IL MIO TEATRO DI POESIA / SONO APPARSO A CARMELO BENE: “Come va? Non c’è Bene, grazie!”
di Giuseppe Puppo ______
‘Sono apparso alla Madonna’, si intitola in maniera provocatoria la sua autobiografia. Io, sono apparso a lui. L’ho fatto dedicandogli per intero un’opera teatrale, in ordine di tempo la seconda che ho scritto: “Come va? Non c’è Bene, grazie!”.
Chissà se qualcosa esiste ancora dopo, chissà se con lassù c’è con noi davvero corrispondenza d’ amorosi sensi. Se c’è, quella fra il Maestro e i Leccesi non è amorosa, non è celeste.
Lui, che diceva di essere nato al Sud del Sud dei santi, aggiungeva poi che del Salento era orfano.
Da bambino, qui da noi lo rinchiusero in manicomio. Dico: da bambino, in manicomio…Un crimine atroce contro l’ umanità.
Se ne dovette andare a Roma, a studiare e ad esercitare il suo immenso genio; tranne brevi apparizioni giovanili, volle tornare qui soltanto quando, a metà degli anni Settanta, era già consolidata personalità emergente in campo internazionale. Portò prima il “S.A.D.E.”, e l’ accoglienza fu diciamo freddina.
“I Leccesi non mi hanno capito“, chiosò amareggiato più che deluso; preparò per bene un capolavoro come il suo “Amleto” e l’ anno dopo volle rappresentarlo all’ Ariston.
I Leccesi non furono più freddini. Gli furono ostili, anzi, lo dileggiarono apertamente. Quella serata memorabile finì con i “vaffa” che a uno a uno dal palcoscenico il Maestro indirizzò ai presenti, giurando poi che a Lecce non sarebbe ritornato mai più, nemmeno morto: “Non è che i Leccesi non hanno capito me” – si corresse – “I Leccesi non hanno mai capito niente. E se vengono a teatro, vengono come vengono a letto: non sanno godere”.
Amen.
Il resto, è storia più recente e più nota, anche se ancor più vergognosa.
Al figlio più geniale, che in tutto il mondo hanno apprezzato e continuano a studiare, hanno dedicato una falsa piazza, una piazza fantasma, che tutti continuano a chiamare tranquillamente “Foro Boario”.
L’ unico vero omaggio, qualche anno fa lo realizzarono alcuni ragazzi artisti di strada, una vera e propria opera d’ arte, in via Adda: ora, completamente abbandonata al degrado, sta crollando a pezzi, sbiadita dall’ incuria del tempo e degli uomini.
Ecco come era in origine il murale di Chekos’Art
Dovendo candidarsi a capitale europea della cultura, non hanno dedicato un rigo di programma a sostegno di possibili iniziative a suo nome. Chissà se pure Airan Berg sapeva chi fosse. Poi dice che sono arrivati ultimi, e a “zero tituli”…
La sua casa natale, l’ hanno venduta all’ asta e fatta diventare un albergo, dico, una struttura commerciale, mica un museo.
Per la sorella, Maria Luisa, (io sono stato uno dei pochi che andava a trovarla: avemmo dovuto pure scrivere le sue memorie, e devo a lei un po’ di quello che a mia volta io ho raccontato nel mio testo teatrale) sfrattata in nome della speculazione finanziaria, il dispiacere è stato tale, che sicuramente ha contribuito alla malattia che l’ ha uccisa poco tempo dopo.
Un piccolo progettino che facemmo insieme per la rappresentazione da realizzare a Lecce fu del tutto trascurato dai vari a vario titolo responsabili ai quali ci eravamo rivolti, per un piccolo aiuto, e fu fatto decadere.
E insomma, non è un caso evidentemente, bensì una giusta consequentia rerum, se “Come va? Non c’è Bene, grazie!” a Lecce e nel Salento non è stato mai rappresentato.
La mia opera teatrale è andata in scena a Torino, due volte.
La prima il 30 maggio 2021
e poi il 24 maggio 2022
Un grande gioia, un’enorme soddisfazione.
( 2 – continua )
Qui di seguito il copione completo di “Come va? Non c’è Bene, grazie!” ______
Note di servizio.
Il testo seguente potrà essere modificato, riadattato e riscritto secondo eventuali precise indicazioni del regista che firmerà lo spettacolo; o da solleciti che scaturissero dalle prove di allestimento direttamente dagli interpreti: costituisce però già di per sé un lavoro completo e finito.
Sarà comunque necessario verificarne la durata di tempo, che non dovrebbe superare le due ore complessive, comprese le musiche, nella richiamata unità di luogo e di azione.
Ove fosse da allungare, potremmo inserire un brano da “Nostra signora dei Turchi”, più o meno lungo quanto basta, opportunamente interpretato da uno o più dei nostri attori; ove da accorciare, tagliare qualcosa qua e là.
Le indicazioni sceniche invece sono qui limitate al minimo e comunque puramente indicative, semplici espressioni del mio studio ( Bene prediligeva colori accesi, effetti vistosi, amplificazioni esasperate ) perché poi, in realtà, attengono tutte quante alle competenze del regista, come pure, ovviamente, la scelta gli interpreti.
Ove però non ci fosse nulla in contrario, o obiezioni da parte sua, io interpreterei il ruolo simbolico di Giuseppe (G); mentre sottolineo l’importanza del ruolo esemplificativo di Fonè (F), che avrà il compito di rendere la tecnica recitativa di Carmelo Bene ( il ritmo del “farsi dire”; il linguaggio della “frantumazione” ) rifacendo alcune delle sue interpretazioni più importanti.
Gli altri personaggi sono: Il Magistrato Inquirente, poi di seguito indicato per comodità IMI; La Fata Sapiente, LFS; La Memoria Storica, LMS e Il Dubbio Amletico, IDA: due maschili e due femminili; in totale sei: tre e tre.
SIPARIO CHIUSO.
PARTENDO DAL FONDO DELLA SALA VA VERSO LA SCENA MUOVENDOSI NEL CORRIDOI CENTRALE FRA IL PUBBLICO.
SOTTO O SOPRA LA SCENA, COMUNQUE A SIPARIO CHIUSO, C’E’ UN TAVOLINO DA SCRIVANIA, CON SOPRA TANTI FALDONI, RACCOGLITORI, CARTELLINE, E DIETRO UN RITRATTO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO, IL CROCEFISSO E LA SCRITTA La Legge è uguale per tutti, CHE ALLA FINE PERO’ HA UNA SPECIE DI MACCHIA D’INCHIOSTRO SBILENCA A FORMA DI: ?
