PASSA L’ISTITUZIONE DEI COMITATI DI QUARTIERE VOLUTA DALLA MAGGIORANZA DI PALAZZO CARAFA: I RAPPRESENTATI DEI CITTADINI SARANNO NOMINATI DAI PARTITI. LA PROTESTA DELL’OPPOSIZIONE

| 19 Maggio 2025 | 1 Comment

Comunicazione istituzionale del Comune di Lecce __________

L’ottava commissione consiliare Statuto di Palazzo Carafa, presieduta da Maurizio Botrugno, ha votato, questa mattina, il nuovo Regolamento dei Comitati di quartiere. E’ stato approvato all’unanimità dai presenti, con l’opposizione che ha abbandonato l’aula al momento del voto.

“I Comitati di quartiere, introdotti in Statuto da una nostra proposta di delibera consiliare, diventano finalmente una realtà – dice il sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone – Se la minoranza vorrà impedire ad una parte della popolazione di rappresentare il 40 per cento nei Comitati si assumerà una responsabilità politica di non poco conto”.

L’assessore delegato a Quartieri e Organismi di partecipazione, Maria Gabriella Margiotta, esprime soddisfazione perchè, evidenzia, “finalmente sarà possibile attivare un istituto di partecipazione così importante per il raccordo tra i cittadini e l’istituzione. Un organismo
che finalmente vede la luce dopo sette lunghi anni di immobilismo. La scelta di procedere all’elezione cosiddetta di secondo grado, dovuta all’indisponibilità di risorse a causa della manovra finanziaria di rientro che sta impegnando il Comune di Lecce,  è stata prevista dalla
legge Del Rio, approvata nel 2014 dal centrosinistra. Pertanto, ci meraviglia l’atteggiamento dell’opposizione, che ha abbandonato l’aula al momento del voto”. ____________

LA RICERCA nel nostro articolo del 3 aprile scorso

Category: Cronaca, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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Comments (1)

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  1. Italia Viva Lecce - tramite mail ha detto:

    Il coordinamento cittadino di Italia Viva Lecce critica con forza il provvedimento approvato dell’ottava commissione consiliare che modifica il Regolamento sui comitati di quartiere.
    Quello che l’Amministrazione vuol far passare come un atto che finalmente istituirà un collegamento diretto tra cittadini e istituzione, cela in realtà una grave violazione del fondamentale principio democratico del diritto dei cittadini di scegliersi I propri rappresentanti.
    Dubbi di legittimità destano tanto il procedimento di nomina dei futuri componenti dei comitati, riservato esclusivamente ai consiglieri comunali senza alcun coinvolgimento diretto della cittadinanza, quanto la rigida e precostituita determinazione delle percentuali riservate a maggioranza e opposizione rispettivamente del 60% e del 40% in tutte e undici i comitati di quartiere; determinazioni che rappresentano plasticamente l’arroganza politica dell’attuale governo cittadino nell’amministrazione del bene comune.
    In pratica, ideati come strumento di partecipazione e collaborazione apartitica tra cittadinanza e amministrazione, la decisione adottata in commissione rischia nei fatti di trasformare I comitati, nella migliore delle ipotesi in un inutile duplicato a livello rionale delle compagini già presenti in consiglio comunale, nella peggiore in un bacino a cui attingere alle prossime elezioni.
    Infine, ai componenti della giunta che hanno impropriamente richiamato l’elezione di secondo grado introdotta dalla cd legge Delrio per giustificare la vergogna posta in essere, si suggerisce un’approfondita rilettura delle norme richiamate.
    La normativa nazionale, pur non prevedendo il coinvolgimento diretto della popolazione provinciale, garantisce tuttavia una scelta democratica dei suoi rappresentanti attraverso il coinvolgimento di una platea numerosa e composita di elettori (costituita dai sindaci e consiglieri di TUTTI I comuni della provincia) che consente il rispetto di regole democratiche profondamente diverse da quelle escogitate dall’attuale Amministrazione.
    Legittimare, attraverso disposizioni regolamentari, la cooptazione e successiva elezione dei membri dei futuri comitati da parte degli stessi consiglieri comunali non solo deroga ai fondamentali principi democratici, ma rischia di minare la già precaria volontà popolare a prendere parte con senso civico alla vita pubblica cittadina e, più in generale, a quella del Paese.

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