PER UN PINO ABBATTUTO A MELENDUGNO (PENSANDO PURE AI TANTI RECISI A LECCE)

| 10 Ottobre 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo ___________

Mescolata tra fantasia e realtà, la cronaca spesso ci presenta episodi significativi e che ci sorprendono. Oggi, per esempio, è arrivata una comunicazione, al mio indirizzo telematico (ormai lettere e francobolli sono in via di estinzione) accompagnata da una immagine allegata, che propogo:

Caro pino,

 questa mattina  non sono riuscita a salvarti dalla scure che  ha devastato la tua bellissima e folta chioma, avrei forse dovuto incatenarmi al tuo robusto e secolare tronco, ruvido ma espressione di vita vera, fermo sulle tue radici,  pervicace dinanzi alle intemperie, ma che nulla ha potuto fare dinanzi all’insensibilità degli umani.  E sì: gli umani,  che si definiscono baluardo della biodiversità, che insegnano ai loro cuccioli (che chiamano bambini) a difendere l’ambiente e  che si commuovono dinanzi ad un fiore che sboccia, o  a un cucciolo di gatto che nasce, ma che poi fanno poco, anzi quasi niente per preservare animali e piante. Mi dispiace pino, amico caro,  non potrò più sostare all’ombra della tua chioma intrisa di profumi inebrianti,  di resina;  al tuo posto verranno piantati altri alberi, tutt’altro che  simbolo della macchia mediterranea; cosa mai può essere  infatti  un esile albero di pepe originario dell’Asia, che per quanto dignitoso nulla può  dinanzi alla maestosità di un poderoso pino?

E’ ancora più frustrante e svilente ascoltare le motivazioni addotte per avvalorare la necessità dell’abbattimento:  ” I pini sono alberi pericolosi e vanno abbattuti prima che ci scappi il morto”… è proprio un’offesa alla dignità di  questi alberi fonte di ossigeno, dimora di molte specie di uccelli, simbolo di resilienza . Sarebbe bastato prendersene cura  con un’attenta e mirata manutenzione;  ma sono consapevole, ahimè, che risulta più facile e forse anche meno costoso  prevenire anzi  abbattere anziché curare o meglio preservare.

Addio amico pino, e pensare che insieme a me sei il simbolo della Città di  Melendugno.

Pina l’apina

Purtroppo, si tratta di un avvenimento ormai usuale, ma che rattrista sempre… Ma mi ha colpito un particolare: il luogo dove è avvenuta la barbara uccisione del pino è via Marco Polo… E io, a questo cognome, sono particolarmente affezionato. Il luogo è sito proprio accanto al monumento ai militari caduti in tempo di pace: ma la ‘pietas’ umana non ha risparmiato l’amico albero.

Ora, non ci resta che rimanere in silenzio, a constatare l’ennesima malefatta dell’uomo nei confronti della Natura.

Ci sentiamo come la Befana nella poesia del Pascoli: che osserva impotente, dall’alto del monte, ciò che la circonda.

E ha una ruga sulla fronte…

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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