PARLA AL TELEFONINO, FERMANDOSI OGNI TANTO, SEGUITO NEL SUO TRAGITTO DA UN FASCIO DI LUCE. NELL’ALTRA MANO HA UNA BORSA DI PELLE, SOTTO AL BRACCIO “Il quotidiano” e “Il Messaggero”
IL MAGISTRATO INQUIRENTE
Ma che ne so? Io de tutte ste storie nunn’ho’trovata, nunn’ho sentita manco una da quanno so arrivato, e so passati du mesi che manno mannato a qua nel Salento… In culo ai lupi, sih…Eh eh…Che te ridi? Eh eh
Anzi, sai che te dico? Io sto tipo null’avevo mai sentito nemmeno annominà in vita mia…Ma che sta a dì? E chi è? Nattore? Come nattore? Nattore famoso? Der teatro? Famoso pure all’estero, va beh..Ah, pure regista dell’avanguardia…Va beh, ma senti, famme capì: e quannè morto?
Aoh, ma so passati dieci anni…
Ma mo’ se stanno arricorda tutti quanti? Tutti quanti mo’ se so messi a fa casino?
Come, er penale? Eh certo, l’omicidio nu cade mai in prescrizione, eh, mica l’omicidi so i falsi in bilancio e l’artri ‘mbrogli… Voglio dire: ma dopo dieci anni, mo me ce devo mette io a indaga?
Come, er civile? L’eredità, e case, e fondazioni? E certo, non ci facciamo mancare nulla…Voglio dire: ma dopo dieci anni, tutti a me m’hanno aspettato?
Ah, nu se po’ più aspettà? E certo, mo nu se po più aspettà!
Quanno c’eri tu, invece, se poteva aspetta, mortaci tua. Nu te smove na cannonata a te, ammazzate oh, te ne sei annato e hai lassato tutto sto casino?
Sai che te dico? Mortacci tua…
Va beh, dai, te faccio sapè…
No, sto a partì…Parigi, caro mio…Stasera…Ho trovato da Brindisi diretto…E che me frega a me?
Tre notti e due giorni, pur albergo al volo ho trovato…Come, che ce vado a fa?
T’avevo detto della professoressa di storia antica che avevo conosciuto l’artro mese? Eh, a turista francese, a Bonas, ma Bonas Bonas proprio, caro mio…
Eh, un rande vù, sil vù plù, vulevù cuscè avec muà sessuàah ah ah ah ah
Io turista per caso, che me frega a mè del Luvr? Tanto so bene quello che devo fa!
(RIDE ) ah ah ah ah ah
( CANTA ) Parì, camminar sulla Senna a Pariiii…
Parì, camminar sulla Senna a Pariiii
( RIDE ) Ah ah ah ah ah
…Che te stai a mpccià?
E daje…Sto a partiiii…
E va beh, dai, ‘stasera quanno so casa, sì stasera, prima che vado via, te dico qualche cosa su tutto quanto…
Dajè…Te saluto, so arrivato all’ufficio mio, mo…Tranquillo, te chiamo io e te dico…Tranquillo, ‘stasera…Sì sì, a magggicaaaaa… Ciaocciaoccciaocccciaoccccciao…
SI SIEDE. SI GUARDA INTORNO SBIGOTTITO E ANNOIATO. GRIDA
Giuseppeee…Giusèèè… Giuseppe!
GIUSEPPE ENTRA IN SCENA
IMI
Con comodo, eh!?! Buongiorno, eh!?! E va beh, il silenzio è d’oro, anzi, come dice il filosofo? Una parola è troppa e due sono poche, caro lei…
Senta, ci devono essere una o più cartelline, non so da quando, ma so che ci sono qui da noi, intestate a tale Bene fu Carmelo…
G FA LA FACCIA SBIGOTTITA, SI STROPICCIA GLI OCCHI, FA CENNO DI CERCARE FRA LE CARTELLINE DELLA SCRIVANIA
IMI
Eh Carmelo Bene…Ma che fa? Cosa mi combina? Non ci sono qua sulla scrivania! e NO EH!!! Ma le pare? Senno mica chiedevo a lei?!? Devono stare in archivio…Vada a vedere…Ah, guardi civile e penale, eh, tutti e due, guardi tutti e due, civile e penale ci devono stare in tutte e due…
Eh sì eh, so collegate…Tutte e due, so collegate…Cerchi…Cerchi…Vada a cercare…E vada…
G ESCE DI SCENA
IMI
( COME RIVOLGENDOSI SOTTOVOCE AL PUBBLICO, COME PENSANDO AD ALTA VOCE ) …Che poi il problema che è senza voce, se vogliamo, è il male minore…Il vero problema è che pure di cervello ce ne ha poco…
( SQUILLA IL TELEFONO )
E chi è mo?
( RISPONDE )
Pronto? Ah, il mio caro giornalista dell’Ansa, anzi dell’ansia, direi io…Eh eh…ah ah ah ah ah …Come dice? Gazzettiere nostrano, nella fattispecie? Eh, se preferisce, caro il mio gazzettiere nostrano…Non c’è male, grazie…No no, non disturba, dica pure…
( COMINCIA A GRADUARE ESPRESSIONI FACCIALI SEMPRE PIU’ PREOCCUPATE )
Fuga di notizie?!? Indicazioni precise?!? Volontà superiori?!? L’opinione pubblica?!? Interessi?!? Interessi…
Bene fu Carmelo, sì…Carmelo Bene, certo..
( SI MUOVE SCOMPOSTAMENTE SULLA SEDIA )
Ma certo! Come no?!? Bisogna stabilire priorità, bisogna sempre stabilire priorità…Ho tutto qui in evidenza, qui davanti a me, sulla mia scrivania! Ho esaminato già tutto per bene! Mi sono fatto una certa idea, certo, sì…Sì sì ovvio, sia civile, sia penale, tutte e due…Ho le idee chiare, insomma…
Eh, procedo…devo giusto decidere come, ora…Eh, nu se po’ più aspettà…Capito, capito…Chiaro, è chiaro…
Ecco guardi, ‘stasera no… Ma certo che le anticipo tutto quanto, ovvio, ormai dopo due mesi abbiamo imparato a conoscerci…a stimarci… a collaborare…
Nell’interesse comune e reciproco…
Ma mi lasci decidere come meglio muovermi…
Ecco, le dicevo, stasera non posso, ‘stasera devo partire…vado a Parigi…Macchè, un noiosissimo convegno di magistrati europei sui reati finanziari, pensi un po’…Un aggiornamento legislativo fra addetti ai lavori…Du palle!!!
