DIARIO DEL GIORNO / GIOVEDI’ 18 APRILE 2024

| 18 Aprile 2024 | 0 Comments

Buongiorno!

Oggi è giovedì 18 aprile 2024.

San Galdino.

La nostra amica Barbara Tornese festeggia il suo compleanno: tanti auguri!

Il 18 aprile 1973, a fronte degli indizi e riscontri raccolti, per la strage di Primavalle, in cui morirono bruciati Virgilio e Stefano Mattei, vennero spiccati tre mandati di arresto per i presunti responsabili, aderenti a ‘Potere Operaio’: Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo. Mentre Lollo venne subito catturato quello stesso giorno, gli altri riuscirono a sfuggire all’arresto e si diedero alla latitanza, riparando in Svizzera.

Nella notte del 16 aprile 1973,  si recano  presso l’abitazione di Mario Mattei, netturbino e segretario del Movimento Sociale Italiano della sezione Giarabud del quartiere popolare di Roma. Alle 3 di notte, versarono cinque litri di benzina sotto la porta d’ingresso dell’appartamento abitato dalla famiglia composta da Mattei, dalla moglie Anna Maria e sei figli, al terzo piano delle case popolari di via Bernardo da Bibbiena 33. In pochi minuti divampa l’incendio in tutto l’appartamento. Mario Mattei riuscì a scappare gettandosi dal balcone, la moglie Anna Maria e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riuscirono a fuggire dalla porta principale quando il fuoco cominciò a diffondersi. Lucia di 15 anni grazie al padre si calò nel balconcino del secondo piano e da lì si buttò, presa al volo dal Mattei già a terra nonostante le ustioni sul suo corpo. Silvia, 19 anni, si gettò dalla veranda della cucina: batté la testa sulla ringhiera del secondo piano, la schiena sul tubo del gas, fu trattenuta per qualche istante dai fili del bucato e quindi finì sul marciapiede del cortile riportando la frattura di due costole e tre vertebre.

Gli altri due figli, Virgilio di 22 anni, e il fratellino Stefano di 8 anni, morirono bruciati vivi non riuscendo a gettarsi dalla finestra per scampare alle fiamme. Il dramma avvenne davanti ad una folla che si era radunata nei pressi dell’abitazione e che assistette alla morte di Virgilio, rimasto appoggiato al davanzale a cercare aiuto, e di Stefano, scivolato all’indietro dopo che il fratello maggiore che lo teneva con sé perse le forze. I corpi carbonizzati vennero trovati dai vigili del fuoco vicino alla finestra stretti in un abbraccio.

Per questo orribile delitto, furono condannati a 18 anni di carcere tre attivisti di Potere Operaio, Achille Lollo, Marino Clavo, Manlio Grillo.

La sentenza di condanna emessa in secondo grado fu confermata dalla Cassazione il 13 ottobre 1987: essa passò dunque in giudicato.

Però la pena fu dichiarata estinta dalla Corte d’assise d’appello di Roma per intervenuta prescrizione.

Proverbio salentino: LI PARITI NU TENENU ECCHI E BITENU, NU TENENU RICCHIE E SENTENU
I muri non hanno occhi e vedono, non hanno orecchie e sentono.
Questo proverbio era un monito per quanti grandi o piccini pensavano di poterla fare franca, dopo aver commesso qualche cattiva azione, perché persino i muri hanno occhi ed orecchie, per vedere, sentire e naturalmente poi riferire.
E se questo era vero ieri, figuriamoci oggi che i muri sono pieni di occhi…elettronici.

Category: Costume e società

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