IL PRANZO DELLA DOMENICA / ‘VADO A VIVERE IN CAMPAGNA’ E IVAN RAGANATO NE RACCONTA CROCI E DELIZIE

| 8 Giugno 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo __________

Oltremodo difficile riuscire a conciliare gli impegni di Ivan Raganato, eclettico artista in giro per il mondo… Che, peraltro, ci confessa:

“A tavola ci starei sempre, se solo il tempo e la bilancia me lo permettessero. Il mio menù ideale? Profondamente salentino, ma con variazioni personali, nate dalla mia creatività o rubate qua e là da altre tradizioni culinarie.

La pasta è il mio grande amore, non solo da gustare ma anche da cucinare con passione. Niente pesce, niente frutti di mare, carne solo se si tratta di petto di pollo, ma che almeno sia accompagnato da un’insalata formato giungla, altrimenti è troppo triste. I formaggi sono la mia rovina: più puzzano, più li adoro. E i legumi? Una devozione totale, soprattutto i fagioli, anche se quelli di mia nonna avevano qualcosa di irripetibile. I dolci sono la mia tortura: vorrei evitarli, ma loro non vogliono evitare me.

Alterno la passione per la tavola con il digiuno intermittente, più per necessità che per scelta. In realtà, per compensare davvero, servirebbe qualcosa di più drastico… tipo il letargo!”.

«Attualmente vivi in questa bellissima casa. L’hai realizzata a tua immagine?»

«Dopo il lockdown, vissuto come una detenzione forzata nella mia casa al centro storico di Copertino, ho deciso di cambiare vita. Il risultato? Una casa di campagna immersa nella natura, dove il tempo sembra scorrere diversamente. Due enormi vetrate in sala da pranzo mi permettono di vivere la natura in ogni stagione e con qualsiasi tempo. E, dalla primavera all’autunno inoltrato, la casa si trasforma in un regno dell’aria aperta, con angoli relax e innumerevoli postazioni per mangiare. Perché la priorità, si sa, è sempre quella.

La vita in campagna è meravigliosa… Almeno fino a quando non ti accorgi che l’erba cresce più veloce di quanto tu riesca a tagliarla, che gli insetti si sentono i veri padroni di casa e che, se sbagli la gestione del camino, rischi di affumicare l’intero salotto. Ma ho fatto pace con tutto questo: qui mi rigenero e mi ricarico per affrontare le mille sfide del mio lavoro.

A tenermi compagnia in questo eremo ci sono due coinquilini a quattro zampe: Tin, un gatto trovato una sera in fin di vita e adottato senza pensarci due volte, e Ros, una cagnona buona, ma dal carattere fiero, che ancora non ha deciso se accettare la presenza del nuovo arrivato, o vendicarsi per l’invasione felina. Per ora lo rincorre, lui fugge, e il vincitore è sempre Tin, che più che un gatto sembra una volpe».

“Campagna, allora… vita rustica e solitaria a contatto con la natura. Hai scelto bene…”

«A chi mi chiede se vivere in campagna da solo sia una scelta di pace, rispondo con una risata. La natura è meravigliosa, sì… Ma provateci voi a mantenere l’ordine in un posto dove ogni giorno la vegetazione tenta di reclamare il suo dominio, i gatti si arrampicano ovunque e i cani reclamano la loro dose quotidiana di coccole (ma solo quando decidono loro). Eppure, tra il cibo, il teatro e la natura, ho trovato un equilibrio tutto mio. Magari un giorno scriverò una commedia su questa folle avventura… A patto di non essere troppo impegnato a cucinare, recitare o lottare contro le zanzare!»

“Come dessert per questo non-pranzo della domenica, dicci qualcosa della tua attività…”

Ivan sorride e poi ci porta in una stanza con una tavola imbandita con ogni ben di Dio.

«Credevi che ti avrei lasciato a digiuno? L’ospite è sacro, accomodati e buon appetito. Ti sintetizzo in due parole cosa faccio:

Le mie giornate iniziano con la registrazione di audiolibri per il Centro Nazionale del Libro Parlato e il Centro Regionale Audiolibro Puglia. Poi ‘ho Teatro’, come dico sempre: Scena Muta, l’associazione che ho fondato nel 1990 e che quest’anno festeggia 35 anni di attività.

Insegno recitazione, provo spettacoli e adatto testi da libro a copione. Attualmente ho più di cinque copioni da studiare, come attore e come regista. A volte li trascrivo, a volte li imparo a memoria, a volte ci parlo come se fossero esseri viventi»

Nella sala irrompe un bel gattone che sembra una volpe e ne approfittiamo per rimpinzarci, sotto lo sguardo benevolo di Ivan, il nostro ospite de ‘Il pranzo della domenica’.

____________

( 55 ‐ continua )

Category: Costume e società, Cultura

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.