Ma sto via soltanto due giorni… Sarà il primo a sapere…Chiaro, è chiaro…
Ma certo, ho tutto qua davanti, le ho detto…Procedimento contro ignoti, reato ipotizzato di omicidio…Sì, la sorella… Sì, ecchila qua…Pure, sì, chiaro, è chiaro…Causa civile per l’eredità…La questione della casa, sì…Ah, pure la sepoltura, va bene, certo…Chiaro, è chiaro, le fondazioni l’un contro l’altra armata…O disarmata, sì…
Ah ecco, ha fatto bene a dirmelo… Ah sì?!? Addirittura?!? Chiaro, è chiaro…
Guardi, appena torno da Parigi, intanto ci penso, decido e le faccio sapere. Certo, sarà il primo a sapere…
A presto, allora, a prestissimo, mio caro…Ciaocciaoccciaocccciaoccccciao…
( SI GUARDA INTORNO SBIGOTTITO, POI GRIDA )
Giuseppeee…Giusèèè… Giuseppe!
G ( ENTRA IN SCENA CON ALCUNE CARTELLINE E LE PORGE )
IMI
Era ora, eh? Allora, ecco qua…Civile, pensale, presunto omicidio, eredità, case, terreni, fondazioni…Proprio come aveva detto il Gazzettiere nostrano, buono quello, c’è tutto e non ci facciamo mancare mai niente! Pure l’archivio funziona! Cartaceo, ma funziona! Siamo nel Tremila, con tutti i computer dell’universo mondo, che te lo dico a fare? L’innovazione stanca…Eh eh.. Ah ah ah ah ah…Eh eh Noi nei secoli fedeli alla nostra signora cartellina! Basta la parola! Come dice la parola, cartellina di carta!
Ma senti Giusè..Tu che sei del posto…Tu che frequenti la cultura…Eh eh…Basta la parola…Tu che sei un uomo colto…Ma chi era sto Carmelo Bene?
Già, che te lo dico a fare? Tu non parli, lo so…Tu fai parlare gli altri…
G ( FA GESTI ELOQUENTI DI DISPONIBILITA’ RISOLUTIVA )
IMI
Come, ci pensi tu? Mi aiuti tu? Ohibò e come, di grazia?
Un attore di teatro, sì…Il teatro, sì…
M’aiuta il teatro? Come sarebbe a dire?
I libri, il teatro, la cultura?
Caro Lei, caro mio, come ha detto il Ministro? Con la cultura non si mangia eh eh ah ah ah ah ah eh eh Ma sì, tranquillo, ci penso io, ora leggo un po’ qui, le nostre signore cartelline, il tempo di capirci qualcosa e riferisco…Ma non a te,…A chi di dovere…Ma di che stiamo parlando? Anzi, non stiamo nemmeno parlando, sto parlando soltanto io…
Come, ci pensi tu? M’aiuti tu? Tu…Tu?!?
G ( ESCE FACENDO IL SEGNO DI ASPETTARLO )
Ma sì aspetto, sto qui, tanto qui devo stare…
E poi, detto fra noi, che fretta c’è? Abbiamo aspettato dieci anni, possiamo aspettare altri dieci giorni Eh eh Ah ah ah ah ah Eh eh
( SQUILLA IL TELEFONINO )
Ma chè è stamattina? Ve siete messi tutti d’accordo pe rompe li coioni? Va beh, ma allora ditelo, no? Che me volete rompe li coioni a me…
( RISPONDE )
Pronto?
Ah Eccellenza!
( SI ALZA IN PIEDI )
Ossequi Eccellenza….Certo Eccellenza…E come no? Bene fu Carmelo…Sì sì civile e penale! E come no? Certo che ho già deciso!
Ci siamo, Eccellenza…Il tempo come dire di formalizzare…
Va bene, Eccellenza, subito, sì immediatamente, formalizzo oggi stesso, anzi, che dico oggi stesso? Formalizzo adesso!
Le faccio sapere subito? Certo che le faccio sapere subito!
Un paio d’ore, sì, quanto vuole che serva? Sono pure troppe, due ore…Va bene, con calma…Ma sì, il tempo di mettere al computer e…Le mando informativa riservata, sicuramente sì, prima di pranzo, un paio d’ore, Eccellenza…Grazie, Eccellenza…Ossequi, Eccellenza…
( SI LASCIA CADERE SULLA SEDIA COME COLLASSATO, GEME DISPERATO )
Giuseppeeee…Aveva detto che mi aiutava…Come faccio adesso io? Due ore…
Sono rovinato, ecco, praticamente rovinato…Non so neanche da dove cominciare…E ho due ore di tempo, per capirci qualcosa e riferire…Eccellenza mi fa un culo così se no…Altro che Parigi ‘stasera…Avevo pure prenotato…La Bonas…La professoressa…Un culo così mi fa Eccellenza se non mi sbrigo…Come farò? Rovinato, ecco, sono rovinato…Morto, ecco, sono morto…
( SI ACCASCIA ESANIME AL SUOLO )
LA FATA SAPIENTE ( ENTRA IN SCENA VESTITA SOLTANTO CON LE MUTANDINE, SI PONE DAVANTI IL MAGISTRATO INQUIRENTE, CERCA DI RIANIMARLO )
Eccomi, sono qui! Mi aveva chiamato? Ci sono! Signor Magistrato Inquirente…Sono qui! Cosa voleva sapere?
IMI
Oddio! Ma Lei chi è?!? Cosa fa qui tutta nuda? Cosa vuole da me?
LFS
Ma è Lei che mi ha fatto chiamare! Mi ha evocato e io sono venuta da Lei! Sono qui per aiutarla…Sono la Cultura…
IMI
Ma cosa fa tutta nuda? Non si vergogna? La faccio arrestare per oltraggio al pudore!! Si rivesta, si vergogni…
LFS
Certo, mi vergogno. Ma non è colpa mia. La cultura è in mutande, ormai. Un taglio qui, uno spreco altrove, i premi ai soliti noti, i fondi ai soliti ignoti e sono ridotta così, praticamente in mutande, caduta in disgrazia! Dimenticata, derelitta, addirittura negata.
Altro che crisi economica!
La vera crisi è la devastazione della nostra identità operata negli ultimi decenni, una Cernobyl culturale, un genocidio sociale.
Non abbiamo più memoria, né tradizione, né identità e non abbiamo quindi futuro, stando così le cose.
Come possiamo pensare a liberalizzazioni privatizzazioni aziendalizzazioni spread e borse e mercati, come a tasse e tassi, se proprio tutto questo ci ha ridotto così, l’egoismo e il profitto elevati a sistema?!?
Eppure vuolsi così là dove si puote.
Invece, ecco invece adesso, sempre e specialmente adesso, proprio adesso, subito, istruzione, ricerca e cultura sono gli unici settori capaci di salvare l’Italia, e invece sono quelli più di tutti penalizzati, cancellati, ecco, cancellati del tutto. Così è crisi sicura, signor Magistrato Inquirente…Così è morte certa.
Certo, come ha ripetuto Lei poco fa, con la cultura non si mangia…Ma tanti mangiano con l’ignoranza degli altri.
La politica deve tornare a guidare l’economia. E la cultura deve guidare la politica.
