IL PRANZO DELLA DOMENICA / A CASA DI CORRADO VECCHIO E LA SUA FAMIGLIA

| 21 Settembre 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo ____________

Ci sono proprio tutti, oggi, a casa di Corrado Vecchio a Melendugno: oltre a lui, la moglie Rita, i figli Daniel (frequenta il Palmieri e studia pianoforte), Soraya (rigorosamente con la ‘y’, sennò sclera, ci avvisa il padrone di casa, sorridendo. E aggiunge: “Scuola media e ginnastica artistica”) e le gatte Maya e Cleopatra.

«Che ti devo dire, caro Raffaele, ormai sai tutto, o quasi di me: della mia passione per il mare e per la vela, della mia voglia di leggere e scrivere e, a proposito, il mio romanzo storico preferito è “La seconda vita” di un certo Corrado Vecchio (tra l’altro, a parte l’intreccio narrativo, credo possa utile per comprendere la storia dei nostri luoghi, antichissima e medievale) e che mi piace suonare la chitarra con amici, con preferenza per quel genio di Pino Daniele. Ero un velista e spero in un revival. Ah, dimenticavo: in famiglia prediligiamo uno stile di vita (più che una dieta) povera di carboidrati e zuccheri, e quindi i sani piatti a base soprattutto di pesce, verdure, carne buona e piatti proteici, anche se, su di me, non si vedono i risultati. Infine, mi piace la poesia fino al punto di praticarla, ma non sta a me giudicare il risultato».

Corrado è un ottimo affabulatore: comincia adagio ma va rinforzando la sua verve col progredire del discorso, sino a sommergerti con la sua tradizionale e forbita prosa da avvocato…

Già, perchè Corrado è anche un ‘principe del foro’ e non è facile, vedendolo all’opera,  considerare che è lo stesso uomo che conosciamo come poeta e scrittore. La domenica, poi, lo incontriamo alla messa delle 10, un appuntamento che si rinnova piacevolmente di settimana in settimana…

«Adesso basta, mangiamo» ci intima benevolmente, invitandoci a degustare le prelibate vivande che ci ha preparato la moglie Rita: su tutte troneggia la grigliata di verdure fresche.

Autore di un romanzo chiaramente autobiografico (Il filo di Teseo) il nostro avvocato pare tuttora immerso nei suoi sempiterni dubbi esistenziali ed etici…

«Dopo, però, ci fai ascoltare un brano alla chitarra ed una tua poesia…» gli chiediamo. Bisogna sempre unire il sacro al profano, pensiamo. E ci pare che lui abbia perfettamente intuito il nostro pensiero.

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( 70 ‐ continua )

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Category: Costume e società, Cultura

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