IL PD NON VUOLE LA CENTRALE A BIOGAS DI CAFORE: “incompatibile con il paesaggio”

| 28 Novembre 2024 | 2 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Loredana Di Cuonzo ci manda il seguente comunicato _______

CONSIGLIERI PARTITO DEMOCRATICO CONSIGLIO COMUNALE LECCE

DIFENDIAMO CERRATE. L’IMPIANTO DI BIOMETAMO È INCOMPATIBILE CON IL PAESAGGIO E L’ABBAZIA.

Il Pd insieme alle forze di CentroSinistra ha chiesto la convocazione del Consiglio Comunale per attivare una iniziativa politica di tutte le forze consiliari che avesse l’obiettivo di fermare la costruzione di un impianto di biometano nel sito indicato dai proponenti collocato a distanza ravvicinata da Cerrate, con ricadute negative su importanti strutture turistico-ricettive ed eco-gastronomiche quali, solo per citarne alcune,  tenuta Monacelli, masseria Melcarne e masseria Provenzani, in una zona già stressata nel corso degli anni dalla presenza di impianti estremamente impattanti sul territorio,  presenza che richiede di valutarne l’impatto in modo cumulativo.

Abbiamo dovuto registrare l’assoluta sordità del governo di palazzo Carafa ad ogni nostra richiesta ed in modo del tutto pretestuoso la sindaca si è sottratta al confronto ed anche a possibile intese unitarie sull’ordine del giorno da noi presentato,  che a quel punto è stato votato solo dai consiglieri di minoranza.

La destra ha ripetuto come un disco rotto che seguirà le procedure previste dalla legge, e ci mancherebbe altro, in verità si è nascosta dietro la conferenza dei servizi già convocata ma il vero obiettivo era quello di evitare l’approvazione di un indirizzo del consiglio comunale che esprimesse e facesse proprie le motivate, legittime e diffuse preoccupazioni del territorio per tale impianto.

Stiamo parlando di un impianto alimentato da sansa e letame bovino composto da 4 silos alti 15 metri con 3 lagune, veri e propri piccoli laghi, per il deposito della sanza di  20mila metri quadrati, a 500 metri dall’Abbazia di Cerrate.

Ma l’amministrazione Poli ha fatto finta di non sentire ed ha perso cosi una  occasione per dimostrare con i fatti che crede davvero nella partecipazione.

Avrebbe potuto accogliere la proposta di indire l’istruttoria pubblica coinvolgendo tutti gli attori del territorio nella discussione sull’impianto e non lo ha fatto mostrando così che la partecipazione va bene solo “a parole” per il resto si chiudono gli occhi davanti ai guasti ed ai danni gravi all’ambiente ed al paesaggio che certamente produrrà quell’impianto che il territorio non vuole e che si è visto calare dall’alto sulla propria testa.

Segreteria cittadina PD Lecce

Gruppo consiliare PD Lecce _______

LA RICERCA nel nostro articolo del 15 novembre scorso

Category: Cronaca, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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  1. redazione ha detto:

    Nuovo comunicato, a firma congiunta di tutti i gruppi consiliari di opposizione _______

    Le forze politiche di minoranza a Palazzo Carafa hanno chiesto la convocazione del Consiglio Comunale per attivare una iniziativa politica che avesse l’obiettivo di fermare la costruzione di un impianto di biometano nel sito indicato dai proponenti collocato a distanza ravvicinata dall’ Abbazia di Cerrate, con ricadute negative su una serie di strutture turistico-ricettive e della ristorazione quali, solo per citarne alcune, tenuta Monacelli, masseria Melcarne e masseria Provenzani, in una zona già stressata nel corso degli anni dalla presenza di impianti estremamente impattanti sul territorio, presenza che richiede di valutarne l’impatto in modo cumulativo.

    Abbiamo dovuto registrare l’assoluta sordità del governo della città ad ogni nostra richiesta ed in modo del tutto pretestuoso la sindaca si è sottratta al confronto ed anche a possibili intese unitarie sull’ordine del giorno da noi presentato, che a quel punto è stato votato solo dai consiglieri di minoranza.