Istruzione, ricerca e cultura, per i giovani e le donne, specialmente per le giovani donne, si ricordi: l’unica certezza, l’ultima speranza!
IMI ( SI RIALZA )
Ma… Ma io le voglio credere! Però ecco…
LFS
Però sono io, per quanto spogliata, depredata, sminuita, offesa, vilipesa, sono io l’unica dea!
Ora, nella fattispecie, io già so: nell’occasione contingente io Le sarò d’aiuto…
Si fidi, però, si lasci andare..
Ci penso io.
Sarò per Lei la Fata Sapiente che l’aiuterà e Le farà risolvere tutti i suoi problemi.
Sarò La Sua Fata Sapiente nella Magia del Teatro, che è unico al mondo, l’unica specie…
Si lasci andare, si fidi…
Non deve far altro che ascoltare…Abbandonarsi e saper restare a santire…
Suvvia…
IMI
Ma si riveste almeno? Non è possibile che resti così…
LFS
Ma sì, qualcosa troverò ancora da mettermi addosso…Allora, orsù, andiamo…A cercare, a scoprire. Io ho sempre una risposta e c’è sempre una soluzione per tutto…Si avvicini, mi dia la mano…Sarò Sua, se Lei mi vuole…
Se Lei mi vuole, mi avrà…Venga con me, andiamo…
( ESCONO DI SCENA )
COLONNA SONORA ( A VOLUME ALTISSIMO )
1. “Jump” – Van Halen
http://www.youtube.com/watch?v=wlq0lYB3iSM
( mentre IMI e LFS escono di scena e si cambiano; mentre si apre il sipario e tutti e due ritornano in scena e salgono sul palco; mentre G ballando porta via il tavolino-scrivania e la sedia )
SI ALZA IL SIPARIO
( IMI è senza giacca, senza cravatta, con le maniche della camicia rimboccate, seduto in poltrona, con le cartelline sulle ginocchia.
LFS si è rivestita, truccata e abbigliata vistosamente, rimane in piedi, altera.
SCENA: un tavolino, con pacchetti vuoti di Gitanes, bottiglie vuote di whisky, una radio modello antico; vecchi libri; uno specchio, con attaccati sopra fogli di giornale; per terra altri libri e maschere di carnevale; dietro, quadri, oppure stampe, con volti tipo Mantegna, o Caravaggio, o di natività della Madonna ).
LFS
Come va?
IMI
Non c’è male, grazie…
LFS
Forse…Non c’è Bene…
IMI
Già eh eh Non c’è Bene, grazie! Ma…Insomma…Allora…Vediamo un po’
( LEGGE DALLE CARTELLINE )
Dunque…Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene, nato il primo settembre 1937
a Campi Salentina, in provincia di Lecce…
LA MEMORIA STORICA ( Entrando in scena )
Al sud del sud te li Santi…
( IMI sobbalza, fa espressioni di spavento, come se volesse scappare via )
LFS ( rivolgendosi a lui )
Tranquillo… E’ arrivata La Memoria Storica! La nostra memoria collettiva: quella che stiamo perdendo, quella che dobbiamo recuperare…Con la nostra memoria condivisa, che non abbiamo mai avuto.
Noi invece nella fattispecie l’abbiamo recuperata, studiando e ristudiando.
La ascolti…L’abbiamo qui ora…
( IMI fa espressioni di incredulità )
Qui, in questo non luogo, questo luogo che non c’è, che pure per Carmelo Bene era il punto massimo di elevazione per gli esseri umani verso l’elemento divino connaturato alla loro natura, voglio dire, e affermare cioè: il Teatro…
( IMI fa espressioni di dubbio )
Ma sì, ora le sarà spiegato tutto, anche che cosa significa veramente questa espressione che Carmelo Bene amava ripetere. Ma si ricordi di ascoltare, di abbandonarsi, di ascoltare non solamente con gli orecchi, ma anche con gli occhi e soprattutto con il cuore…
Si fidi, si lasci andare…
LMS
Al sud del sud te li Santi…
Il Sud: il limite, il confine.
Il Sud, in quello che abbiamo imparato a chiamare l’immaginario collettivo, significa lontananza, marginalità, esclusione.
Nel comune sentire, si distoglie lo sguardo dal sud e lo si rivolge al nord, a cercare conforto, aiuto, riscatto, benessere: il così detto progresso, insomma.
Ma sono tutte puttanate.
La realtà è ben diversa.
Lu Mesciu nesciu ulia cu ni fazza capire, ogni fiata ca decia ste parole – orgogliosamente ripeteva di essere nato al sud del sud dei Santi – che invece al sud bisogna guardare.
Oltre quel limite, quel confine.
Qui, soltanto qui, a finibus terrae, là dove il mare e il cielo si confondono e diventano una cosa sola, là stanno i Santi, ci sono le visioni delle speranze, le certezze delle risposte, le forze per realizzarle.
IMI ( Si ricompone dallo stupore, continua a leggere )
…E morto a Roma, il 16 marzo del 2002
IL DUBBIO AMLETICO ( ENTRANDO IN SCENA )
Morto? Ma non è mai morto!
IMI ( FA ESPRESSIONI DI INCREDULITA’ )
LMS ( RIVOLGENDOSI A LUI )
Tranquillo…E’ arrivato Il Dubbio Amletico. Non a caso: ne ho bisogno. E’ l’essenza della cultura, il dubbio, per poter intraprendere i suoi percorsi di conoscenza.
Lo ascolti, lo ascolti con gli occhi e con il cuore!
IDA
Non è morto. Semplicemente non esiste: e dunque è. Altrove. Qui.
LMS
Qui. Il Teatro è nell’atto, cioè soltanto nell’immediato esiste. Ma pure l’immediato e anzi presto svanisce: allora esiste nella presenza e nell’assenza al tempo stesso
IDA
E poi suvvia, per uno che con umiltà e orgoglio al tempo stesso diceva di non essere mai nato, si può ben dire che non è mai morto.
Vero è che il suo sud dei Santi lo sta colpevolmente dimenticando, come sta trascurando le lezioni di tutti i suoi figli migliori ed è qui la sua colpa imperdonabile, forse ormai nemmeno più rimediabile, però di più, si ostina a vivere per poter continuare ad essere anche da morto la causa di un disordine qualsiasi.
IMI ( Scalcia, recalcitra, fa espressioni di disappunto e disgusto, fa per alzarsi e andarsene )
LFS ( RIVOLGENDOSI A LUI )
Ma Lei non collabora, anzi rema contro. Non è capace di ascoltare, non è capace di fidarsi e di lasciarsi andare…
Guardi che non stiamo giocando, o forse sì, ammettiamolo pure, che sia gioco e anzi evasione: ma niente è più serio del gioco, niente più utile delle illusioni.
Siamo qui per aiutarla.
