MYRIAM PALA: DI TERRA, DI MARE, DI ERBE E DI LEGGENDE COME STRUMENTI DI CURA

| 26 Agosto 2025 | 0 Comments

di Cristina Pipoli ___________

“Voglio ringraziare di cuore Cristina Pipoli per il supporto costante. Ringrazio LecceCronaca.it per avermi dato nuovamente l’opportunità di raccontare il mio percorso e la bellezza della tradizione sarda. Grazie a chi legge, sperando di trasmettere un po’ della magia e della saggezza della nostra terra”.

Myriam Pala parla di terra, di mare, di erbe e di leggende come strumenti di cura.

D- Le sue antenate le raccontavano leggende o racconti sardi?

R- “Sì, parenti di sangue e non di sangue diretto (i nonni, zii diciamo adottivi, perché certi tipi di insegnamenti è anche possibile passarli attraverso altre persone che non per forza sono della tua stessa famiglia di sangue: ci sono delle eccezioni importanti). E questi racconti non sono solo Sardi. Mi hanno trasmesso anche leggende e racconti del Mediterraneo. Ho avuto dei bravi maestri: mi hanno trasmesso non solo racconti e leggende, ma anche la pratica del sentire profondo verso la natura e gli spiriti che ci circondano in ogni forma”.

È molto placata la voce di Myriam, quando si racconta e descrive della sua terra, arriva tutto il fascino dell’isola. La Sardegna ha delle leggende che si tramandano di generazione in generazione. E lei, bella come il sole riesce a farci conoscere il folklore isolano. Perché Myriam è intensa come la terra sarda.

D- Qual è il prodotto tipico della Sardegna?

R- “La Sardegna ha tanti prodotti tipici, ma più che al cibo io penso subito al Pane Carasau, al formaggio Pecorino, al Miele di Corbezzolo e al Mirto. Sono prodotti che non nutrono solo il corpo, ma raccontano una storia: quella della resilienza, della forza e della dolcezza della mia terra”.

Arriva nel cuore la dolce melodia che Myriam canta e suona, arriva anche a tavola. Il Pane Carasu infatti è conosciuto anche come “carta musica”, perché quando lo mastichi è croccante, il nome “carasau” deriva da “carasare” e significa tostare.

Myriam è la voce delle sue antenate, delle donne sarde, quando racconta immagino il rito comunitario ma anche famigliare che si svolgeva durante la preparazione del pane, questo procedimento venia chiamato “sacotta”. Le sue origini risalgono all’Età del Bronzo. La storia insegna che veniva usato, in un tempo molto lontano come elemento base sulle tavole sarde e come merce di scambio per prodotti come ricotta e olio.

D- In che modo la sua terra influenza positivamente quando svolge i suoi lavori al pubblico e ai gruppi?            

R- “Attraverso i miei lavori al pubblico e con i gruppi, facendo laboratori e seminari nell’arco dell’anno, noto anche l’aiuto da parte dello spirito della terra stessa, perché anch’essa si sente parte di ciò che faccio e di ciò che porto. Il paesaggio, le rocce, il vento, il mare, il silenzio e i profumi diventano un’energia che porto con me anche quando lavoro lontano fisicamente. È come se la mia terra respirasse attraverso me, ma questo lo sento anche per tutta la terra in sé, che sia Italia, Sicilia, Sardegna. Il paese è un grande spirito che ci accompagna e durante ciò che faccio nei miei lavori influisce in silenzio e con delle armonie di fondo, aiutando le persone verso un contatto più profondo e un ascolto con sé stesse.

D- Utilizza il mare con il suo suono e i suoi colori per curare le persone?

R- “Sì, mi faccio aiutare anche dal mare e dall’acqua di vari luoghi. È uno dei miei alleati più grandi, con il quale ho avuto i miei primi contatti da piccola e le mie prime esperienze spirituali. Il suo suono porta rilascio, i suoi colori infondono calma e la sua vastità apre il cuore. Ci sono infatti dei lavori che eseguo con gli elementi, tra questi anche l’acqua in periodi dell’anno.

Ogni elemento naturale è diverso e lavoro con ciascuno in base alla sua natura e armonia di fondo: quindi delle volte cambiano anche gli strumenti che io utilizzo per lavorare su di me e con le persone, in base anche al tipo di gruppo con cui mi ritrovo a lavorare e al sentire dell’elemento predominante con cui si andrà a lavorare. Il mare e l’acqua dei fiumi insegnano a fluire e a lasciare andare ciò che non serve più, purificano, rilasciano e proteggono: proteggono se in preghiera lo si richiede, come ad una dolce madre che culla il suo bambino. La Sardegna è immersa nei suoni e nei profumi del Mediterraneo. Il mare è ricco di oligoelementi e di sali minerali, la terra consente di fare talassoterapia.

D- Usa anche le erbe sarde per aiutare?

R- “Sì, anche. Solitamente uso le classiche erbe che fanno parte del mio percorso, altre volte utilizzo oli, oleoliti sardi e officinali, ma mi baso molto sul bisogno del momento. Anche a livello territoriale, la Sardegna ha un patrimonio unico di piante spontanee che custodiscono saggezza e potere curativo. Le utilizzo nelle fumigazioni, nei rituali sonori e anche in semplici consigli quotidiani per riequilibrare corpo e spirito”.

D- Quali sono le erbe curative che crescono in Sardegna?

R- “Le erbe sono tantissime, ma alcune sono davvero speciali. Il mio preferito è l’Elicriso, che è il respiro del sole; il Lentisco, pianta di forza e protezione; il Mirto, che purifica e rigenera; la Salvia, che porta chiarezza e visione; il Rosmarino, che sostiene la memoria e l’energia vitale; la Lavanda, che purifica e crea equilibrio. Sono doni preziosi che la nostra terra ci offre da millenni. In Sardegna non abbiamo solo la classica pianta officinale, ma una straordinaria biodiversità di sottospecie della stessa pianta. Esempi delle specie e sottospecie di piante presenti sull’isola:- 5 tipologie di Rosmarino- 2 tipologie di Mirto- 3 tipologie di Salvia- 5 tipologie di Elicriso- 4 tipologie di Lavanda Per concludere: in Sardegna non esiste una sola tipologia di pianta aromatica e medicamentosa, ma più specie e sottospecie della stessa famiglia. La specie è la stessa, ma la terra dà vita a diversi chemiotipi, ognuno con una personalità aromatica e terapeutica particolare”.

Category: Costume e società, Cultura

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