”

    PS potrebbe essere interessante e utile – anche – nel caso della vertenza ambientale porche leggere l’esposto alla Procura della Repubblica di Bari inquadrato, PENALMENTE PARLANDO, in un contesto normativo che tutela il bosco in quanto tale..
    Donato Cippone
    “Onda Verde Puglia Facciamo Rete”
    3351275607

  5. Pietro Calcagnile ha detto:

    Il problema più importante è la distruzione della foresta dell’arneo che non potrà essere ricostruita neppure tra 100 anni. Le istituzioni pubbliche stanno condannando a morte migliaia di ad alberi e migliaia di animali. È una vergogna nazionale ed europea perché quella foresta è stata dichiarata zona SIC

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