“Temporalità” DI NINOTCHKA, DISCO DI UNA BELLEZZA SFINENTE

| 30 Giugno 2025 | 0 Comments

di Roberto Molle __________

Ieri notte ho saltato il concerto dei Tre allegri ragazzi morti a Corigliano. Aspettavo da tempo l’occasione di sentirli dal vivo e scriverne, adoro il loro ultimo album “Garage Pordenone” e stimo la band da sempre.

Non ci sono andato al concerto perché non me la sono sentita. Vivo in periferia a due passi dalla statale 274, quella che collega Gallipoli a Leuca; di fronte casa è campagna a perdere, di solito si vedono i bagliori delle città a un tiro di schioppo, a sinistra Casarano, leggermente a destra Taurisano, poi Presicce e Specchia, fino in fondo, un po’ smorzate le luci di Alessano.

Ieri notte no, solo roghi, a perdere. Il vento forte di tramontana si è fatto complice di un’umanità impazzita che nelle sue molteplici sfaccettature si declina anche attraverso il comportamento di individui che si piegano all’impulso vigliacco e incomprensibile di “appiccare fuoco” dappertutto.

Sono restato in giardino fin quasi l’alba poi ho desistito e sono andato a dormire. Qualche ora dopo, le finestre aperte, il vento che s’incunea, l’esile tregua dal caldo accompagnata dalla voglia di ascoltare un po’ di musica per riappacificarsi col mondo.

Scelgo un disco che per me è come una reliquia: “Temporalità” di Ninotchka.

Lo ascolto e mi rendo conto (per l’ennesima volta) che è di una bellezza sfinente. Non l’ho mai recensito perché quando l’ho scoperto era già uscito da qualche anno; per i tempi veloci che viviamo tutto deve nascere, crescere e morire nel minor spazio di tempo possibile, come se la bellezza non debba restare eterna. Ma chi se ne importa, per me le cose belle non scadono mai, neanche la musica bella.

“Temporalità” è un concept senza esserlo realmente, forse sarebbe più giusto definirlo un concept d’intenti. “Ninotchka” è fondamentalmente Mimmo Pesare. Mimmo Pesare è praticamente mille altre cose: autore, musicista, producer, dj selector, docente universitario, membro fondatore della Nos Records (una delle etichette più interessanti della scena pugliese), insomma tanta roba.

Più correttamente, “Temporalità” è una dimensione spazio-tempo riempita dell’effervescente universo di Mimmo. Dentro ci sono i sussulti tardo adolescenziali trip-hop dei Massive Attack filtrati dalla fumosa Bristol alla più umorale e confidente Taranto, le visioni post-punk immortalate nell’iride ombrosa dei Joy Division alla corte della Factory Records, l’afflato lirico dei testi e delle multiformità vocali polarizzate attorno a tutta l’opera.

L’album si apre con le parole dello psicanalista francese Jacques Lacan: “Dico sempre la verità, non tutta la verità: perché non possiamo dire tutto. Dire tutto è materialmente impossibile, sono le parole che mancano” (Lacan fa parte di alcuni studi e del lavoro in ambito universitario di Mimmo Pesare), poi una sequenza cadenzata quasi math di campionamenti che regalano brividi di nostalgico trip-hop.

Va detto da subito che l’autore oltre ad aver scritto e arrangiato i brani, suona un po’ di strumenti dappertutto (basso, rhodes, synth, loops, chitarre, drumming), coadiuvato da ottimi comprimari.

Mare crudele” è un inno civile che affonda l’ispirazione nel dramma delle migrazioni (discriminate da un popolo che esso stesso ha migrato per generazioni). Le parole sono pungenti e arrivano dirette al cuore, affidate alla singer internazionale Georgianne Kalweit (già con i Delta V e altri progetti e collaborazioni, tra cui Cesare Malfatti dei La Crus).

Un brano che mi tocca molto è “Scegli”, affidata alla voce di Gianluca De Rubertis (StudioDavoli e Il Genio), un ritratto allegorico e impietoso del self mad man della porta accanto. La title track “Temporalità” sgorga dalla voce calda di Giorgio Consoli (attore e performer), complice di Mimmo anche in altri progetti artistici (tra cui “La follia e il suo doppio”, reading musicale per Franco Basaglia). Loop sequenziati e un “parlato” già caro ai fans dei Massimo Volume introducono “In nessun posto”, un brano dal testo introspettivo snocciolato dalla voce carismatica di Emidio Clementi.

La scelta degli Haiku è da tempo stata introdotta da alcuni musicisti per inserire nella loro musica messaggi misteriosi o subliminali. “Haiku n.1” è suggestivo, delicato, profondo. Cullato da suoni ondulati accompagna la voce sognante di Miss Michela Giannini (storica voce della band leccese Insintesi); “Haiku n.2” è più inquieto e surreale, l’atmosfera si oscura e Giorgio Consoli a un certo punto quasi sussurra attraverso un respiro poetico.

È ancora Consoli ad avere l’affido dei versi di Mimmo Pesare in “Cosa comincia”. L’incipit è il trailer di un film che l’ascoltatore più farsi nella testa giocando tra i suoni assemblati da un synth gentile, un drumming leggero e il recitato sornione di Giorgio Consoli. Il disco si chiude con una delicata reprise di “Scegli”.

Che dire? “Temporalità” è un progetto ambizioso che si nutre di una sopraffina ricercatezza dei testi e dei suoni che devono tributo a certe atmosfere elettroniche anni Novanta. Con una regia magistrale nel dosare gli interventi degli ospiti e nel calibrare i registri sonori, Mimmo Pesare ha dato vita a una bolla dentro cui ha cristallizzato il suo modo di intendere la musica, mettendoci dentro anche le sue passioni, la sua visione, le sue aspettative. 

Ho in mano il vinile e la sua copertina non smette di affascinarmi: nera, con un chiaroscuro che incornicia due amanti che si baciano. Delicatamente retrò e profondamente moderna, questa è la musica di NInotchka.

p.s. “Temporalità” è stato mixato da Marco Ancona, storico nome della scena alt-rock pugliese (Bludinvidia, Fonokit).

Category: Cultura

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