NOVITA’ EDITORIALI / ESCE “Poesie della vicinanza”, DIARIO IN VERSI DI MAURO MARINO DAL 2020 AL 2024
(g.p.) ___________ E qualcosa rimane, fra le pagine chiare e le pagine scure. Pure fra le SPAGINE, IL servizio editoriale a sostegno dell’attività degli autori dell’Associazione Fondo Verri Presidio del Libro di Lecce.
Tutte sue creature.
Di Mauro Marino, che alla casa editrice Spagine ha affidato quest’ultima sua raccolta, “Poesie della vicinanza” (144 pagg. – 10 euro – con note di Milena Magnani – da richiedere a Lecce alla libreria Palmieri, oppure direttamente all’autore), dal sottotitolo ancora più esemplificativo “Diario dei giorni 2020 – 2024”.
Mauro Marino, di Lecce, 69 anni, poeta, attore e autore teatrale, giornalista, saggista, editore, infaticabile animatore culturale, aveva detto di sé:
“Il Novecento l’ho vissuto per metà, ma lo porto in me, intero. Gli anni del sorriso mi hanno visto bambino, nell’innocenza del Salento; gli anni della paura mi hanno fatto persona, tanto da aver timore di non farcela per il venire del Duemila, traversare quella soglia è stato un dono e molto è venuto. La strada, la scuola; la porta aperta, la norma delle pratiche sinora create. Poesia viva, da persona a persona, quello il fronte preferito, atti di costruzione, minimi a volte per una semina non sempre riuscita. Qui c’è il sentire trattenuto, ciò che è rimasto al lato, sul margine a nutrire il diario dei giorni”.
Eccoci. Qui gli ultimi aggiornamenti, di quattro anni, seguito sia pratico, sia ideale della precedente raccolta “Di politica e d’amore“.
E di cultura, che con la politica e l’amore sono le sue passioni:
“Qualcosa si perde
molto viene in dono.
Quel dono sta nel poco
che ogni vita custodisce
che solo l’incontro
svela nel suo Intero
nella sua Unicità
nel suo essere Seme di Cultura”.
Seme di cultura, prima e più di tutto il resto, del poeta, egli è, e poi no, non è poeta lirico, Mauro Marino, come egli stesso spiega, un po’ piccato, in una delle sue poesie di questa raccolta, in risposta a chi lo aveva criticato, chiedendogli conto di questo.
Eppure, proprio quando il verso perde quota e sembra poter precipitare in un tono prosaico, ecco, arriva la limpida meraviglia di un delirante fermento, arriva l’invenzione lirica, arriva l’equilibrio stilistico fra le discese ardite e risalite.
Poesie tutte da leggere, rileggere e meditare, qualunque sia l’occasione da cui sono scaturite, oppure i motivi o i personaggi da cui sono state ispirate.
Una chicca?
Ce n’è una pure per il sindaco Adriana Poli Bortone.
Siccome sempre in questa raccolta, ma in separata sede, Mauro Marino aveva scritto, parlando in generale dei suoi contenuti
“Qualcuno mi toglierà il saluto
qualcuno l’ha già fatto”
mi era venuta la curiosità di sapere se i due si salutassero e al volo l’ho chiesto a lui. “Sì, certo!”, è stata la risposta.
Di certo, questo componimento, di Mauro Marino, dall’emblematico titolo “Leggo: c’è il sole oltre le nuvole” è un esempio stupefacente di impegno civile esercitato sull’attualità contingente, dal respiro profondo, capace di fare in poche battute la sintesi efficace e chiarificatrice di cosa sia successo a Lecce città negli ultimi decenni. In versi, eh!?! Mica con una trattazione sociologica.
Comunque, mi sa che adesso c’è il rischio che prevalga la prima ipotesi.
Tanto per fare