Vogliamo prenderla per mano e farle iniziare il suo percorso di conoscenza verso la felicità.
Il teatro è conoscenza, il teatro è felicità.
Poi, insomma, per tornare alla fattispecie, guardi che tutto quello che ha segnato Carmelo Bene, tutto quello che lo ha riguardato, è polemica.
La sua vita è stata tutta quanta una polemica senza soluzione di continuità e della polemica continua la sua morte ha amplificato le ragioni…
IDA
…Abbiamo imparato da lui, a complicarci la vita, fino alle estreme conseguenze, fino alla morte. Diceva sempre che bisogna complicarsi la vita: mettersi continuamente handicap davanti, perché ai risultati si arriva sotto lo sforzo della sofferenza. Allo stesso modo per l’arte. E’ sempre la quantità di sacrificio compiuto che determina la vittoria.
Noi poi proprio per polemica, per sfida, stiamo parlando del suo essere, non essere, questo è il problema!
Già sappiamo quale è la sua risposta al problema… ( SORRIDE COMPLICE )
Una volta, in un salotto di un programma televisivo, un “critico severo” voleva dialogare con lui sull’essere e il non essere e insisteva, piccato e tronfìo, fino a quando, basìto, non ascoltò la suprema liquidazione del problema e pure di sé stesso, che Carmelo Bene, sbottando, gli lanciò addosso, distruggendolo, all’improvviso
LMS ( LEGGE DA UN QUADERNETTO )
“Io non parlo con chi mi rompe i coglioni con l’essere e il non essere, non parlo con l’ontologia. Abbasso l’ontologia! Me ne strafotto! Parli con il professor Haidegar, non con me e vada a fare in culo!”
IMI ( Fa espressioni di dissenso, indica ora l’una ora l’altra delle sue cartelline )
LFS
…Ma miserie umane, sono quelle! Vile denaro, interessi, cattiverie. Metta via! Del divino, vogliamo renderla edotta, chè delle miserie umane lei tutto già sa!
Le metta via, se le levi di torno, non le guardi più!
Qui ora pensiamo al grande attore, al regista, al teorico e al realizzatore dell’avanguardia sperimentatrice e dispensatrice, al Maestro…
IDA
..Ma maestro non gli piaceva esser così nomato…
LMS ( APRE IL SUO QUADERNETTO E LEGGE )
“Io sono l’allievo di me stesso”
IDA
Provocatore invece sì, e tanto! Provocatore per eccellenza, antipatico per antonomasia. Mistificatore di professione, genio a tempo perso.
LMS ( COME PRIMA )
“Il talento fa quello che vuole. Il genio fa quello che può. Io del genio ho sempre avuto la mancanza di talento”.
IDA
Abbonato all’equivoco, obbligato allo scandalo. Supremo affabulatore: incantatore di serpenti.
LMS
None…Nu sulu ncantatore te serpenti…Iddrhu era l’incantatore e lu serpente…Tutti e doi assulu, iddrhu stessu era!
COLONNA SONORA ( A VOLUME CRESCENTE E DECRESCENTE )
2. “Il dio serpente” – Augusto Martelli
http://www.youtube.com/watch?v=y3tBnFAaA-k
LFS
…Tutto questo, era. Ma soprattutto era LA VOCE: il modo suo di porgere nella rappresentazione teatrale e degli attori della sua scuola…
( RIVOLGENDOSI A IMI, PRENDENDOLO PER MANO, E POI PRENDENDO PER MANO LMS e IDA )
Venga con noi…Ora le facciamo sentire uno dei suoi pezzi forti, anzi, un’intera tematica, suo pezzo forte, che egli stesso amava interpretare, a modo suo…
( ESCONO TUTTI DI SCENA TENENDOSI PER MANO, LA MUSICA SFUMA, QUANDO ENTRA IN SCENA FONE’ )
F
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica;
indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori, e disse:
- Quando mi diparti' da Circe, che sottrasse
me più d'un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enea la nomasse,
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né 'l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta,
vincer potero dentro a me l'ardore
ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore;
ma misi me per l'alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.
L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi,
e l'altre che quel mare intorno bagna.
Io e ' compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov' Ercule segnò li suoi riguardi
acciò che l'uom più oltre non si metta;
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l'altra già m'avea lasciata Setta.
'O frati', dissi 'che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d'i nostri sensi ch'è del rimanente,
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza'.
Li miei compagni fec'io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de' remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già de l'altro polo
vedea la notte, e 'l nostro tanto basso,
che non surgëa fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo,
quando n'apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com'altrui piacque,
infin che ‘l mar fu sovra noi richiuso.
(RITORNANDO IN SCENA TENENDOSI PER MANO )
LFS
L’Ulisse di Dante, il mito eterno del desiderio di conoscenza e il perenne ulissismo
dell’umanità, che Carmelo Bene ha interpretato meglio di tutti.
E poi l’Ulisse di Joyce, il libro che Carmelo Bene ha amato più di tutti.
LMS (LEGGE DAL SUO QUADERNETTO )
“A ventidue anni l’Ulisse di Joyce mi ha cambiato la vita”
F
“Dio, questi dannati inglesi! Crepano di quattrini e di indigestione. Perché lui viene da Oxford. Sai, Dedalus, tu hai tutto il tono di Oxford. Non arriva a capirti. Oh, ma il nome che ti ho dato è ideale: Kinch, lama di coltello.-
-Ha delirato tutta la notte di una pantera nera, disse Stephen. Dov’è la fonda
del suo fucile?-
-Un miserabile pazzo, disse Mulligan.-
Stephen con energia e con crescente paura:
-In un posto simile al buio con un uomo che non conosco, che delira e geme tra sé di sparare a una pantera nera.
Tu hai salvato uomini che stavano per affogare. Ma io, non sono un eroe. Se resta qui lui me ne vado io.-
Buck Mulligan: -Taglia la corda, gridò con voce spessa.
Percorse con lo sguardo la baia di Dublino, i biondi capelli querciapallida lievemente mossi.
Il mare è proprio come dice Algy: una dolce madre grigia, no?
Il mare verdemoccio. Il mare scrotocostrittore. Epi oinopa ponton.
Ah, Dedalus, i Greci. Ti devo erudire. Li devi leggere nell’originale. Thalatta!
Thalatta! E’ la nostra grande dolce madre. Vieni a vedere.-
Stephen si alzò e si accostò al parapetto. Abbassò lo sguardo
sull’acqua e sul postale che usciva dall’imboccatura del porto di Kingstown.
-La madre nostra possente, disse.
LFS
…E l’Ulisse di Omero, o chi per lui, certo! Il prototipo dell’eroe dell’umana avventura, dell’uomo bello e buono, del ritorno e dell’eterno ritorno.
