QUANDO VITTORIO BODINI E GUSTAVO D’ARPE PROGETTARONO UN FILM SULLA IDENTITA’ SEGRETA DEL SALENTO
di Raffaele Polo ___________
Ci accorgiamo con piacere che possiamo ancora gustare qualcosa degli scritti di Vittorio Bodini: ed è proprio grazie agli studi di Lucio Giannone che cura la prefazione e la pubblicazione di questo ‘Vite Barocche di Vittorio Bodini e Gustavo D’Arpe’ (Besa,136 pagine, 15 euro)che apprendiamo come nel 1959 Vittorio Bodini e Gustavo D’Arpe elaborarono il soggetto e il trattamento di un film mai realizzato, intitolato ‘Vite Barocche’.
Il progetto, ispirato a un giovanile romanzo inedito di Bodini (Il fiore dell’amicizia), si trasformò però in qualcosa di diverso: un’indagine socio-antropologica sul Salento, volta a esplorarne “l’anima autentica” e la “storia segreta”.
La narrazione diventa così un mezzo per riflettere sulla cultura e la struttura sociale del Sud, fino a includere il tema del tarantismo, considerato da Bodini un elemento identitario del territorio. La stesura del testo coincise con la celebre spedizione di Ernesto de Martino nel Salento, che collaborò con gli autori per le scene dedicate alle prefiche e ai tarantolati.
Il progetto rappresenta un punto d’incontro fra letteratura, antropologia e cinema, restituendo un ritratto profondo e simbolico del Meridione attraverso la sensibilità poetica di Bodini e lo sguardo giornalistico di D’Arpe.
Vittorio Bodini (Bari 1914 – Roma 1970), di famiglia e origini leccesi, oltre che poeta tra i più originali e significativi del Novecento, è stato anche narratore, critico, operatore culturale, nonché uno dei maggiori interpreti e traduttori italiani della letteratura spagnola.
Gustavo D’Arpe (Palermo 1918 – Roma 1972) è stato giornalista e scrittore. Ha pubblicato il romanzo Uomini soli (1942) e la raccolta di racconti Interno con figure (1957). È stato a lungo redattore del quotidiano barese «La Gazzetta del Mezzogiorno» dove si è occupato di cultura e spettacoli.