    La destra ha ripetuto come un disco rotto che seguirà le procedure previste dalla legge, cosa del tutto scontata e naturale, sarebbe grave se così non fosse, ma in verità si è nascosta dietro la conferenza dei servizi già convocata per mascherare il vero obiettivo cioè quello di evitare l’approvazione di un indirizzo del consiglio comunale che esprimesse e facesse proprie le motivate, legittime e diffuse preoccupazioni del territorio per tale impianto.

    Stiamo parlando di un impianto alimentato da sansa e letame bovino composto da 4 silos alti 15 metri con 3 lagune, veri e propri piccoli laghi, per il deposito della sanza di 20mila metri quadrati, a 500 metri dall’Abbazia di Cerrate.

    L’amministrazione Poli ha fatto finta di non sentire ed ha perso cosi una occasione per dimostrare con i fatti che crede davvero nella partecipazione.

    Avrebbe potuto accogliere la proposta di indire l’istruttoria pubblica coinvolgendo tutti gli attori del territorio nella discussione sull’impianto e non lo ha fatto mostrando così che la partecipazione va bene solo “a parole” per il resto si chiudono gli occhi davanti allo scempio ed ai danni gravi all’ambiente ed al paesaggio che certamente produrrà quell’impianto che il territorio non vuole e che si è visto calare dall’alto sulla propria testa.

    Appuntamento domenica 1 dicembre ore 11 presso l’Abbazia di Cerrate per un sit in di protesta contro la realizzazione di quest’impianto.
    Partito Democratico
    Lecce città pubblica
    Avanti Lecce
    Coscienza Civica
    Noi per Lecce
    Sveglia
    Movimento 5 stelle
    Sinistra Italiana

  2. Movimento Regione Salento - tramite mail ha detto:

    Il Movimento Regione Salento conferma con forza il proprio no al progetto di realizzazione di un impianto di biometano in località Cafore, a ridosso di uno dei siti di maggiore valore culturale e turistico del nostro territorio: l’Abbazia di Cerrate, patrimonio nazionale sotto la tutela del FAI.

    Faremo opposizione secca e netta per due motivi fondamentali. Il primo riguarda l’impatto ambientale. La scelta di collocare un impianto industriale in un’area già profondamente segnata da criticità ambientali è inaccettabile. Il territorio nord di Lecce, che comprende i comuni di Surbo e Trepuzzi, è stato sottoposto a continui stress derivanti dalla presenza di impianti di vario genere. Questa situazione, già critica, rischia di essere ulteriormente aggravata dalla costruzione di un impianto di biometano, in assenza di studi chiari e specifici sugli effetti ambientali, come le emissioni e le problematiche legate agli odori. Inoltre, è doveroso sottolineare come questa zona abbia già pagato un caro prezzo in termini di salute pubblica, con un’incidenza allarmante di malattie oncologiche.

    Il secondo motivo di preoccupazione riguarda il danno economico e turistico. Collocare un insediamento industriale in un’area nota per la sua eccellenza culturale, eno-gastronomica e ricettiva significa colpire al cuore uno dei settori trainanti dell’economia locale. Masserie storiche come Tenuta Monacelli, Masseria Melcarne e Masseria Provenzani, simboli del turismo rurale e ambasciatrici del nostro territorio nel mondo, subirebbero gravi ripercussioni. Il rischio è ancor più ampio: un intervento simile stravolgerebbe l’identità stessa del paesaggio agricolo e culturale, minando la possibilità di continuare a valorizzare le tradizioni locali che sono il vero punto di forza del Salento.

    Come già fatto in passato, opponendoci all’impianto di biomasse previsto presso Masseria Ghetta, non arretreremo di un millimetro nella difesa del nostro territorio. Questo progetto rappresenta una scelta scellerata e miope, che metterebbe a repentaglio il nostro patrimonio paesaggistico, storico e culturale, pregiudicando il futuro sostenibile di un’area di straordinario pregio.

    Siamo pronti a combattere in ogni sede, con tutte le risorse a nostra disposizione, per impedire l’ennesima umiliazione di una terra che merita di essere rispettata, valorizzata e tutelata. Non accetteremo decisioni che ignorano la nostra storia e le nostre potenzialità, sacrificando il bene comune sull’altare di scelte industriali dannose e fuori luogo.

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