Al quale però pure non sono risparmiate sofferenze e traversie in sorte a tutti gli esseri umani! Ma per quante ne soffra, egli però non si sottrae e pensa a superarle. Pure se ciò significa piangere le lacrime della solitudine, dell’impotenza e dell’abbandono, così come, sull’isola di Ogigia, prigioniero della ninfa Calipso, lo vede Hermes, Mercurio, messaggero degli dei…
F
Questa scena era tal, che sino a un nume
non potea farsi ad essa, e non sentirsi
di maraviglia colmo e di dolcezza.
Mercurio, immoto, s’ammirava; e, molto
lodatola in suo core, all’antro cavo,
non indugiando più, dentro si mise.
Calipso, inclita dea, non ebbe in lui
gli occhi affissati, che il conobbe: quando,
per distante che l’un dall’altro alberghi,
celarsi l’uno all’altro i dèi non ponno.
Ma nella grotta il generoso Ulisse
non era: mesto sul deserto lido,
cui spesso si rendea, sedeasi; ed ivi
con dolori, con gemiti, con pianti
struggeasi l’alma, e l’infecondo mare
sempre agguardava, lagrime stillando.
LFS
Ah, Dedalus, i Greci. Ti devo erudire. Li devi leggere nell’originale…
F
Oudàr Odussèa megalìtora èndon ètetmen
allò ghèpaktès claiè catèmenos enta paros per
dràcusi cai stonachèsi cai àlgesi tumòn erècton
pònton epatrùgheton derchèscheto dàcrua lèibon.
Ermèian derèeinen Caliupso dià teaon,
en trono udriusasa faeinò sigalòenti.
( ESCONO TUTTI DI SCENA, RIENTRA LFS PRENDENDO PER MANO IMI E FACENDO FINTA DI PARLARGLI IN UN ORECCHIO )
COLONNA SONORA (RIMANE SU TUTTA LA PARTE TEORICA SEGUENTE IN SOTTOFONDO, FINO ALL’INGRESSO SUCCESSIVO DI FONE’ )
3. “Stairway to heaven” – Led Zeppelin
http://www.youtube.com/watch?v=ZyXxXVxWSjA
IMI ( SCUOTE RIPETUTAMENTE LA TESTA IN SEGNO DI DINIEGO, DI DISSENSO )
LFS
…Ma questo è positivo, sai? La lettura come oblio, questo insegna il Nostro, questo il suo teatro, luogo – non luogo…L’espressività della voce, il suo ritmo. Il linguaggio della frantumazione del testo, da montare e rimontare, a opera dell’attore – artefice.
Ecco perché è tanto importante.
Ora ti spieghiamo Bene…
LMS ( LEGGE DAL SUO QUADERNO )
“In sostanza, quella di Bene è una continua demolizione di tutti gli apparati su cui tradizionalmente si regge la rappresentazione scenica: la struttura stessa, il testo scritto in primo luogo; gli elementi stabili, o stabilizzanti: le parti fisse, il dialogo.
Non è vero che così facendo non rimane nulla, allora; al contrario: rimane tutto, ma un tutto risplendente sotto una nuova luce, un elemento divino, nell’attimo che scorre, quello prima, che è adesso, e quello di adesso, che è già il successivo, creando così la magia del Teatro, magia unica e irripetibile, mai uguale e sempre diversa, affidata in buona sostanza alla voce, con gli spettatori parte attiva e non passiva, nella loro creazione dell’ascolto.
Infatti, il linguaggio si deve cogliere non con le parole, ma con il tono, l’intensità – data anche dalle possibilità tecniche di amplificazione – la modulazione, il ritmo, con cui vengono pronunciate e insomma la musicalità che generano”
IDA ( LEGGE DA UN SUO ROTOLO DI FOGLI )
E allora?!? Allora dunque anche l’arte deve complicarsi la vita? Non già segnare le comode vie battute, bensì quelle accidentate della sperimentazione?!? Come tutti i grandi innovatori, come tutti gli avanguardisti, Carmelo Bene distrugge tutto, per tutto ricostruire, nuovo e più bello?!? E comunque, la forma vien prima del contenuto?!?
Più del resto, più del testo stesso, contano le scene?, le musiche, le luci?
E più di tutto quanto, importa la musicalità delle parole?
L’attore pertanto non deve più parlare?!? Deve dunque suonare?!? Suonar con le corde vocali, con i denti?!?
Suonar quel suono che viene dal silenzio interiore? Quel suono che si fa dunque esso stesso prima maschera e poi persona?
LFS
Passiamo pertanto alla pratica esemplificazione.
Con i magici poteri che mi sono dati, e con ciò far nascere e rinascere, vivere e rivivere, voglio evocare due momenti importanti, anzi, che dico importanti? fondamentali, uno felice e uno triste, della sua esistenza, dal punto di vista artistico, non disgiunto da quello personale.
Il primo, lo farò direttamente io.
Il secondo, lo farò recuperare dalla nostra Memoria Storica.
Il primo, il supremo della felicità, perché per fortuna ci stanno le cose belle della vita, accadde a Bologna, nel 1981.
C’era stata l’anno prima la strage della bomba alla stazione, quando fu organizzata una chiamiamola così serata culturale, aperta a tutti, in piazza: la poesia nata per essere fatta ascoltare nelle piazze, agli inizi della nostra società occidentale e che nelle piazze ritornava; e la poesia quale suprema risposta, di bellezza e civiltà a ogni disumana barbarie.
Ad animarla venne chiamato dagli organizzatori Carmelo Bene.
Fu una serata memorabile.
In piazza Maggiore, a Bologna, c’erano centomila, forse duecentomila persone, impossibile calcolarle esattamente, comunque una folla immensa, propria quella dei grandi raduni di musica pop. E proprio come un divo della musica pop da quella folla immensa Carmelo Bene fu acclamato.
Quando la vide, prima di cominciare, gli vennero le vertigini e non perché si trovasse sulla sommità della Torre degli Asinelli.
“Oddio, e ora che faccio?” – si chiese spaurito, quasi terrorizzato.
“Niente, quello che ha fatto sempre, Maestro” – lo rincuorarono i suoi collaboratori.
E come a un megaconcerto le prime note di un brano famoso sono salutate da un clamore immenso, quasi isterico, del pubblico, così le prime parole di quella davvero magistrale lectura di Dante, l’incipit di una poesia della “Vita nova”, furono segnate da un boato
COLONNA SONORA ( VOLUME ORA PIU’ ALTO, POI SFUMA )
F
Tanto gentil e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umilta’ vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi si’ piacente a chi la mira,
che da’ per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender non la puo’ chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
COLONNA SONORA (RIMANE SU TUTTA LA PARTE TEORICA SEGUENTE IN SOTTOFONDO, FINO ALL’INGRESSO SUCCESSIVO DI FONE’)
4. “Never ending story” – Limahl
http://www.youtube.com/watch?v=Gf1WT8VEZxk&feature=related
LMS
C’è un buco nero nella vita di Carmelo Bene.
