NOVITA’ EDITORIALI / ESCE “Altra terra altra luna”, NUOVA RACCOLTA DI POESIE DI ANTONIO NAHI: SORPRENDENTE
di Raffaele Polo ____________
Ci imbattiamo piacevolmente nell’ultima fatica letteraria (fatica? Ci pare che l’autore sia sempre molto allenato e consapevole che la Poesia ripaga sempre…e non è fatica) di Antonio Nahi che, ormai, è facilmente riconoscibile tra le più importanti voci liriche salentine (vorremmo dire di più, ma qui ci rimarca connotare quel ‘Salento’ che si riscopre, proprio grazie a figure come il Nostro, come ottima e prolifica terra di Poeti) e, nonostante ciò, non finisce di stupirci, indicandoci vie nuove e soluzioni sempre più affascinanti per muovere sentimenti e nostalgie.
Ed è proprio la rarefatta atmosfera che questo Poeta sa ceare con i suoi versi, che rende il suo messaggio facilmente identificabile ancorchè…
Ancorchè sin dall’incipit, Nahi ci sorprende, adombrando nel titolo l’immortale ‘Altre voci altre stanze’ di Truman Capote. E se là la prosa riesce a creare un’atmosfera di isolamento e decadenza, qui si staglia nitidamente il procedere delle scelte poetiche di Nahi, instancabile bodiniano che aggiunge, da par suo, connotati ancor più vicini alla nostra realtà dove i mali e la negazioni hanno un nome ben preciso, come la xilella oppure come, argutamente e con riuscite perifrasi, si accenna a malesseri tecnologici che vengono dal mare, da lontano…
E poi, quella gemma che viene abilmente occultata nella raccolta: mi riferisco a ‘Mutus dedit nomina rebus’, dove una locuzione latina (Mutus dedit nomen cocis) veniva usata per un interessante trucco di magia con le carte, che ci inorgogliva da ragazzi perchè serviva soprattutto a meravigliare gli anziani sprovveduti che non si capacitavano che si potesse ‘indovinare la carta ‘ in quel modo…
Nahi ci esibisce questo ricordo, ma lo utilizza da par suo, con una giravolta poeticamente validissima, sottoponendoci l’idea che sia la nostra’ terra del rimorso dove/ i muti hanno dato il nome alle cose/ meglio è lasciarla per non soffrire/ o meglio è soffrire per non lasciarla/ ma come non amarla non seppi mai.’ (Per chi ama stili, stilemi e trovate versificatrici: si noti questo elegante concludere con iterazione in negativo, quel ‘ non amarla non seppi mai’ che, da solo, vale l’intero brano…)
Il volume, edito da ‘Il Salentino Editore’, nella collana ‘Radici’, è impreziosito dalle ‘Note di Lettura di Antonio Prete’ inviate con e-mail del 26,1,23, ore 14.01 e dalle Note dell’Autore, tratte da Ermeneutica di Altra Terra Altra Luna del 28 settembre 2024 e dalle Recensioni di Anna Leone (Trasm. Messenger, 14 sett.2023, ore 23,17 e Zerho Negativo – Sito di Arte & Scritture, febbraio 2025) e suddiviso in due corposi capitoli: Nelle scaglie del geco e Altra Terra Altra Luna.
Sono in tutto quarantadue momenti poetici e cercherete con impazienza perchè si sia scelta l’indicazione pedissequa del momento preciso dell’invio dei messaggi telematici: ci pare di intravedere il sorriso sornione di Antonio Nahi che, con il ciglio leggermente aggrottato, ci risponde che
‘Tiranno è il tempo se d’anni/ ci consuma. Questo desiderio/ come nebbia si diradi e riveli/ che nulla può esserci di serio’.