QUANDO ANCHE A LECCE LA FIAMMA TRICOLORE ARDEVA PER I PALESTINESI

| 25 Ottobre 2023 | 0 Comments

(g.p.) ______

Fratelli d’Italia, da un anno largamente primo partito italiano e forza maggioritaria di governo, in questi tragici giorni di guerra ha più volte e in maniera massiccia riaffermato le proprie posizioni filo israeliane, ribadite continuamente anche da esponenti della cultura e dell’informazione del centro destra, che da giornali e talk show televisivi non lasciano occasione per polemizzare con chi invece prende in considerazione le ragioni del popolo palestinese.

Non è stato sempre così.

Da primi anni Settanta e fino ai primi anni Duemila, diversi settori del partito, allora Movimento Sociale Italiano, poi diventato Alleanza Nazionale, quindi Popolo delle Libertà, infine Fratelli d’Italia, nella questione mediorientale, erano dalla parte dei Palestinesi, soprattutto a livello giovanile.

Anche Azione Giovani, il movimento ufficiale dei giovani che si riconoscevano nelle finalità di Alleanza Nazionale, che fu guidato per molto tempo da Giorgia Meloni, allora ventenne.

Azione Giovani raccolse l’eredità del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, che dalla metà degli anni Settanta a Lecce e provincia diventò quello più forte e combattivo di tutta Italia, come riconobbe l’allora segretario nazionale giovanile Gianfranco Fini.

Ne era segretario provinciale Valerio Melcore. A lui (nella foto attuale) leccecronaca.it ha chiesto a riguardo delle idee di quei ragazzi sulla questione mediorientale.

Parliamo di tanti anni fa in cui le nostre scelte giovanili erano guidate da quello spirito ribellistico alla Robin Hood che ci portava istintivamente a schierarci con i più deboli, ragion per cui, così come ci eravamo schierati a destra ci schierammo con la Palestina. E poi c’era un altro inconfessabile motivo. I comunisti utilizzavano strumentalmente la tragedia dell’Olocausto, per mero interesse di bottega, la strumentalizzazione politica del dramma di quel popolo ancora oggi viene utilizzato dalla sinistra italiana. Questo istintivamente ci rendeva antipatici gli israeliani. Basti pensare che non c’era giorno che non si parlasse del dramma degli ebrei, assemblee, mostre e documentari proiettati a scuola, o viaggi organizzati con i treni per andare a visitare i Campi di concentramento di Auschwitz in Polonia. Quel treno se avesse percorso qualche altro centinaio di chilometri sarebbe potuto arrivare in Ucraina dove i comunisti di Stalin pianificarono lo sterminio di sette milioni di contadini di cui la metà erano bambini. A tutti noi è nota cosa sia la Shoah, ma pochi conoscono il significato di Holodomor.  Per ritornare al presente è ovvio che gli atti terroristici di Hamas, vanno condannati senza riserva, ma gli attori internazionali devono trovare una soluzione definitiva affinché in quei territori le armi non abbiano più diritto di cittadinanza.

Conferma, anche se con un personale distinguo, Graziano De Tuglie (nella foto del 1982).

Nell’ala rautiana del MSI leccese, di cui ho fatto parte dal 1976, era fortissimo quasi pebliscitario l’orientamento filo palestinese scaturito dalle riflessioni di Pino Rauti sulla potenziale azione disregatrice dell’islam sull’impero Sovietico dell’epoca Breznev. Si saldava alla, secondo me infondata, simpatia verso il mondo arabo che aveva fiancheggiato le forze dell’Asse durante le campagne nordafricane della seconda guerra mondiale. Personalmente pensavo, e penso ancora, che le due parti in conflitto fossero due facce della stessa medaglia e parti del “grande gioco” per il predominio mondiale e il controllo delle risorse della terra. Il monopolio comunista dell’appoggio ad arabi e islamici poi mi faceva propendere per l’altra parte dato che essenzialmente sono anticomunista.

Sulla questione leccecronaca.it ha interpellato anche a Roberto Tundo (a sinistra nella foto del 1980 a Campo Hobbit), autore del libro “Le storie della destra salentina”.

A destra, da sempre, c’è stata una enorme attenzione e un profondo dibattito sui temi di politica estera. Fin da subito, per essere ancora più chiari, quando le urne erano vuote le piazze piene e l’incidenza politica evanescente. Due le questioni cruciali l’Alleanza atlantica e, successivamente, la questione Palestinese. Se la Nato, dopo una iniziale contrarietà, trasformatasi successivamente in diffidenza, fu accettata per contrastare l’ideologia comunista tramite un’alleanza che garantisse la sicurezza occidentale da eventuali mire di espansione sovietiche, la questione palestinese invece ha attraversato la destra fino ai nostri giorni. All’improvviso la destra conservatrice di Giorgia Meloni ha deciso di stare dalla parte di Israele anche se non ha dimenticato la parola d’ordine di Azione Giovani <<due Popoli due Stati>>. Ma a destra, la questione Palestinese era stata sempre vista nella sua complessità, non si è mai giudicato quel popolo solo dagli episodi di terrorismo ed erano memorabili i “contrasti” al tempo di Giorgio Almirante fra il partito (schierato con i “valori” occidentali) ed i militanti del Fronte della Gioventù (schierati in difesa dell’autodeterminazione dei popoli).

Roberto Tundo è stato assessore e consigliere della Regione Puglia. Come anche un altro storico esponente della destra salentina, Mario De Cristofaro, il quale poi nel 2000 diventò presidente del Consiglio Regionale, mentre la giunta della Regione Puglia, di centro destra, era guidata dall’ attuale ministro Raffaele Fitto, allora di Forza Italia.

Pur ricoprendo l’importante incarico istituzionale, Mario De Cristofaro in più di un’occasione esternò ufficialmente e con veemenza le proprie idee politiche antiamericane e antiisraeliane. In un’occasione si sfiorò addirittura l’incidente diplomatico, ci volle tutta la mo ci vuole diplomazia di antica scuola democristiaa di Raffaele Fitto per metterci in qualche modo una pezza.  ______

LA RICERCA nel nostro articolo del 20 ottobre scorso

Category: Cultura, Politica

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