Da ragazzo, a fronte di quelle che erano soltanto esuberanze giovanili, il padre lo fece internare in manicomio.
Nel reparto dei disturbi nervosi non c’erano nemmeno più posti, così lo ricoverarono fra gli adulti pazzi conclamati.
Adesso non venitemi a dire che il genio è sempre follia; che lo curarono così; non venitemi a dire assurdità del genere.
In manicomio, i dolori del giovane Bene lievitarono e generarono riflessione, consapevolezza e identità, anche e soprattutto da un punto di vista artistico…
Quei volti, quelle voci…Cioè quegli atteggiamenti, quelle modulazioni…
Però pure rimase a quell’infanzia negata e offesa, rigettò il proprio corpo, che continuò per tutta quanta l’esistenza ad offendere con Bacco, Tabacco e Venere.
Ne fu irrimediabilmente segnato.
Fu irresistibilmente segnato dalla sofferenza.
Soltanto chi ha tanto sofferto può raggiungere l’arte per portarla come catarsi, come splendore, in mezzo agli altri, soprattutto agli ultimi.
Come l’avanguardista Filippo Tommaso Martinetti portò la poesia anche ai non abbienti, agli esclusi per censo e per istruzione, così l’avanguardista Carmelo Pompilio Bene ha portato il teatro a chi per censo o per istruzione ne era escluso.
Di tutto ciò, resta traccia marcata e indelebile soprattutto nel suo “Pinocchio” di Collodi.
( ESCE )
F ( CON EVIDENTI CONTORCIMENTI CORPOREI E MOLTE CONTRAZIONI FACCIALI )
— Per ricompensarvi di quanto avete fatto per46,4,FranzJosef me — mio caro babbo – voglio subito andare a scuola.
Ma per andare a scuola ho bisogno d’un po’ di vestito.
A proposito, per andare alla scuola mi manca sempre ancora qualcosa: anzi mi manca il più e il meglio.
Mi manca l’Abbecedario.
E come si fa per averlo?
È facilissimo: si va da un libraio e si compra.
E i quattrini?
Io non ce l’ho.
Pensateci voi, mio babbo…
Io vi ricompenserò…
Vi darò soddisfazione…
Sarò il bastone della vostra vecchiaia…
LMS
Questo senso di estraneità al proprio corpo, di disfacimento, di disgregazione, non lo abbandonerà mai più: una costante della sua vita, intesa, al pari del tanto dagli altri esecrato, quanto da lui amato, scrittore scandaloso, come viaggio al termine della notte
IDA ( LEGGE DAI SUOI PAPIRI )
“Viaggiare. È proprio utile fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza.
Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. E’ un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littrè, lui non si sbaglia mai.
E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi.
E’ dall’altra parte la vita”.
LMS
Senso di disfacimento, di disgregazione, che ritroverà pure nel non a caso unico – proprio uno soltanto – uomo politico da lui apprezzato
IDA ( LEGGE DAI SUOI PAPIRI )
“L’ho detto cento volte e lo dirò ancora, perché non scrivo sotto dettatura delle Brigate Rosse, che, anche se la lotta è estremamente dura, non vengono meno mai, specie per un cristiano, quelle ragioni di rispetto delle vittime innocenti ed anche, in alcuni casi, di antiche sofferenze, le quali, opportunamente bilanciate e con il presidio di garanzie appropriate, possono condurre appunto a soluzioni umane.
Voi invece siete stati non umani, ma ferrei, non attenti e prudenti, ma ciechi.
Con l’idea di far valere una durissima legge, dalla quale vi illudete di ottenere il miracoloso riassetto del Paese, ne avete decisa fulmineamente l’applicazione, non ne avete pesato i pro e i contro, l’avete tenuta ferma contro ogni ragionevole obiezione, vi siete differenziati, voi cristiani, dalla maggior parte dei paesi del mondo, vi siete probabilmente illusi che l’impresa sia più facile, meno politica, di quanto voi immaginate, con il vostro irridente silenzio avete offeso la mia persona, e la mia famiglia, con l’assoluta mancanza di decisioni legali degli organi di Partito avete menomato la democrazia che è la nostra legge, irreggimentando in modo osceno la DC, per farla incapace di dissenso, avete rotto con la tradizione più alta della quale potessimo andar fieri.
Ho riflettuto molto in queste settimane. Si riflette guardando forme nuove. La verità è che parliamo di rinnovamento e non rinnoviamo niente.
La verità è che ci illudiamo di essere originali e creativi e non lo siamo.
La verità è che pensiamo di fare evolvere la situazione con nuove alleanze, ma siamo sempre là con il nostro vecchio modo di essere e di fare, nell’illusione che, cambiati gli altri, l’insieme cambi e cambi anche il Paese, come esso certamente chiede di cambiare.
Ebbene, caro Segretario, non è così. Perché qualche cosa cambi, dobbiamo cambiare anche noi. E, a parte il fatto che davvero altri siano in grado di realizzare una svolta in accordo con noi – il che possiamo augurarci e sperare – la D.C. è ancora una così gran parte del Paese, che nulla può cambiare, se anch’essa non cambia. E per cambiare non intendo la moralizzazione, l’apertura del Partito, nuovi e più aperti indirizzi politici.
Si tratta di capire ciò che agita nel profondo la nostra società, la rende inquieta, indocile, irrazionale, apparentemente indomabile. Una società che non accetti di adattarsi a strategie altrui, ma ne voglia una propria in un limpido disegno di giustizia, di eguaglianza, di indipendenza, di autentico servizio dell’uomo.
Ecco tutto
Resta, pur in questo momento supremo, la mia profonda amarezza personale.
…Il mio sangue ricadrà su di voi, sul partito, sul Paese”.
LFS ( IRROMPENDO IN SCENA, GRIDANDO )
…La morte incipiente….E’ sempre incipiente!
La morte è un incipit.
La morte è dunque vita! L’inizio di una nuova vita, la nascita e la rinascita!!
COLONNA SONORA
5. “The great gig in the sky” – Pink Floyd
http://www.youtube.com/watch?v=azHnjQ2DMDI&feature=related
SI CHIUDE IL SIPARIO
G ( ENTRANDO IN SCENA CON IL TAVOLINO – SCRIVANIA E DOPO AVERLO SISTEMA DAVANTI – SOTTO IL SIPARIO, COME NELLA SCENA INIZIALE, SI GUARDA INTORNO FINO A QUANDO NON VEDE APPARIRE IL MAGISTRATO INQUIRENTE, CHE ENTRA IN SCENA, VESTITO DI NUOVO IN GIACCA E CRAVATTA, MA TUTTO SPIEGAZZATO E CON IL NODO DELLA CRAVATTA ALLENTATO )
IMI
Ohh uhmmm mum mum ohh (SOSPIRA )
G ( GLI SI AVVICINA, LO SMUOVE, LO STRATTONA )
IMI
Ah eh che c’è? Stavo pensando a una relazione che devo scrivere…Mi dica pure, che c’è?
