LE TESTIMONIANZE DI FEDE IN PUBBLICO DI MARIA RAFFAELLA SANTORO

| 24 Giugno 2025 | 0 Comments

di Cristina Pipoli ____________

MARIA RAFFAELLA SANTORO INIZIA A PRESENTARE IL SUO LIBRO CON UN PUBBLICO CALOROSO. “DALLA LUCE AL BUIO E…RITORNO” UN’ESPERIENZA DI VITA DA RACCONTARE PER AIUTARE LA SOCIETA’ A RIPRENDERE AD AVERE IL CONTATTO CON LA FEDE.

“Sono rimasta molto colpita dalla partecipazione e dall’emozione che si sentiva, quasi si percepiva fisicamente era  molto bello quello che ho provato. Sono stata contenta anche per  il fatto che hanno partecipato persone e amiche che erano già state coinvolte in altre presentazioni. Questo in qualche modo mi fa capire l’affetto che io ho intorno, delle persone che mi vogliono bene e sicuramente mi dà gioia carica e tanta voglia di fare.”

D-Il 16 giugno ha presentato a Roma, presso il Centro Assistenza Sociale e Culturale della Banca d’Italia, il suo libro “Dalla luce al buio e…ritorno”. Vuole raccontarci la sua esperienza con il pubblico?

R-“Il pubblico era molto caloroso, formato soprattutto da persone che conosciamo sia io che mio marito. Insieme abbiamo fatto diversi inviti. Sono rimasta sorpresa perché sono arrivati anche amici che non mi aspettavo, l’accaduto mi ha mi ha riempito il cuore di gioia. Tra l’altro è venuta con me Paola una mia carissima amica che è come una sorella per me.

In molti mi hanno chiesto quanto tempo sono stata in coma, ho risposto loro che è durato due mesi e che quando mi sono svegliata  non  capivo quello che era successo. Non credevo neanche di avere delle difficoltà a camminare a parlare o a muovermi, l’ho scoperto successivamente in modo alquanto doloroso. Scoperta che ho raccontato leggendo  il paragrafo che riguarda la mia evasione dal letto”.

Un pubblico caloroso è quando fa domande mirate per capire di più sull’autore. Il gruppo che ascolta la presentazione di un libro è utile, quando diventa uno strumento di promozione; la notizia del libro si diffonde subito, una parola positiva aiuta il passaparola. La voce piena di felicità è quella che mi mi ha trasmesso Maria Raffaella Santoro, soddisfatta della sua ultima presentazione.

La gente era molto interessata, per lei ciò è stato il motore che ha dato vita alla serata. Grazie alla riuscita di una buona presentazione viene evidenziata la differenza tra un semplice evento condiviso e informativo in un’esperienza memorabile. Raffaella ci insegna tanto con il suo atteggiamento e con il suo vissuto. Quando le persone presenti in una sala, vogliono sapere di più sul volume, volendo approfondire e capire concretamente chi è l’autore; viene evidenziata la differenza. Perché un conto è solo acquistare il manoscritto, un altro è la motivazione del suo acquisto associato a un’attenta lettura dopo aver capito il motivo del perché nasce.

D-Può raccontarci cosa ricorda e come stava vivendo quando si è svegliata dal coma?

R-“Io ero sempre a letto, c’erano delle sbarre che mi impedivano di alzarmi. Non sapevo che erano state messe perché era pericoloso per me camminare da sola. Non sapevo che non  riuscivo a muovermi e a camminare. Non avevo più  la forza nei muscoli e l’ho capito a mie spese quando ho provato a evadere dalla branda non abbassando le sbarre perché quello era impossibile ma provando a scivolare attraverso esse, cosa che mi fu possibile in quanto ero diventata magrissima.

Ebbene è stato quello il momento in cui ho scoperto che non avevo più la forza di stare in piedi dopo due mesi di coma. Infatti con rammarico sono rimasta sul pavimento incapace di alzarmi finché non sono venuti a salvarmi”.

D-Quale discorso ha affrontato con il pubblico il 16 giugno?

R-“Da premettere che io credo nella vita e credo anche nel suo valore anche quando c’è una disabilità. Il motivo di questo incontro era proprio quello di sottolinearne l’importanza in ogni momento, in ogni situazione senza perdere la speranza, senza perdere il desiderio di provarci o di  mettercela tutta per uscire fuori da qualunque limitazione. Difatti poi ho sottolineato come, nella mia disabilità ho scoperto un’apertura di nuove aree cerebrali. Nel risveglio e nel percorso di riabilitazione che ho fatto, questo nuova consapevolezza in me si è fortificata. Nell’incontro ho sottolineato il valore dell’esistenza perché mi hanno chiesto insomma se il modo di vivere con disabilità, come era il mio in quel momento, poteva in qualche modo essere considerata una menomazione”.

E’ molto interessante la riflessione che emerge dalle parole di Raffaella, esse portano a una maggiore consapevolezza sulla inclusione sociale, al sostegno della persona. Ogni persona, indipendentemente dalla sua condizione, ha il diritto fondamentale di vivere. Le persone con disabilità devono essere trattate con rispetto e dignità, anche loro sono membri della società. La società deve superare ancora molti stereotipi, e deve capire che loro per primi hanno tanto da offrire a essa. Non è la condizione di disabilità a definire il valore di una persona, è importante sensibilizzare e fare leva sull’impegno collettivo per creare una comunità più inclusiva.

D-Dal punto di vista medico le è stato detto qualcosa sullo sviluppo di questa nuova fase creativa della sua via dopo il coma?

R-“La Dottoressa Angela Marchese che era presente all’incontro del 16 giugno; ha sottolineato che a volte durante il coma il cervello può può aprire nuove aree celebrali e quindi a me si è aperta l’area cerebrale probabilmente della creatività sia per quanto riguarda saper creare i bijoux ma anche la creatività nel senso della scrittura tanto che  poi io ho scritto il mio attuale libro. Ho scoperto di saper fare qualcosa che non credevo come creare delle degli orecchini e delle collane, era sempre stato un mio desiderio ma non ero stata mai capace di poterlo realizzare. Invece durante il percorso di riabilitazione, e grazie a esso, ho scoperto  di avere anche questa dote”.

Il coma può portare a cambiamenti neurologici e cognitivi, spesso può portare a gravi condizioni mediche e a problemi di salute. È meraviglioso sapere che nel caso di Raffaella Santoro, la quale affrontando prima la luce, poi il buio per poi ritornare, si sia sviluppato in lei un carisma artistico. È un secondo miracolo nel miracolo principale, il primo quello del risveglio, l’altro è stato ambulante perché si è ripreso velocemente e ha dimostrato di avere nuove abilità.

D-Ci saranno altre presentazioni del suo libro?

R-“A fine settembre o inizi ottobre, è prevista a Napoli presso la bibliomediatica “Ethtos e Nomos” in via Bernini. La data è ancora da confermare”.

Category: Cultura, Eventi, Libri

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