G ( FA SPALLUCCE, ALLARGA LE BRACCIA, FA SPALLUCCE )
IMI
Che c’è allora? Mi dica!
G ( INDICA IL LUO OROLOGIO, POI LA BOCCA CON IL GESTO DEL CIBO )
IMI
Ehhh! Deve andare a mangiare! Ho capito!! Ma un momento…Un momento, fermi tutti, aspetti…Aspetiii! Ma non mi dica che è già ora di pranzo?
Come sì?!? ma dai, daiii!?! Aspetti, aspetti, aspetiiiii!
Devo assolutamente mandare un report, via fax, urgentissimo.
G ( FA ESPRESSIONE STUPITA )
IMI
Come embè? Embè, la devo ancora scrivere! Ma nu ce problema, ce l’ho tutta qui nella capoccia! Ora gliela detto…Avanti! Io detto e lei scrive! Avanti! Suvvia, che diamine!
G ( SI SIEDE SBUFFANDO ALLA SCRIVANIA )
IMI
Poi va di là, la fa battere in segreteria, controllando che sia tutto esatto come ora io le detto e infine la fa manda via fax a questo numero…Ora lo mettiamo subito…
…Ma che fa? Spia?!?
Ma che s’impiccia?!’ Scriva, scriva!
RISERVATA PERSONALE
In merito ai procedimenti civili e penali pendenti presso questo ufficio, dopo complete e approfondite indagini, si riferisce quanto segue:
Bene Carmelo non è morto! E’ vivo…
E lotta insieme a noi!
No, ma che fa, scrive? ma no, levi, levi: e lotta insieme a noi!
Sto a scherzà…
Levato?
Continui… Bene Carmelo non è mai morto… ma che fa? Scrive?
Ma no, stavo ripetendo..
Uffààà! E daiiiii!
Riprendiamo da: quanto segue: due punti…Da questo punto…Punto, punto e virgola e due punti, eh sembriamo Totò e Peppino, e via, ma dai, daiiii!
Carmelo bene non è mai morto. E’ vivo. E’ qui fra noi.
Come accertato al di là di ogni ragionevole dubbio, sia pur in incognito, fra le perdute carte di sedicenti artisti, continua la sua pericolosa attività sovversiva di disordine elevato a sistema.
Viene dunque automaticamente a cadere la denuncia contro ignoti per presunto omicidio, ripresentata varie volte, di cui si dispone la definitiva archiviazione, per non luogo a procedere.
Si dispone altresì di conseguenza analoga archiviazione per tutti gli esposti presentati in sede civile relativi al luogo di sepoltura del su menzionato Bene Carmelo, nonché parimenti per tutte le liti pendenti per motivi ereditari, ivi compresi beni mobili e immobili.
Infine…Scriva: Infine…Va beh, dai, lasciamo stare, scriva:
Sono state però accertate dallo scrivente ufficio attività poste in essere da ambienti politici ed economici non ancora identificati miranti a screditare la carriera artistica del su menzionato Bene Carmelo, con attività denigratoria, se non addirittura di palese disprezzo, pure emarginazione, esclusione e oblio totale di ogni memoria, attività per cui si rende necessario un supplemento di indagine, potendosi ivi ravvisare reati di diffamazione, o calunnia, o, ancora, possibili interessi privati, o, peggio, manifesta inadeguatezza ai ruoli ricoperti, supplemento che con la presente contestualmente si richiede, ha scritto? contestualmente.. sì, si richiede…
data e firma…
Fatto…
Pensi, stavo per dire: me lo può rileggere?!?
Eh eh eh eh eh Ah ah ah ah ah Eh eh eh eh eh
Dia qua, rileggo io…
Uhmmmm…. Uhmmmm…Uhmmmm…
Ma sì, può andare…
Dove va? Dicevo il testo, può andare… Lei deve andare a far battere al pc e a far fare il fax…Aspetti che le metto il numero…
Ecco…
Vada, vada, vada…
G. ( PRENDE IL FOGLIO ED ESCE DI SCENA )
IMI ( RIPRENDENDO BORSA E GIORNALI )
Ecco fatto…Ma che giornata…Mi è venuto mal di testa… Beh, mo’ me lo faccio passare, devo partire…
( SQUILLA IL TELEFONO )
Pronto?
( RISPONDE MENTRE SI AVVIA VERSO L’USCITA E PERCORRE IL CORRIDOIO IN MEZZO AL PUBBLICO )
Ecchime…Ah Bonas… Ehm no..
Eh, no, nu sentivo, mo te sento…
Amur…Mon petì amur…Mai lov, amur, amore mio…
E che te devo dì? Eh, sto a partì…
So felice? De piùùùù!
Eh eh eh ah ah ah
Sto a cantà, vo senti?
Parì, camminar sulla Senna a Parì
Parì, camminar sulla Senna a Parì
eh eh ah ah
Tranquilla! Ho finito, sto a partì t’ho detto!
Eh, sto a partì…Per Orlì
eh eh eh ah ah ah ah ah ah
Va tutto bene, mon amur, proprio così
TUTTO BENE!
( BUIO IN SALA )
COLONNA SONORA
6. “Stay” – Jackson Browne
http://www.youtube.com/watch?v=aljOzYLG57A&feature=related
( PARTE PIANO, POI SI ALZA, RIMANE PER TUTTA LA PASSERELLA FINALE , E SE FINISCE, ANZI PRIMA CHE FINISCA, SI RIMETTE E RICOMINCIA )
G, INSEGUITO DA UN FASCIO DI LUCE, SALE SUL PALCO, FACENDO SEGNO AL PUBBLICO DI ASPETTARE.
POI SI APRE IL SIPRARIO, ENTRA UN CANE.
G LO RIPRENDE A LO PORTA VIA, FACENDO SEMPRE SEGNO DI ASPETTARE.
SI ACCENDONO LE LUCI.
G A UNO A UNO LEVA DUE GRANDI CARTELLI CON NOME E COGNOME DEGLI ATTORI E A UNO A UNO CEDE LA SCENA PER LA PASSERELLA DEI SINGOLI, ALLO STESSO MODO PER IL REGISTA.
INFINE LEVA UNO STRISCIONE CON SU SCRITTO:
Siamo una squadra fortissimi
E RICHIAMA TUTTI SUL PALCO
E INFINE TUTTI INSIEME ALZANO UNO STRINSCIONE – LENZUOLO CON SU SCRITTO:
Ognuno di voi protagonista come noi
E ANCORA PIU’ IN GRANDE
Grazie Siete splendidi
Category: Cultura